Harry Potter Wiki
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«Vedi? Era un nome che già usavo a Hogwarts, ma naturalmente soltanto con gli amici più intimi. Credi forse che intendessi usare per sempre lo sporco nome da Babbano di mio padre? Io, che per parte di madre ho nelle vene il sangue di Salazar Serpeverde? Io, chiamarmi con il nome di uno stupido Babbano qualunque, che mi aveva abbandonato ancor prima che nascessi solo perché aveva scoperto che sua moglie era una strega? No, Harry. Mi sono creato un nuovo nome, un nome che, quando fossi diventato il più grande stregone di tutti i tempi, al solo pronunciarlo avrebbe fatto tremare tutti i maghi della terra!»
— La trasformazione di Tom Riddle in Lord Voldemort[src]

Tom Orvoloson Riddle[7] (ing: Tom Marvolo Riddle) (31 dicembre 1926[10] – 2 maggio 1998), successivamente noto con il nome di Lord Voldemort – ma conosciuto anche come Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, Tu-Sai-Chi o il Signore Oscuro – fu un potente mago mezzosangue[3] inglese, comunemente considerato il più grande, temibile e pericoloso Mago Oscuro di tutti i tempi.[11][12] Figura centrale nella storia contemporanea del Mondo Magico, la sua abilità magica fu seconda soltanto a quella di Albus Silente.[13][14][15]

Discendente diretto di Salazar Serpeverde per linea materna ed ultimo erede della decaduta stirpe dei Gaunt, Tom Riddle nacque da Merope Gaunt, una strega Purosangue, e da Tom Riddle Sr., un ricco Babbano che Merope aveva irretito con un filtro d’amore. Quando l'effetto della pozione svanì, tuttavia, Tom Sr. non esitò ad abbandonare la giovane moglie incinta per fare ritorno nella sua tenuta di Little Hangleton[1], ignorando del tutto il destino della creatura che aveva inconsapevolmente generato. Sola, povera e disperata, Merope diede quindi alla luce il figlio in un orfanotrofio londinese, ma morì appena un'ora dopo il parto. Le sue ultime volontà riguardarono il nome del neonato: volle che si chiamasse Tom, come il padre, Orvoloson, come il nonno materno, e che portasse il cognome Riddle.[16][17] Il piccolo fu così affidato al personale babbano dell'orfanotrofio Wool, dove trascorse un'infanzia segnata dall'isolamento e da precoci e inquietanti manifestazioni di poteri magici.[17]

Riddle iniziò a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts nel 1938 e venne immediatamente smistato nella casa di Serpeverde. Fu proprio tra le mura del castello che scoprì le proprie origini e cominciò ad adottare ideologie sempre più radicali, abbracciando con convinzione gli ideali suprematisti legati alla purezza del sangue che avrebbero, in seguito, plasmato la sua visione del mondo.[18]

Durante la sua permanenza nella Scuola, Riddle si distinse per intelligenza, carisma e disciplina: qualità che gli valsero, nel 1942, la nomina di Prefetto, incarico che mantenne fino al conseguimento del diploma nel 1945.[16] Tuttavia, sotto l'immagine irreprensibile dello studente modello, si celava un'anima ambiziosa e calcolatrice. Fu in quegli anni, infatti, che Riddle riuscì ad individuare e ad aprire la leggendaria Camera dei Segreti, liberando la creatura che vi era custodia e servendosene per scatenare una serie di attacchi contro gli studenti nati babbani, l'ultimo dei quali provocò la morte di una studentessa del quarto anno, Mirtilla Warren.[19]

Sempre in questo periodo, all'età di sedici anni, Riddle compì il primo passo di un lungo e oscuro percorso volto alla conquista dell'immortalità: la creazione del suo primo Horcrux. La sua incessante ricerca si sarebbe poi protratta per oltre cinquant'anni, fino al 1998, anno della sua morte.[20]

Terminati gli studi, lavorò per alcuni mesi come intermediario per la compravendita di artefatti oscuri presso il negozio di Magie Sinister, a Notturn Alley. [4] Fu il suo primo e unico impiego ufficiale prima di far perdere completamente le proprie tracce per dedicarsi alla creazione di altri Horcrux. Nel corso degli anni, arrivò a spezzare la propria anima in otto frammenti, realizzando deliberatamente sette Horcrux: un numero mai raggiunto prima. L'ultimo - Harry Potter stesso - venne creato involontariamente e a sua insaputa.

Ricomparve diversi decenni più tardi, ormai irriconoscibile, dopo aver abbandonato il nome "babbano" e aver assunto l'identità di Lord Voldemort, anagramma del suo vero nome.[4] Sotto questo nuovo titolo, si pose a capo di un vero e proprio esercito di maghi e creature oscure, perpetrando innumerevoli omicidi, torture e atrocità che gettarono il mondo magico in un'epoca di terrore e scatenarono due guerre. Durante la seconda riuscì persino a prendere temporaneamente il controllo del Ministero della magia britannico, consolidando così il proprio dominio.[21]

Nel 1981, in seguito al fallito tentativo di uccidere il piccolo Harry Potter, Voldemort venne strappato via dal proprio corpo fisico. Privato di una forma corporea e impossibilitato a morire per via degli Horcrux, fu costretto a trascorrere i successivi quattordici anni in uno stato di non-vita: un'esistenza instabile che lui stesso descrisse come "meno che spirito, meno del più miserabile fantasma." Riuscì a riacquistare un corpo permanente solo nel 1995, grazie un rituale di magia oscura compiuto nel cimitero di Little Hangleton[8].

Il suo ritorno, tuttavia, non segnò la vittoria che aveva sperato. Con la progressiva distruzione dei suoi Horcrux da parte di Harry Potter e Albus Silente, infatti, la sua immortalità venne lentamente e inesorabilmente erosa. Lord Voldemort trovò la sua fine definitiva nel 1998, durante la Battaglia di Hogwarts, quando la sua stessa Maledizione Mortale gli si ritorse contro.[2] La sua anima, spezzata e mutilata, rimase quindi intrappolata nel Limbo per l'eternità, senza possibilità di proseguire nell'aldilà o tornare nel mondo dei vivi come Fantasma.[22]

Ciò che quasi nessuno sapeva, però, era che la sua la linea di sangue sopravvisse attraverso sua figlia Delphini, concepita con Bellatrix Lestrange, sua fedele seguace.[23] Si ritiene che il concepimento sia avvenuto in un periodo compreso tra la Battaglia dell'Ufficio Misteri (1996) e la sua morte, due anni più tardi.

Biografia[]

Infanzia (1926–1938)[]

Signore Cole: «Spaventa gli altri bambini.»
Albus Silente: «Vuol dire che è prepotente?»
Signore Cole: «Diciamo così ma è molto difficile sorprenderlo. Ci sono stati degli episodi... delle cose brutte... Il coniglio di Billy Stubbs... Be', Tom ha detto che non è stato lui e io non vedo come avrebbe potuto, ma comunque non si è impiccato da solo alle travi, no?»
— La signora Cole informa Albus Silente della vita di Tom Riddle all'Orfanotrofio di Wool[src]
Tom Orfanotrofio.JPG

Tom nella sua stanza all'orfanotrofio.

Tom Orvoloson Riddle nacque il 31 dicembre 1926 presso l'Orfanotrofio Wool di Londra. Sua madre, Merope, giunse alla porta dell'istituto e lì diede alla luce il bambino, morendo un'ora dopo il parto. Il neonato fu affidato alle cure dell'orfanotrofio, dove crebbe ignaro non solo delle proprie origini magiche, ma anche dell'antico e oscuro lignaggio da cui discendeva. Poiché lo staff della struttura, interamente composto da Babbani, non disponeva di alcuna informazione su Merope né sulla sua famiglia, si diffuse la voce che la donna fosse un’artista circense – ipotesi riportata anni più tardi anche dalla direttrice dell'orfanotrofio, la signora Cole, durante un colloquio con Albus Silente in occasione del suo primo incontro con il giovane Riddle.[24]

Fin dai primi anni, Tom si rivelò un bambino straordinariamente insolito, persino rispetto agli standard dei giovani maghi. Pur ignaro della propria natura magica, sviluppò una precoce consapevolezza dei poteri che possedeva, dimostrando un livello di controllo e precisione del tutto eccezionali per la sua età. Era in grado di spostare oggetti con la sola forza della mente, farli fluttuare a proprio piacimento, influenzare animali e creature viventi, parlare il Serpentese e, soprattutto, usare la magia per ferire e terrorizzare gli altri bambini dell’orfanotrofio.[24]

Giovane Tom Riddle

Un giovane Tom Riddle durante il periodo all'orfanotrofio

Un episodio particolarmente inquietante si verificò dopo una lite con Billy Stubbs, altro orfano dell’istituto, al termine della quale Riddle utilizzò i propri poteri per impiccare il coniglio del ragazzo alle travi del soffitto. In un’altra occasione, condusse due coetanei – Dennis Bishop e Amy Benson – in una caverna nei dintorni: ciò che accadde al suo interno non fu mai chiarito, ma l’esperienza fu così traumatica da ridurre entrambi i bambini al silenzio assoluto. Si presume che Riddle abbia utilizzato i propri poteri in modo tale da sconvolgere e incutere terrore nei due compagni, forse anche per impedir loro di raccontare quanto accaduto.[24]

Inoltre, non era raro che Tom rubasse regolarmente oggetti agli altri bambini e li collezionasse nel proprio armadietto come trofei: un'abitudine apparentemente infantile che tuttavia rivelava già i tratti di una personalità manipolatoria, possessiva e fredda. Segni precoci di un'indole destinata ad accentuarsi sempre di più col passare degli anni.[24]

Scoperta della natura magica[]

Harry Potter: «Lei lo sapeva... allora?»
Albus Silente: «Sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso Mago Oscuro di tutti i tempi? No.»
— Dialogo tra Silente e Harry dopo aver visto il ricordo del primo incontro di Silente con Tom Riddle[src]
Tom Riddle da bambino

Silente va a trovare l'allora undicenne Tom Riddle all'orfanotrofio Wool

All'età di undici anni, Tom ricevette la visita di Albus Silente, all'epoca docente di Trasfigurazione a Hogwarts. Il professore si recò presso l'orfanotrofio, dove fu accolto dalla direttrice dell'istituto. La donna gli riferì diversi episodi insoliti e inquietanti riguardanti il ragazzo, mettendo in evidenza la sua spiccata influenza sugli altri bambini, nonché un atteggiamento prepotente, freddo e talvolta persino crudele.

