Il termine Occlumanzia (ing: Occlumency) è usato per indicare la difesa magica della mente contro la penetrazione esterna (Legilimanzia), così da evitare che qualcuno possa leggere i pensieri altrui. È una branca poco nota della magia, ma è assai utile anche se di difficile esecuzione. Per utilizzarla, bisogna svuotare la mente dalle emozioni, renderla una tabula rasa e rilassarsi. Severus Piton e Albus Silente sono esperti in quest'arte raffinata.
Riferimenti[]
L'Occlumanzia viene citata per la prima volta in Harry Potter e l'ordine della fenice da Albus Silente, il quale chiede al professore Severus Piton di insegnare questa magia a Harry Potter per difendersi da un'eventuale intrusione mentale da parte di Lord Voldemort. I tentativi però non hanno successo a causa della testardaggine di Harry a non svuotare la mente prima di andare a letto (come suggerito dal suo insegnante), nella speranza di poter riuscire a capire cosa lo stia tormentando in sogno. Alla fine Piton smette di insegnargli l'Occlumanzia, poiché si infuria con lo studente che per un istante ha visto il suo peggior ricordo.
In Harry Potter e il principe mezzosangue, Draco Malfoy ha usato la tecnica dell'Occlumanzia, insegnatagli dalla zia Bellatrix Lestrange, per evitare che Piton riuscisse a scoprire le sue intenzioni usando contro di lui la Legilimanzia.
L'occlumante più abile[]
Questa tecnica gioca un ruolo fondamentale nella figura di Severus Piton, conosciuto come un eccezionale occlumante. Fra il 1995 e il 1997 egli, per mascherare le sue vere intenzioni, usa questa tecnica raffinata, né i membri dell'Ordine della Fenice né Lord Voldemort riescono a penetrare la sua mente; entrambe le parti in gioco, infatti, ritengono che il professore stia dalla loro. Solo alla fine, in punto di morte, rivelerà a Harry Potter i segreti del suo cuore e della sua mente.
Etimologia[]
Il termine è stato creato dall'autrice dalla combinazione del verbo "occludere" (chiudere, sbarrare) e il suffisso "mente", da cui un occlumante è colui in grado di chiudere la mente alla penetrazione altrui.