Quando Silente fu infine presentato al ragazzo, Tom credette inizialmente che fosse un medico o uno psichiatra venuto a prenderlo per internarlo in un manicomio a causa delle stranezze di cui il personale dell’orfanotrofio era stato testimone. Fu solo dopo che Silente gli rivelò di essere un mago e dimostrò i propri poteri lanciando un Incantesimo Freddafiamma sull'armadio in cui il ragazzo nascondeva gli oggetti rubati, che Tom si convinse della verità. E ne fu estasiato.

Esaltato dalla scoperta, si vantò allora delle sue "imprese", tra cui il fatto di saper parlare con i serpenti. Chiese se quella capacità fosse comune tra i maghi, e Silente gli spiegò che si trattava di un dono raro, ma non sconosciuto. Poi, però, lo rimproverò per aver derubato gli altri bambini e gli intimò di restituire ogni oggetto. Lo ammonì anche riguardo al suo comportamento, avvertendolo che a Hogwarts non sarebbe stato tollerato alcun sopruso nei confronti degli altri.[24]

Già da quel primo incontro, appariva evidente il desiderio di Riddle di distinguersi ed emergere rispetto agli altri. Questo tratto distintivo si intuiva, tra l’altro, anche nel suo disprezzo per il proprio nome di battesimo, che considerava troppo comune e privo di originalità.[24]

Silente Riddle orfanotrofio

Silente svela a Tom la sua natura magica.

Quando Silente gli rivelò la sua natura magica, Tom non reagì con stupore. Al contrario, accolse l’informazione con un’avidità quasi febbrile, come se avesse sempre saputo, nel profondo, di essere diverso – come se quella non fosse altro che la conferma che attendeva da tempo: la prova definitiva della sua superiorità. Manifestò anche una precoce e inquietante concezione della magia come strumento di dominio, e una visione distorta della morte, che considerava una debolezza puramente umana. Riteneva infatti inconcepibile che una vera strega potesse morire in modo tanto banale come era accaduto a sua madre, e per questo negava che potesse appartenere al mondo magico. Al contrario, era convinto che fosse suo padre a essere un mago e domandò a Silente se egli avesse frequentato Hogwarts, ma il professore ammise di non avere informazioni a riguardo.[24]

Silente colse i segnali più allarmanti della personalità del ragazzo fin da quell'occasione: la solitudine assoluta, l’uso già spregiudicato delle capacità magiche e la totale assenza di legami affettivi rappresentavano un terreno potenzialmente pericoloso. Decise pertanto di osservare con attenzione il suo percorso, come avrebbe fatto con qualsiasi bambino in quella situazione, ma con particolare cautela. Gli spiegò inoltre che l’uso della magia era soggetto a leggi ben precise, specificando che eventuali trasgressioni non sarebbero state tollerate: non da Hogwarts, ma dal Ministero della Magia, e punite con estrema severità.

In seguito al rimprovero di Silente, il comportamento di Riddle mutò. Divenne più cauto, calcolatore, imparò a mascherare le ogni emozione dietro un velo di affettata cortesia, iniziando così a costruire quella maschera impeccabile di apparente rettitudine che avrebbe mantenuto per anni.

Prima di congedarsi, Silente gli fornì tutte le istruzioni necessarie per raggiungere Diagon Alley e il Binario 9¾, insieme a un sussidio scolastico per acquistare il materiale richiesto. Tom, che viaggiò da solo, comprò abiti e libri di seconda mano, e si recò poi da Olivander per procurarsi una bacchetta magica. La sua bacchetta – lunga tredici pollici e mezzo, in legno di tasso, e con un nucleo di piuma di fenice – si sarebbe in seguito rivelata la gemella di quella destinata a Harry Potter. Secondo Garrick Ollivander si trattava di una bacchetta eccezionalmente potente, della quale Riddle fu perfettamente soddisfatto fino al giorno in cui, nel cimitero di Little Hangleton, essa gli si rivoltò contro.[25]

Anni a Hogwarts (1938-1945)[]

Tom Riddle: «Signore, mi domandavo che cosa sa degli... degli Horcrux»
Horace Lumacorno: «È una ricerca per Difesa contro le Arti Oscure?»
Tom Riddle: «Non proprio, signore. Mi sono imbattuto in questa parola leggendo e non l’ho capita bene.»
— Tom Riddle chiede informazioni sugli Horcrux[src]

Riddle iniziò a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts nel 1938, dove venne smistato in Serpeverde, la casa fondata secoli prima dal suo illustre antenato, Salazar Serpeverde. Rimase a Hogwarts fino al 1945, distinguendosi fin da subito come uno degli studenti più brillanti e promettenti della sua generazione. Tuttavia, durante le vacanze estive, era costretto a tornare all'orfanotrofio – un luogo che disprezzava con ogni fibra del suo essere e che, al tempo stesso, temeva profondamente, più di qualsiasi altro al mondo.[19][24]

Giovani Mangiamorte

Riddle a una riunione del Lumaclub.

Fin dai primi anni, Riddle fu abile nel costruirsi un'immagine impeccabile, tanto da venir spesso descritto come “povero in canna ma brillante, orfano ma così coraggioso, prefetto della scuola, studente modello”.[7] E in effetti, grazie al suo carisma innato, al fascino naturale e a un notevole talento per la simulazione, fu in grado di conquistare la fiducia della quasi totalità del corpo docente, che vedeva in lui un ragazzo educato, ambizioso e degno di ammirazione. Ma dietro quella maschera impeccabile si celava un animo molto più oscuro. L’unico a non lasciarsi ingannare fu Albus Silente che, pur non esprimendo apertamente i propri sospetti, non dimenticò mai né gli episodi inquietanti accaduti all’orfanotrofio né il comportamento allarmante che il ragazzo aveva mostrato durante il loro primo incontro. Ricordò sempre lo sguardo di quel bambino, la sua freddezza, la precisione con cui parlava di dolore e controllo. Dal canto suo, Riddle si rese presto conto di aver mostrato a Silente più del dovuto e comprese che non avrebbe mai potuto manipolarlo come faceva con gli altri. Per questo motivo, non tentò mai di ingraziarselo. Anzi, con il passare tempo, iniziò a sviluppare nei confronti del futuro preside un misto di timore e profondo rancore.[24]

Riddle e Mirtilla Malcontenta

Tom Riddle ad Hogwarts

Nel corso degli anni a Hogwarts, Riddle si circondò di gruppo selezionato di studenti, perlopiù appartenenti alla casa di Serpeverde: "un misto di deboli in cerca di protezione, ambiziosi in cerca di gloria condivisa, e di bruti che gravitavano attorno a un capo in grado di mostrare loro forme più sofisticate di crudeltà".[18] La maggior parte di questi giovani avrebbe poi costituito il nucleo originario dei primi Mangiamorte. Pur definendoli “amici”, Riddle non nutriva alcun affetto reale nei loro confronti. Li considerava poco più che servitori, strumenti da impiegare a proprio piacimento. Li manipolava con sapienza, spingendoli a rendersi responsabili di piccoli crimini e atti di prepotenza, senza però esporsi mai direttamente o lasciare prove che potessero ricondurre le responsabilità a lui o al suo gruppo. Una strategia che rivelava, già allora, il lucido disprezzo per le regole e per la vita altrui che avrebbe contraddistinto ogni sua azione futura.[24]

Apertura della Camera dei Segreti[]

«L'ultima volta che la Camera dei Segreti è stata aperta una Sanguemarcio è morta.»
Draco Malfoy sulla prima apertura della Camera dei Segreti[src]
Tom Riddle nella Camera dei Segreti

Tom Riddle nella Camera dei Segreti

Una volta giunto a Hogwarts, Riddle si dedicò con ostinata determinazione alla ricerca delle proprie origini. Animato da un'insaziabile fame di conoscenza, iniziò a indagare in modo sistematico sull'identità del padre, convinto di aver ereditato la magia da lui. Riteneva infatti che la morte fosse una debolezza del tutto babbana e rifiutava l'idea che fosse stata sua madre a trasmettergli i poteri: a suo giudizio, una strega non sarebbe mai morta in modo tanto misero e umano. Per questo motivo, consultò ogni archivio disponibile – la sala dei trofei, i registri degli studenti e dei prefetti, i libri di storia della magia – ma non trovò alcuna traccia di un Riddle tra gli ex allievi della scuola. A malincuore, fu quindi costretto ad arrendersi all'evidenza di aver ereditato la magia dalla madre.

Fu in questo periodo che scelse di assumere l'identità di Lord Voldemort, deciso a recidere ogni legame con lo “sporco nome babbano” del padre[7] — un uomo che, avrebbe poi scoperto, aveva abbandonato sua madre non appena appreso che fosse una strega (sebbene, in realtà, l'avesse lasciata nel momento esatto in cui l’effetto della pozione d’amore con cui lei l'aveva soggiogato era svanito).

Servendosi del proprio secondo nome, Orvoloson — che sapeva essere quello del nonno materno — Riddle risalì quindi alla famiglia Gaunt, ultimi discendenti noti di Salazar Serpeverde, e riuscì a ricostruire gran parte dell'albero genealogico della stirpe materna. Una volta appresa la verità sul proprio lignaggio, non passò molto tempo prima che, durante il suo quinto anno, venisse a conoscenza anche dell’esistenza della Camera dei Segreti, celata nelle profondità del castello, e riuscisse a sottomettere il Basilisco che vi dimorava. Essendo l'Erede di Serpeverde, infatti, solo lui possedeva l'abilità di accedere alla Camera e scatenare il mostro nella scuola, così da riprendere l'opera del suo antenato ed epurare Hogwarts da tutti coloro che riteneva "indegni di studiare la magia": i Nati Babbani. Quello stesso anno fu nominato Prefetto.[19]

Tom Riddle incastra Hagrid.jpg

Riddle minaccia Hagrid.

Nel giugno del 1943, il Basilisco seminò il terrore tra le mura del castello e pietrificò numerosi studenti. La sua ultima vittima fu Mirtilla Warren, che perse la vita all'interno del bagno femminile del secondo piano dopo aver incrociato lo sguardo della creatura. A seguito dell'orribile incidente, il Consiglio della Scuola deliberà la chiusura permanente di Hogwarts. Fu in quell'occasione che Riddle, nel timore di dover fare ritorno all'orfanotrofio per i mesi estivi, avanzò una richiesta personale al preside Armando Dippet affinché gli permettesse di rimanere a scuola anche durante le vacanze. Dippet però, vincolato alla decisione del Consiglio, si vide costretto a rifiutare.

Comprendendo allora che l'unico modo per scongiurare la chiusura definitiva dell'istituto (e, conseguentemente, il suo ritorno in pianta stabile all'orfanotrofio) era dare l'illusione di aver risolto il mistero, Riddle orchestrò un inganno astuto e spietato: accusò Rubeus Hagrid di essere il responsabile degli attacchi, sostenendo che custodisse una creatura pericolosa – un'Acromantula di nome Aragog – all'interno della scuola. Il suo piano andò a buon fine: convinto della sua colpevolezza di Hagrid, infatti, il preside Dippet lo fece espellere. Riddle, al contrario, venne elogiato per il finto eroismo e insignito di un premio speciale per i servigi resi alla scuola.[19]

Silente osserva Riddle

Silente tiene d'occhio Riddle

Tuttavia Silente, che non credette mai alla colpevolezza di Hagrid, riuscì a ottenere che il ragazzo rimanesse al castello con l'incarico di guardiacaccia, e da quel momento in poi iniziò a diffidare apertamente di Riddle. Cominciò a sorvegliarlo con crescente attenzione, al punto che Tom, resosi conto che aprire la Camera dei Segreti mentre era ancora uno studente fosse troppo rischioso, decise di sigillarne nuovamente l'ingresso. Ma non prima di aver immortalato un'eco del ricordo di ciò che era successo all'interno di un oggetto: il diario scolastico che avrebbe poi trasformato nel primo dei suoi sette Horcrux. L'intento era chiaro: un giorno qualcuno l'avrebbe trovato e proseguito la "nobile opera" iniziata da Salazar Serpeverde.

Omicidio della famiglia Riddle[]

Orfin: «Pensavo che eri quel Babbano. Sei uguale a quel Babbano.»
Tom: «Quale Babbano?»
Orfin: «Quel Babbano che piaceva a mia sorella, quel Babbano che vive nella casa grande lassù, Sei identico a lui. Riddle. Ma adesso è più vecchio, eh? È più vecchio di te, adesso che ci penso… È tornato, sai.»
— Confronto tra Riddle e lo zio materno[src]
Il primo e ultimo incontro di Orfin con suo nipote

Il primo e ultimo incontro di Tom con suo zio.

Nell'estate del 1943[26], Riddle si recò nel villaggio di Little Hangleton per indagare sulla famiglia della madre. Una volta giunto alla fatiscente baracca dei Gaunt, tuttavia, scoprì che suo nonno Orvoloson era morto da tempo, e che il suo unico parente materno ancora in vita era lo zio Orfin – un uomo dal comportamento disturbato e dall’aspetto trasandato che suscitò in lui un immediato e profondo disprezzo.

Appena lo vide, Orfin scambiò Tom per suo padre, osservando con disprezzo quanto il ragazzo somigliasse a "quel Babbano che piaceva a mia sorella"[18], ma sentendolo parlare in Serpentese, capì che non poteva trattarsi dello stesso uomo. Quella frase, tuttavia, bastò a scatenare in Riddle un'irrefrenabile ondata d'ira. Pretese immediatamente delle spiegazioni e, pur senza capire chi fosse davvero, Orfin gli raccontò per filo e per segno l'intera vicenda: Tom era figlio di un Babbano che aveva abbandonato Merope prima ancora della sua nascita.

Sconvolto dalla scoperta, e soprattutto furioso all'idea di discendere da qualcuno che disprezzava profondamente, Tom aggredì Orfin, lo schiantò e gli sottrasse la bacchetta. Dopodichè, si recò a Casa Riddle dove, con la bacchetta dello zio, uccise suo padre, suo nonno e sua nonna con la Maledizione Mortale. Per cancellare ogni prova del proprio coinvolgimento, fece poi ritorno alla baracca e modificò la memoria di Orfin, instillandogli l'illusione di essere l'autore del triplice omicidio. Così, quando il Ministero della Magia avviò le indagini sull’efferato crimine, Orfin – che in passato aveva già scontato tre anni ad Azkaban per l'uso improprio delle Arti Magiche su dei Babbani[1] – confessò senza esitazione e venne condannato all’ergastolo.[24]

Prima di andarsene, Tom si impossessò anche dell'anello con il sigillo della famiglia Gaunt, appartenuto a Orvoloson. Lo portò con sé a Hogwarts, dove lo conservò come un trofeo e, in seguito, lo trasformò nel suo secondo Horcrux.[24]

Gli Horcrux[]

Tom: «Come si fa a spaccare l’anima?»
Lumacorno: «Ecco, tieni a mente che l’anima deve restare integra e indivisa. Spaccarla è un atto di violenza, è contro natura»
Tom: «Ma come si fa?»
Lumacorno: «Con un’azione malvagia... L’azione malvagia suprema. Commettendo un omicidio. Uccidere lacera l’anima. Il mago che intende creare un Horcrux usa il danno a suo vantaggio: rinchiude la parte strappata»
— Horace Lumacorno e Tom Riddle parlano di come creare un Horcrux[src]
Riddle Lumacorno

Riddle chiede a Lumacorno degli Horcrux.

Durante il suo sesto anno a Hogwarts, Riddle seguì il corso di Pozioni tenuto dal professor Horace Lumacorno, il quale – notoriamente incline a circondarsi di studenti brillanti e promettenti – fu immediatamente affascinato dal carisma, dall’intelligenza e dalle impeccabili maniere del ragazzo, tanto da invitarlo nel suo esclusivo Lumaclub.

Fu proprio durante uno di questi incontri, nel corso di una conversazione all’apparenza innocua, che Riddle pose al professore una domanda alquanto singolare: se fosse, almeno in teoria, possibile creare più di un Horcrux. L’episodio, che Lumacorno avrebbe in seguito ricordato con profonda vergogna, segnò una svolta decisiva nel cammino oscuro del giovane mago. Dimostrava, infatti, che Riddle stesse cercando di trovare un modo per ottenere l'immortalità già dall'adolescenza, e che avesse cominciato a coltivare la folle ambizione di frammentare la propria anima in più parti: sette, il numero magico più potente.

Non essendo tuttavia riuscito a trovare alcuna traccia documentata della possibilità di dividere l'anima più di una volta, Riddle si era rivolto a Lumacorno, certo di poter mascherare le sue reali intenzioni dietro un velo di curiosità accademica. Il professore, infatti, convinto si trattasse di mera speculazione teorica, rispose alle sue domande con una certa leggerezza, salvo poi inorridire all'idea che qualcuno potesse seriamente contemplare una simile mostruosità.

Primo Horcrux Riddle

Riddle crea il suo primo Horcrux.

Ma Riddle stava già meditando di tradurre quelle teorie in pratica. Proprio in quello stesso anno, sfruttando gli omicidi già commessi, riuscì nel suo intento e trasformò il diario e l'anello dei Gaunt nei suoi primi due Horcrux.

Riddle fu poi nominato Caposcuola durante il settimo anno, nel quale conseguì risultati eccellenti in ogni disciplina e ricevette la Medaglia al Merito Magico. La sua intelligenza e le sue straordinarie abilità lo resero uno degli studenti più brillanti che avessero mai frequentato Hogwarts, un fatto riconosciuto persino dallo stesso Silente.

Dopo Hogwarts (1945-1949)[]

Albus Silente: «So che hai visto e fatto molto da quando ci hai lasciato. Molte voci hanno raggiunto la tua vecchia scuola, Tom. Mi dispiacerebbe dover credere anche solo alla metà»
Tom Riddle: «La grandezza ispira l’invidia, l’invidia genera rancore, il rancore produce menzogne. Dovrebbe saperlo, Silente.»
— Colloquio tra il preside e il suo vecchio studente[src]

Dopo essersi diplomato, Tom chiese al preside Dippet di poter rimanere a Hogwarts come professore di Difesa contro le Arti Oscure. Non rivelò le vere ragioni della sua richiesta, ma è possibile dedurle con ragionevole certezza: l'attaccamento viscerale che nutriva per la scuola, che considerava l'unico luogo in cui si fosse mai sentito a casa; l'intenzione di sfruttare la posizione di insegnante per influenzare e reclutare giovani maghi e streghe; e, non da ultimo, il desiderio di continuare a esplorare gli antichi e oscuri segreti racchiusi tra le mura del castello. Dippet, tuttavia, pur colpito dalle straordinarie doti del ragazzo, declinò la proposta, ritenendolo ancora troppo giovane per ricoprire un ruolo tanto delicato. Lo invitò però a ripresentarsi negli anni successivi, qualora l'interesse fosse rimasto vivo — un consiglio che Albus Silente scoraggiò con decisione, nutrendo forti sospetti nei confronti di Riddle.

Negozio Magie Sinister

Magie Sinister, ex luogo di lavoro di Voldemort

Poco prima di lasciare definitivamente Hogwarts, tuttavia, Tom riuscì a convincere Helena Corvonero, la figlia di Corinna Corvonero e fantasma dell'omonima Casa, a rivelargli l'ubicazione del diadema di sua madre. Helena, cedendo al fascino del giovane mago, gli confessò che l'oggetto era nascosto all'interno di un albero cavo nelle profondità di una remota foresta in Albania. Si ritiene che Riddle abbia raggiunto quel luogo e, lungo il tragitto, abbia assassinato un contadino del luogo per fare del diadema il suo terzo Horcrux.[27]

Al suo ritorno in Gran Bretagna, a Riddle vennero offerte diverse posizioni di prestigio al Ministero della Magia, che vedeva in lui un giovane brillante, ambizioso e destinato a una carriera luminosa. Il ragazzo, tuttavia, con grande sorpresa (e non poca delusione) di chi lo conosceva, declinò ogni proposta per accettare invece un impiego da Magie Sinister, un oscuro negozio di oggetti magici a Notturn Alley. Qui si rivelò abilissimo nel convincere streghe e maghi a vendere i propri cimeli più preziosi — un’arte in cui eccelleva soprattutto grazie al suo fascino, alla sua intelligenza e all'inquietante capacità di individuare i punti deboli altrui.[24]

L'ascesa del Signore Oscuro (1950-1970)[]

L'assassinio di Hepzibah Smith[]

«Ma prima che fossero assolutamente certi che la coppa e il medaglione erano entrambi svaniti, il commesso di Magie Sinister, il giovane che così spesso aveva fatto visita a Hepzibah e l’aveva affascinata tanto, aveva dato le dimissioni ed era sparito nel nulla. I suoi superiori non avevano idea di dove fosse andato; erano sorpresi quanto chiunque altro. E per lungo tempo non si vide né si sentì più parlare di Tom Riddle.»
— La scomparsa di Tom dopo l'assassinio di Hepzibah Smith[src]
Tom Riddle e Hepzibah

Hepzibah mostra i suoi tesori a Riddle.

Per via del suo lavoro, Riddle riuscì a instaurare un rapporto di fiducia con Hepzibah Smith, un'anziana e ricchissima strega, discendente diretta di Tosca Tassorosso. Fu tra il 1955 e il 1960[24][28] che la donna, lusingata dall'interesse del giovane e affascinante impiegato, decise di mostrargli con orgoglio i suoi due beni più preziosi: un medaglione appartenuto a Salazar Serpeverde e una coppa d'oro finemente lavorata che un tempo era stata di Tosca Tassorosso.

Quando vide quei manufatti, dli occhi di Tom brillarono di rosso[4]: il medaglione, nella sua visione distorta, gli spettava di diritto in quanto erede di Serpeverde; mentre la coppa rappresentava non solo un legame tangibile con un altro dei quattro fondatori di Hogwarts, ma anche un oggetto di inestimabile valore magico e simbolico.

Determinato a impossessarsene, Riddle assassinò Hepzibah servendosi di un veleno raro e poco conosciuto. Dopodichè, per depistare le indagini, orchestrò nuovamente un'accurata messinscena: alterò la memoria di Hokey, l'elfa Domestica della donna, inducendola a credere di aver inavvertitamente avvelenato la cioccolata serale della padrona. L'età avanzata dell'elfa e il suo stato di confusione mentale resero credibile la confessione, e il Ministero classificò la morte di Hepzibah come un tragico caso di omicidio colposo. Infine, una volta completato il piano, Riddle rassegno le dimissioni e scomparve nel nulla, portando con sé la coppa e il medaglione per poi trasformarli —servendosi del sangue di Hepzibah e dell'omicidio di un secondo innocente (quello di un ignaro senzatetto babbano) — in due nuovi Horcrux.[24]

La richiesta di Lord Voldemort[]

«Ho fatto esperimenti; ho spinto i limiti della magia più in là, forse, di dove siano mai arrivati...»
— Tom Riddle in merito alle sperimentazioni magiche fatte all'estero[src]

Riddle scomparve per dieci lunghi anni, durante i quali si immerse sempre più a fondo nelle Arti Oscure. Viaggiò a lungo, frequentò individui dalla reputazione più che discutibile e intraprese una lenta, inquietante metamorfosi. Deformata dalla progressiva lacerazione della sua anima in sempre più frammenti, infatti, la sua bellezza giovanile andò sfiorendo, dissolvendosi poco a poco per venir sostituita da tratti sempre più innaturali e spettrali, come se l’umanità stessa lo stesse lasciando. Abbandonò definitivamente il proprio nome di battesimo e adottò apertamente lo pseudonimo di Lord Voldemort.

Fu in quello stesso periodo che interruppe ogni contatto anche con Horance Lumacorno, il quale si dichiarò profondamente deluso dal rifiuto del giovane di accettare le prestigiose offerte di lavoro che gli aveva procurato.

Alla fine Riddle tornò a Hogwarts, dove si presentò al cospetto del nuovo preside, Albus Silente, per chiedere ancora una volta di ottenere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure. Il colloquio tra i due fu breve e, almeno in apparenza, cordiale. Silente, però, che non aveva alcuna intenzione di assumerlo e, anzi, aveva continuato a tenerlo d'occhio, lo affrontò con franchezza: sapeva bene che Riddle non aveva mai nutrito alcun reale interesse per l'insegnamento. E così, messo di fronte all'impossibilità di rivelare le proprie vere, sinistre intenzioni, Voldemort lasciò il castello, ricevendo in cambio solo un ultimo, pacato ammonimento da parte del suo vecchio insegnante. Da quel giorno in poi, nessun professore di Difesa Contro le Arti Oscuro riuscì a mantenere l'incarico per più di un anno; cosa che Silente attribuì a una maledizione lanciata proprio da Riddle nel momento in cui gli venne negato il posto.

Quella visita, tuttavia, non fu vana. Sfruttando il temporaneo accesso al castello, Voldemort riuscì infatti a nascondere il diadema di Corvonero nella Stanza delle Necessità, luogo in cui credeva che nessuno l'avrebbe mai trovato.[24][27]

Negli anni successivi, quelli che precedettero la Prima Guerra dei Maghi, Voldemort si dedicò a consolidare il proprio potere e a costruire il suo seguito. Iniziò a raccogliere attorno a sé un gruppo sempre più nutrito di maghi e streghe che si diedero il nome di Mangiamorte. Alcuni abbracciavano con fervore la sua ideologia, fondata sulla supremazia dei Purosangue e la sottomissione di Babbani e Nati Babbani; altri erano attratti dalla promessa di potere, ricchezza e prestigio; altri ancora si unirono a lui spinti unicamente dal timore. Voldemort non considerava nessuno di loro un pari, né nutriva affetto o lealtà nei loro confronti. Li vedeva come strumenti, pedine da muovere in un gioco che solo lui aveva il diritto di comprendere appieno. Secondo Sirius Black, il Signore Oscuro non esitava a ricorrere a inganni, maledizioni o ricatti pur di assicurarsi la fedeltà dei suoi seguaci.

Fu proprio in questo periodo che perfezionò le sue abilità nella Legilimanzia, fino a raggiungere livelli mai eguagliati. Severus Piton, esperto a sua volta in questa disciplina, lo definì il più abile e potente Legilimens che il Mondo Magico avesse mai conosciuto. Voldemort era in grado di leggere nella mente altrui con terrificante precisione, di manipolare i pensieri, di insinuare dubbi e deliri e deformarli fino alla follia. Raramente veniva ingannato. Stando a Piton, il Signore Oscuro traeva un piacere perverso nello spezzare le menti: evocava visioni terrificanti, incubi così vividi da portare alla pazzia. E solo quando la vittima, annientata, implorava la morte come unica via d'uscita, lui concedeva il colpo finale.

Prima Guerra dei Maghi (1970-1981)[]

«Lui stava prendendo il sopravvento. Chiaro, qualcuno cercò di fermarlo... e lui lo uccise. In modo orribile.»
— Le azioni di Voldemort durante la Prima Guerra dei Maghi[src]
Voldemort incappucciato

Voldemort con indosso un mantello con cappuccio durante la Prima Guerra, forse come mezzo per incutere paura.

Nel 1970, Voldemort diede inizio alla Prima Guerra dei Maghi sfruttando una delle più profonde e radicate debolezze del mondo magico: l’emarginazione sistematica delle creature non umane. Riuscì a stringere alleanze con i giganti – costretti da tempo a rifugiarsi tra le montagne a causa dall’ostilità dei maghi — e con i lupi mannari, perseguitati e temuti dalla maggior parte della comunità magica. In molti temettero che anche i goblin si sarebbero schierati al suo fianco, privati com'erano del diritto di usare le bacchette, ma ciò non avvenne mai. Al contrario, a un certo punto del conflitto, Voldemort fece massacrare un'intera famiglia di goblin nei pressi di Nottingham. Le ragioni di questo gesto non furono mai chiarite: forse si trattò di una ritorsione per la loro neutralità, o forse fu semplicemente un atto di crudeltà gratuita, come tanti altri compiuti dai suoi seguaci.

Durante la guerra, l’esercito del Signore Oscuro seminò distruzione su vasta scala, colpendo non solo obiettivi strategici, ma anche comunità civili e famiglie innocenti. In alcuni casi, si servirono persino dei cadaveri delle proprie vittime per creare degli Inferi, creature non-morte controllate attraverso l'uso della magia nera.

All'epoca, a guidare la resistenza ufficiale, era Bartemius Crouch Sr., Direttore dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Famoso per il suo odio inflessibile verso le Arti Oscure, Crouch emanò un editto straordinario che autorizzava gli Auror a impiegare le Maledizioni Senza Perdono contro i Mangiamorte, anche senza preavviso o provocazione, sospendendo di fatto molte delle tutele legali vigenti. Il prezzo di questa politica fu altissimo: in più di un'occasione, infatti, i sospettati furono consegnati direttamente ai Dissennatori senza nemmeno passare per un regolare processo davanti al Wizengamot, mentre numerosi innocenti vennero condannati ingiustamente ad Azkaban, vittime di accuse infondate o processi sommari.

Le atrocità commesse da Voldemort e dai suoi seguaci, unite all’aura di terrore che lo circondava, portarono la popolazione magica a temere persino di pronunciare il suo nome. La maggior parte delle persone, perciò, iniziò a riferirsi a lui come Tu-Sai-Chi o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, espressioni che divennero presto di uso comune in ogni angolo del Paese.

Sotto la ferrea protezione di Albus Silente — l’unico che Voldemort temesse realmente — Hogwarts rimase un luogo sicuro e inviolato per tutta la durata del conflitto. Fu proprio in quegli anni che Silente fondò l'Ordine della Fenice, un’organizzazione segreta nata per contrastare l’avanzata del Signore Oscuro e dei suoi seguaci.

La guerra durò undici lunghi anni, durante i quali Voldemort e i Mangiamorte si resero responsabili dell’eliminazione sistematica di diverse famiglie di maghi notoriamente fedeli alla resistenza, tra cui i Bones, i Prewett e i McKinnon. Voldemort stesso, che raramente si abbassava ad affrontare chi non considerava all’altezza del proprio potere, uccise personalmente Dorcas Meadowes, una delle più valorose combattenti dell’Ordine della Fenice.[29]

Mettere alla prova le difese degli Horcrux[]

Voldemort a Godric's Hollow

Lord Voldemort si prepara a uccidere streghe e maghi che gli si oppongono

Nel 1979, Voldemort decise di mettere alla prova le difese che aveva posto attorno ai suoi Horcrux. Nascose il medaglione di Serpeverde nella stessa caverna che era solito visitare da bambino e chiese a Regulus Black – un giovane Mangiamorte diciottenne che riteneva leale e devoto – di prestargli il suo elfo domestico, Kreacher. Voldemort portò quindi l’elfo con sé nella grotta, lo costrinse a bere la Pozione di Smeraldo che proteggeva l’Horcrux e poi lo abbandonò a morire sull’isoletta al centro del lago sotterraneo. Kreacher, tuttavia, grazie alla magia degli elfi domestici, riuscì miracolosamente a tornare a casa e a raccontare tutto a Regulus, che rimase profondamente sconvolto. Da tempo, infatti, il ragazzo nutriva dubbi sulla causa che aveva abbracciato e il racconto dell’elfo fu la goccia che fece traboccare il vaso. Fu in quel momento che decise di disertare e agire in segreto contro Voldemort.

Sebbene il Signore Oscuro non avesse mai rivelato a nessuno l’esistenza dei suoi Horcrux, nel corso degli anni aveva lasciato trapelare – tra un’allusione e l’altra – abbastanza indizi da permettere a Regulus, più intelligente e perspicace di quanto molti ritenessero, di intuire la verità: Voldemort aveva diviso la propria anima per ottenere l’immortalità. Così, convinto che il medaglione fosse uno degli oggetti oscuri che lo rendevano invulnerabile, Regulus se ne procurò una copia identica, inserì al suo interno un messaggio indirizzato a Voldemort e ordinò a Kreacher di condurlo nella grotta.

Una volta raggiunto l’isolotto, davanti alla bacinella colma della pozione protettiva, Regulus bevve il liquido fino all’ultimo sorso, sacrificandosi al posto dell’elfo. Poi, prima che la sete insaziabile e il dolore che la pozione infliggeva lo sopraffacessero, ordinò a Kreacher di prendere il medaglione originale, sostituirlo con quello falso e fuggire senza di lui per trovare il modo di distruggerlo. L’elfo, fedele al suo padrone, eseguì gli ordini e riuscì a fuggire, ma non fu mai in grado di distruggere l’Horcrux. Regulus, invece, tentò disperatamente di bere dal lago per placare l’agonia che lo consumava, ma venne trascinato sott’acqua dagli Inferi. Morì così, senza che Voldemort sospettasse mai del suo tradimento.

In quello stesso periodo, Voldemort affidò il suo vecchio diario a Lucius Malfoy, uno dei suoi Mangiamorte più fidati. Gli ordinò di nasconderlo con cura, senza però rivelargli che conteneva un frammento della sua anima. Si limitò invece a dirgli che, una volta introdotto a Hogwarts, il diario avrebbe riaperto la Camera dei Segreti, scatenando il mostro nascosto al suo interno e liberando la scuola dai Nati Babbani nel nome della purezza del sangue.

Affidò poi la Coppa di Tosca Tassorosso a Bellatrix Lestrange, un’altra delle sue seguaci più devote, ordinandole di custodirla come fosse la cosa più preziosa al mondo. Bellatrix la nascose nella camera blindata della famiglia Lestrange alla Gringott, considerata una delle più inespugnabili dell’intera banca. Sebbene non sapesse che si trattasse di un Horcrux, la trattò con una reverenza quasi religiosa, proteggendola con incantesimi complessi: uno, in particolare, faceva moltiplicare gli oggetti all’infinito se toccati da chi non ne fosse il legittimo proprietario; un altro li faceva diventare incandescenti e bruciava chiunque tentasse di rubarli.

Con ogni probabilità, sempre in quel periodo, Voldemort riportò l’anello dei Gaunt nella decrepita baracca di famiglia. Lo mise in una scatola dorata che nascose sotto le assi marce del pavimento e lo circondò di potenti incantesimi per scoraggiare chiunque cercasse di avvicinarsi. Sull’anello pose anche una potente maledizione, progettata per uccidere rapidamente chiunque avesse l’imprudenza di indossarlo senza prendere adeguate precauzioni.

La profezia[]

«Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese... l’Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive... il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese...»
— La profezia sulla caduta di Voldemort.
Prima profezia della professoressa Cooman

Prima profezia della professoressa Cooman

Dieci anni dopo l'inizio della guerra, quando Voldemort era ormai all’apice del suo potere, Sibilla Cooman pronunciò una profezia che prediceva la caduta del Signore Oscuro. L'evento ebbe luogo alla Testa di Porco, durante un colloquio con Albus Silente per la cattedra di Divinazione.[29] La profezia fu in parte ascoltata da Severus Piton, allora Mangiamorte e informatore, nascosto nei pressi della stanza.[24] Secondo quanto riferito da Silente, Piton sentì soltanto metà della profezia prima che Aberforth, il fratello di Albus e gestore della locanda, lo sorprendesse a origliare e lo cacciasse. Piton riportò quanto udito a Voldemort, ignaro di aver perso una parte cruciale del messaggio.[29]

La versione dei fatti raccontata dalla stessa Cooman, tuttavia, differisce leggermente: la donna ricordava di essersi sentita male e che, proprio in quel momento, Aberforth era piombato nella stanza trascinando con sé Piton, colto in flagrante mentre ascoltava dietro la porta. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta al fatto che Silente, nel tentativo di proteggere l’identità della spia, raccontò a Harry una versione più semplice e meno compromettente degli eventi reali.

In ogni caso, Voldemort venne a conoscenza solo della prima parte della profezia e, temendone l’avverarsi, decise di agire in anticipo per impedire che il prescelto crescesse abbastanza da rappresentare una minaccia.

All’epoca, erano due i neonati a cui la profezia avrebbe potuto riferirsi: Harry Potter, figlio mezzosangue di James e Lily Potter, e Neville Paciock, figlio purosangue di Frank e Alice Paciock. Entrambe le famiglie, infatti, facevano parte dell’Ordine della Fenice e avevano già affrontato Voldemort tre volte; entrambi i bambini erano nati alla fine di luglio. Voldemort, tuttavia, scelse di colpire Harry invece di Neville. Silente sospettava che questa decisione fosse legata al fatto che Harry, come Voldemort, era un mezzosangue, e che ciò potesse aver indotto il Signore Oscuro a riconoscersi in lui, identificandolo come l’unico in grado di sfidarlo davvero.[29]

La prima caduta[]

«Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Scappa! Corri! Io cerco di trattenerlo...»
— Gli ultimi momenti di James Potter prima della sua morte[src]
Lily murder 1981

Lily Potter muore per proteggere suo figlio, fornendogli una protezione potentissima.

Qualche tempo dopo la nascita di Harry, Peter Minus, membro dell’Ordine della Fenice e Custode Segreto dei Potter, tradì i suoi amici e cominciò a collaborare con Voldemort come Mangiamorte. Il 31 ottobre 1981, rivelò al Signore Oscuro l’ubicazione della famiglia nascosta a Godric’s Hollow.

Con l’incantesimo Fidelius ormai infranto, Voldemort si recò personalmente sul posto e, senza incontrare ostacoli, entrò nella casa. Una volta dentro, uccise James e Lily Potter, che erano privi delle loro bacchette e quindi incapaci di difendersi. Tuttavia, quando lanciò la Maledizione Mortale contro Harry, l'incantesimo gli si ritorse contro, rimbalzando e strappandolo dal suo corpo.

Questo accadde grazie al sacrificio di Lily, che, donando la propria vita per proteggere il figlio, aveva attivato una potente e antica forma di magia: un incantesimo di protezione nato dall’amore, che avrebbe continuato a proteggere Harry per molti anni a venire.[30] Dopo undici anni di dominio e guerra, il Signore Oscuro veniva così sconfitto per la prima volta.

Voldemort tenta di uccidere Harry

Voldemort tenta di uccidere Harry, l'evento che porterà alla sua caduta.

Fu in quel momento che venne creato, del tutto inconsapevolmente, anche il penultimo Horcrux di Voldemort. Anni di esperimenti, omicidi e frammentazioni intenzionali dell’anima, infatti, avevano reso la parte restante dell’anima di Voldemort talmente instabile che, quando il suo corpo fu annientato, una scheggia si staccò e si attaccò all’unico essere vivente ancora presente nella stanza: Harry Potter. Quella porzione d’anima si fuse con quella di Harry, legandosi a lui in modo permanente. Ciò conferì al bambino alcuni poteri del Signore Oscuro – tra cui la capacità di parlare il Serpentese – e creò un legame mentale e magico tra i due. Ironia della sorte, Harry divenne il sesto Horcrux, completando l’obiettivo che Voldemort si era prefissato: suddividere la propria anima in sette parti, numero che considerava magico e perfetto.

Quella stessa notte, ciò che rimaneva dell’anima straziata di Voldemort abbandonò in fretta le rovine della casa, svanendo nell’oscurità.

Tra le guerre (1981-1994)[]

«Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile fantasma... eppure ero vivo.»
— Lord Voldemort in merito alla sua disfatta[src]
Processo Wizengamot memoria Pensatoio

Processo ai Mangiamorte

Dopo la prima caduta di Voldemort, i Mangiamorte si dispersero e cercarono di tornare a una vita normale, convinti che il loro padrone fosse morto. Molti affermarono di essere stati vittime della Maledizione Imperius, mentre altri rimasero fedeli agli ideali del loro Signore e continuarono la sua opera. Tra questi spiccava soprattutto la famiglia Lestrange, che venne infine catturata, processata e condannata ad Azkaban. La maggior parte dei Mangiamorte, tuttavia, riuscì a evitare il carcere e a reintegrarsi nella società, approfittando del clima incerto del dopoguerra.[31]

Spirito di Voldemort

Anima incorporea di Voldemort

Nonostante avesse perso sia la sua forma fisica che i suoi poteri magici, Voldemort non era morto: sopravviveva in forma spettrale, mantenuto nel mondo dei vivi solo grazie agli Horcrux che aveva creato. Si rifugiò così nelle foreste dell’Albania, dove in passato aveva nascosto il suo quinto Horcrux, e attese che i suoi fedeli lo ritrovassero. Ma i tempi erano cambiati. La maggior parte dei suoi seguaci lo credeva morto, e coloro che gli erano ancora fedeli erano stati uccisi o rinchiusi ad Azkaban.

Privo di alleati, perciò, Voldemort dovette fare affidamento sull’unico potere che gli restava: la capacità di possedere altri esseri viventi. Riusciva infatti a ottenere temporaneamente una forma fisica entrando nel corpo degli animali, in particolare dei serpenti, sebbene detestasse farlo: le creature non erano adatte all’uso della magia e la possessione ne accorciava drasticamente la vita. Nessuno dei corpi che utilizzava resisteva a lungo, e alla fine era costretto a tornare al suo stato spettrale. Inoltre, qualsiasi incantesimo in grado di restituirgli la forza avrebbe richiesto l’uso di una bacchetta, e gli animali, naturalmente, non potevano brandirne una. Non osava addentrarsi nei centri abitati per possedere esseri umani: sapeva bene che gli Auror erano ancora all’erta, in cerca di qualsiasi traccia della sua presenza. Così rimase nascosto, un’ombra priva di corpo, in attesa del momento giusto per rinascere.[30]

Ricerca della Pietra Filosofale[]

«Lo vedi che cosa sono diventato? Pura ombra e vapore... Io prendo forma soltanto quando posso abitare il corpo di qualcuno... Ma ci sono sempre state persone disposte ad aprirmi il cuore e la mente... Nelle scorse settimane il sangue di unicorno mi ha rinvigorito... Hai visto quando il fedele Raptor l’ha bevuto per me, nella Foresta... Una volta che mi impossesserò dell’Elisir di Lunga Vita, potrò crearmi un corpo tutto mio... E ora, veniamo a noi... Perché non mi dai la Pietra che hai in tasca? Non essere sciocco. È meglio che tu ti tenga stretta la vita e ti unisca a me... altrimenti farai la stessa fine dei tuoi genitori! Loro sono morti implorando la mia clemenza...»
— Voldemort parla a Harry attraverso il professor Raptor[src]
Quirinus Quirrell con un iguana

Quirinus Raptor, ospite temporaneo di Voldemort

Nel 1991, Voldemort mise a punto un piano per riconquistare un corpo fisico. Il professor Quirinus Raptor, allora insegnante di Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts, si era recato per un viaggio studio in Albania, dove la sua mente ingenua e facilmente suggestionabile si rivelò una preda ideale. Voldemort riuscì a insinuarsi nel suo corpo e a tornare in Inghilterra insieme a lui. Fu in quel periodo che, in qualche modo, il Signore Oscuro venne a conoscenza dell’esistenza della Pietra Filosofale e del suo straordinario potere: grazie all’Elisir di Lunga Vita, avrebbe potuto riottenere un corpo vero e permanente. Ordinò quindi a Raptor di rubare la Pietra dalla Camera 713 della Banca dei Maghi Gringott, ma una volta dentro scoprì che era stata rimossa proprio quel giorno. Tramite i contatti di Raptor all’interno di Hogwarts, venne a sapere che la Pietra era stata nascosta nella scuola.[30]

Nello stesso anno, Harry Potter cominciò il suo primo anno a Hogwarts. Le difese poste a protezione della Pietra erano numerose e complesse, e tra coloro che le avevano predisposte vi era anche Severus Piton. Ex Mangiamorte redento, ora docente di Pozioni, Piton sospettava di Raptor e iniziò a sorvegliarlo con costanza.

La notte del 31 ottobre, Raptor liberò un troll nei sotterranei del castello per creare un diversivo. Poi, sfruttando la confusione, cercò di introdursi nel Corridoio del Terzo Piano, dove la Pietra era custodita. Piton, però, lo seguì e riuscì a ostacolarlo, pur rimanendo ferito dal morso del cane a tre teste, Fuffi, posto a guardia dell’ingresso.[30] Voldemort, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di arrendersi.

Raptor getta il malocchio sulla scopa di Harry

Raptor getta il malocchio sulla scopa di Harry sotto ordine di Voldemort.

Poco tempo dopo, durante una partita di Quidditch tra Grifondoro e Serpeverde, ordinò a Raptor di uccidere Harry Potter. Il professore maledisse così la scopa del ragazzo nel tentativo di farlo precipitare, ma Piton cercò di proteggerlo con un contro-incantesimo. Hermione Granger, osservando la folla con un paio di binocoli per capire chi stesse lanciando l’incantesimo, vide Piton mormorare sottovoce e, fraintendendo le sue intenzioni, credette che fosse lui a cercare di ferire Harry. Corse allora verso la tribuna dove si trovava e diede fuoco alla sua tunica per distrarlo e fermarlo. Nello scompiglio che ne seguì, urtò accidentalmente Raptor, facendogli perdere il contatto visivo necessario per mantenere attiva la maledizione.

Bere il sangue di unicorno[]

«La figura col mantello alzò il capo e puntò lo sguardo su Harry, con il sangue dell’unicorno che gli colava sul petto. Poi si alzò in piedi e gli si avvicinò rapidamente. Harry non riusciva a muoversi per il terrore.»
— Voldemort beve il sangue di unicorno[src]
Raptor-Voldemort beve il sangue di Unicorno

Raptor beve sangue di Unicorno per rinvigorire sé stesso e Voldemort.

Nel corso dell’anno, ospitare l’anima di Voldemort cominciò a indebolire progressivamente il corpo di Raptor. Per mantenerlo in vita e, al tempo stesso, assorbirne l’energia vitale, Voldemort lo costrinse a recarsi nella Foresta Proibita per cacciare unicorni e a bere il loro sangue, sfruttandone le rare proprietà curative. Fu proprio lì che il professore si imbatté, una notte, in Harry, Draco Malfoy e Thor, il cane di Hagrid. Stava per attaccare Harry quando, all’improvviso, intervenne il centauro Fiorenzo, salvando il ragazzo.

Voldemort nella Foresta

Raptor si prepare ad attaccare Harry nella Foresta Proibita

Qualche settimana più tardi, poco prima degli esami di fine anno, Harry udì per caso una conversazione tra Raptor e Voldemort, durante la quale il Signore Oscuro ordinava al professore di tentare nuovamente di impossessarsi della Pietra. Tuttavia Harry, ignaro della reale identità dell’interlocutore, interpretò male il dialogo e pensò si trattasse di una lite tra Piton e Raptor. Questo equivoco era stato alimentato anche da un episodio recente: dopo la partita di Quidditch contro Tassorosso, infatti, Harry aveva visto Piton affrontare minacciosamente il collega.

Nel frattempo, Voldemort continuava a studiare un modo per oltrepassare le difese che proteggevano la Pietra. Conoscendo perfettamente l’amore di Hagrid per le creature magiche – un amore che risaliva ai tempi in cui era studente – e sapendo che Fuffi apparteneva proprio al mezzogigante, Voldemort escogitò un piano per aggirare l’ostacolo. Costrinse così Raptor a ingannarlo. Un giorno, travestito con un mantello che gli copriva il volto, il professore si recò alla Testa di Porco, a Hogsmeade, dove si avvicinò a Hagrid e lo coinvolse in una partita a carte. In palio mise un raro uovo di drago.[30] Hagrid, convinto di avere di fronte un commerciante di draghi appassionato di creature pericolose quanto lui, abboccò. Dopo qualche boccale di idromele e tra una chiacchierate e l’altra, finì per rivelargli — senza pensarci troppo — che per far addormentare Fuffi bastava suonare della musica.

Secondo incontro con Harry Potter[]

Voldemort possiede Quirrell

Voldemort mentre parassita il corpo di Raptor.

Il 4 giugno 1992, Voldemort mise in atto l’ultima fase del suo piano. Ordinò a Raptor di inviare una falsa lettera ad Albus Silente, dove gli veniva chiesto di recarsi urgentemente al Ministero della Magia. Poi, una volta che il preside lasciò il castello, colse l’occasione: con l’aiuto del suo ospite, superò le difese magiche poste a protezione della Pietra e si addentrò dei sotterranei di Hogwarts fino a raggiungere lo Specchio delle Brame.

Harry tocca la faccia di Raptor

La morte di Raptor

All’interno dello specchio, Raptor vedeva se stesso mentre consegnava la Pietra al suo padrone. Tuttavia, non riusciva a capire come ottenerla. Fu solo quando Harry arrivò, convinto di dover impedire a Piton di impossessarsi della Pietra, che Voldemort intravide un'opportunità. Come avrebbe poi spiegato Silente: «Soltanto chi avesse voluto trovare la Pietra, ma non usarla, sarebbe riuscito a prenderla». Voldemort lo capì e ordinò a Raptor di attaccare Harry. Ma nel momento in cui Raptor lo toccò, accadde qualcosa di inaspettato: le sue mani si coprirono di vesciche e iniziarono a bruciare. Harry allora gli afferrò il volto con entrambe le mani, provocandogli gravi ferite.

Prima che Raptor potesse far del male a Harry, però, Silente fece ritorno. Lo spirito di Voldemort abbandonò quindi il corpo dell’insegnante, uccidendolo nel processo e, privo di un contenitore e di qualunque potere residuo, tornò a rifugiarsi nelle foreste in Albania, più debole che mai. Ancora una volta, al Signore Oscuro non restava altro che aspettare che qualcuno tornasse ad aiutarlo.

Riapertura della Camera dei Segreti[]

Voldemort: «Be’, come è potuto accadere che un neonato senza alcun particolare talento magico sia riuscito a sconfiggere il più grande mago di tutti i tempi? Come hai fatto a cavartela solo con una cicatrice, mentre i poteri di Lord Voldemort sono andati distrutti?»
Harry: «Perché ti importa tanto di sapere come ho fatto a cavarmela? Voldemort è venuto dopo...»
Voldemort: «Voldemort è il mio passato, il mio presente e il mio futuro, Harry Potter..»
— Tom Riddle rivela la sua vera identità a Harry Potter[src]
Ricordo di Voldemort

Il Riddle del Diario mostra a Harry uno dei suoi ricordi

Mentre Voldemort si nascondeva in Albania, indebolito e privato del corpo dopo il fallito tentativo di impossessarsi della Pietra Filosofale, uno dei suoi Horcrux rimaneva ancora nelle mani di Lucius Malfoy: il diario che conteneva parte della sua anima.

Nell’estate del 1992, approfittando della recente approvazione della Legge per la Protezione dei Babbani da lui stesso promossa, Arthur Weasley avviò una serie di perquisizioni in diverse abitazioni magiche, alla ricerca di oggetti oscuri o incantati illegalmente. Sapendo che Malfoy Manor sarebbe stata presto ispezionata, Lucius si affrettò a liberarsi di alcuni dei suoi oggetti più compromettenti, vendendoli da Magie Sinister, e approfittò della situazione per mettere in atto un vecchio compito che Voldemort gli aveva affidato: riaprire la Camera dei Segreti.

Durante una visita a Il Ghirigoro Malfoy riuscì a nascondere il diario tra gli effetti personali della piccola Ginny Weasley, undicenne e al suo primo anno a Hogwarts. Così facendo, sperava di colpire due bersagli con un solo colpo: liberarsi di un oggetto oscuro che avrebbe potuto incriminarlo e, al tempo stesso, screditare Arthur Weasley e la sua famiglia.

Ginny Weasley scrive sul muro

Ginny Weasley mentre è posseduta dal frammento di anima di Tom.

Una volta a scuola, Ginny iniziò a scrivere nel diario, trovando conforto in quelle pagine che le rispondevano con il tono affabile e comprensivo di un sedicenne di nome Tom Riddle. Ignara della vera natura dell’oggetto, iniziò così a confidargli paure, segreti e pensieri più intimi. Ma dietro quella voce gentile si celava una trappola: il diario, infatti, si nutriva della sua energia vitale, indebolendola giorno dopo giorno, mentre la sua volontà veniva gradualmente sopraffatta. Sotto l’influenza di Riddle, Ginny riaprì la Camera dei Segreti e liberò il Basilisco, che cominciò a terrorizzare Hogwarts, pietrificando diversi studenti. Mentre era posseduta, la ragazza uccise anche i galli di Hagrid – il cui canto era in grado di uccidere il mosto – e scrisse messaggi minacciosi sui muri della scuola, utilizzando il loro sangue. Con il passare del tempo, Ginny cominciò a percepire che qualcosa di oscuro si stava impossessando di lei. Spaventata e confusa, cercò di disfarsi del diario, gettandolo nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

Fu lì che Harry e Ron lo trovarono per caso. Harry, incuriosito, iniziò a comunicare con l’oggetto, ignaro del pericolo che rappresentava.[19]

Distruzione del primo Horcrux[]

Harry, Ginny e Voldemort nella Camera dei Segreti

Tom Riddle osserva Harry e Ginny priva di sensi nella Camera dei Segreti

Quando Ginny si accorse che Harry aveva trovato il diario, fu presa dal panico. Temeva che potesse leggerne il contenuto e scoprire non solo i sentimenti che provava per lui, ma anche le azioni terribili che aveva compiuto mentre era sotto l’influenza dell’oggetto. Così lo rubò nuovamente, nel disperato tentativo di nascondere la verità. Ma ormai era troppo tardi. Il frammento d’anima di Voldemort contenuto nel diario aveva assorbito abbastanza energia vitale della ragazza da poter assumere una forma fisica. Approfittando di questo, Riddle attirò Ginny nella Camera dei Segreti, ignorando le sue lacrime e le sue suppliche. Lì, la ragazza venne lasciata a morire, mentre la proiezione del giovane Voldemort diventata sempre più solida e reale.

Harry la raggiunse appena in tempo. Affrontò il Basilisco e, grazie anche alla fenice di Silente, Fanny – richiamata dalla profonda lealtà che Harry nutriva verso il Preside – usò la Spada di Godric Grifondoro per uccidere la creatura.

Harry distrugge diario Tom Riddle

Harry distrugge il diario di Riddle.

Fu proprio durante questo scontro che Harry scoprì il passato di Voldemort e il suo verso nome: Tom Orvoloson Riddle. In un primo momento, Harry lo scambiò per un alleato e gli chiese persino aiuto, ma poi Riddle rivelò la propria identità e, con voce fredda e orgogliosa, gli raccontò del suo passato e del desiderio di vendetta. Il suo obiettivo non era solo proseguire l'opera di Salazar Serpeverde, epurando Hogwarts dai Nati Babbani; era soprattutto vendicarsi di Harry, il bambino che anni prima lo aveva sconfitto.

Guidato dall’istinto, Harry afferrò allora una delle zanne del Basilisco e trafisse il diario, nel tentativo di distruggerne il potere oscuro che vi dimorava.[19] Così facendo, non solo riuscì a neutralizzarlo salvando Ginny, ma distrusse inconsapevolmente anche uno degli Horcrux di Voldemort.[24]

Ritorno al potere (1994-1995)[]

«Ho le mie ragioni per voler usare il ragazzo, come ti ho già spiegato, e non userò nessun altro. Ho aspettato tredici anni. Qualche mese in più non farà alcuna differenza. Quanto alla protezione di cui gode, sono convinto che il mio piano funzionerà. Tutto quello che serve è un po’ di coraggio da parte tua, Codaliscia: coraggio che troverai, a meno che tu non voglia provare tutta la potenza dell’ira di Voldemort...»
— Voldemort informa Codaliscia del suo piano per uccidere Harry Potter[src]

Riunire i vecchi compagni[]

Peter Minus - Harry Potter e il calice di fuoco

Peter Minus tiene tra le braccia un debole Voldemort

Nell’estate del 1994, quando ormai Lord Voldemort aveva perso quasi ogni speranza di ricevere aiuto dai suoi vecchi seguaci, accadde qualcosa di inaspettato. Peter Minus, noto anche come Codaliscia, che anni prima aveva inscenato la propria morte e vissuto nascosto sotto forma di topo grazie alla sua condizione di Animagus, si mise in viaggio verso l’Albania. Stanco e affamato, decise di fermarsi a mangiare in una locanda nei pressi della foresta dove Voldemort si nascondeva. Fu proprio lì che Bertha Jorkins, un’impiegata del Ministero della Magia in vacanza in Albania, lo riconobbe. Nonostante fosse stato smascherato, Minus riuscì a ingannarla e ad attirarla nella foresta, dove la sopraffece e la consegnò al Signore Oscuro. Nel torturarla, Voldemort scoprì che su di lei era stato lanciato un potente Incantesimo di Memoria.

Una volta spezzato l’incantesimo, Voldemort apprese che il Torneo Tremaghi si sarebbe tenuto quell’anno a Hogwarts e che Alastor Moody, ex Auror noto per la sua paranoia, avrebbe insegnato Difesa contro le Arti Oscure. Ma non solo: Bertha gli rivelò anche che Bartemius Crouch Jr., un suo fedele Mangiamorte creduto morto durante la prigionia ad Azkaban, era in realtà ancora vivo. Suo padre, Bartemius Crouch Sr., lo teneva nascosto in casa, dopo averlo aiutato a fuggire. Era stata proprio Bertha, tempo prima, a imbattersi per caso in Crouch Jr. nella sua abitazione. Per impedirle di rivelare quanto aveva visto, Crouch Sr. le aveva imposto un Incantesimo di Memoria[31] – lo stesso che Voldemort finì per spezzare.

Tuttavia, il corpo e la mente della donna erano ormai troppo danneggiati dagli incantesimi subiti, e Voldemort non poté impossessarsi di lei. Così, la uccise. Sapendo che anche Minus era considerato morto dalla comunità magica e avrebbe destato troppa attenzione, Voldemort rinunciò a impossessarsi del suo corpo. Insieme, costruirono invece un corpo rudimentale che il Signore Oscuro poté utilizzare per muoversi e compiere incantesimi, seppur in forma limitata. Per sopravvivere in quello stato precario, Voldemort era costretto a bere una pozione grezza preparata con sangue di unicorno e veleno di Nagini, un serpente che aveva reso suo fedele compagno. Dopo l’assassinio della Jorkins, Voldemort trasformò proprio Nagini nel suo ultimo Horcrux, convinto che la sua anima fosse ormai divisa in sette frammenti.

Nel frattempo, consapevole che Silente aveva sicuramente distrutto la Pietra Filosofale e dunque reso impossibile usare l’Elisir di Lunga Vita per ottenere una nuova forma[8], Voldemort decise di ricorrere a un’antica e potente magia oscura: un rituale arcaico in grado di creare un corpo nuovo. Stilò quindi un piano per tornare in Inghilterra e recuperare due degli ingredienti fondamentali: un osso del padre e il sangue del suo nemico più odiato, Harry Potter. Il terzo ingrediente – carne offerta volontariamente da un servitore fedele – sarebbe stato fornito da Codaliscia

Il Torneo Tremaghi[]

Voldemortbaby

Voldemort che trama di usare Harry Potter per facilitare il suo ritorno.

Tornato a Casa Riddle, nel villaggio di Little Hangleton, Voldemort cominciò a pianificare il passo successivo: uccidere finalmente Harry Potter. In un primo momento, prese in considerazione l’idea di rapirlo durante la 422ª Coppa del Mondo di Quidditch, approfittando del fatto che, lontano dai Dursley e da Silente, il ragazzo sarebbe stato più vulnerabile. Tuttavia, la sua forma ancora instabile e la massiccia presenza di impiegati del Ministero della Magia resero impossibile mettere in atto quel piano. Decise allora di elaborare una strategia più sottile: non sarebbe stato lui a catturare Harry, ma avrebbe fatto in modo che il ragazzo venisse condotto da lui senza sospetti. Nacque così il piano per infiltrarsi a Hogwarts sfruttando Bartemius Crouch Jr., il quale avrebbe assunto le sembianze del celebre Auror Alastor Moody che Voldemort aveva appreso avrebbe assunto la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure durante l’anno scolastico 1994-1995.

Voldemort uccide Frank Bryce

Voldemort uccide Frank Bryce con la Maledizione Mortale

Mentre Voldemort e Codaliscia discutevano i dettagli del piano in Casa Riddle, ignoravano di non essere soli. Frank Bryce, il vecchio custode Babbano dell’edificio, infatti, ascoltava ogni parola da dietro la porta. Per cinquant’anni era stato sospettato dagli abitanti del villaggio per l’assassinio della famiglia Riddle, ma lui aveva sempre giurato essere innocente. Quella notte, mosso dalla curiosità e dal sospetto, si era avvicinato alla stanza attirato dalle voci sconosciute.

Fu Nagini, strisciando silenziosa nel corridoio, a scorgerlo per prima. Non appena lo vide, informò il suo padrone in Serpentese. Voldemort, senza alcuna fretta, lo invitò a entrare. Dopo una breve conversazione, in cui Frank cercò di capire chi fossero quegli intrusi e cosa stessero tramando, il Signore Oscuro lo uccise senza esitazione. L’uomo aveva udito troppo e lui non poteva permettersi testimoni.[31]

La vigilia della Guerra[]

Durante la Coppa del Mondo di Quidditch, Barty Crouch Jr. riuscì temporaneamente a liberarsi dagli incantesimi di controllo imposti dal padre e, approfittando della confusione, ad evocare il Marchio Nero nel cielo. Tuttavia, fu rapidamente catturato di nuovo. Non molto tempo dopo, Voldemort e Codaliscia si recarono alla tenuta dei Crouch, dove il Signore Oscuro assoggettò Crouch Sr. al proprio volere grazie alla Maledizione Imperius e liberò definitivamente il figlio.[31] Voldemort ordinò poi a Crouch Jr. e a Minus di rapire Alastor Moody nella sua abitazione. Una volta averlo catturato, Crouch Jr. lo sottopose a sua volta alla Maledizione Imperius e preparò la Pozione Polisucco per assumerne le sembianze. In questo modo, poté infiltrarsi a Hogwarts e rimanervi per l’intero anno scolastico.

Nei mesi successivi, agendo sotto mentite spoglie, manipolò le prove del Torneo Tremaghi per fare in modo che fosse sempre Harry a superarle, fino a condurlo alla vittoria. Nessuno poteva immaginare che la Coppa fosse stata trasportata in una Passaporta destinata a condurre Harry direttamente da Voldemort.

Bartemius Crouch Snr morto

Cadavere di Bartemius Crouch Sr.

Nel frattempo, Voldemort fece ritorno alla residenza dei Crouch insieme a Codaliscia e ordinò a Crouch Sr. di continuare a comportarsi normalmente per non destare sospetti. Ma col passare del tempo, l’uomo cominciò a manifestare segni di resistenza alla Maledizione Imperius. Voldemort, temendo di perdere il controllo su di lui, decise che non era più sicuro lasciarlo circolare liberamente. Lo confinò quindi in casa, facendo credere a tutti che fosse malato. Tuttavia, verso la fine di maggio del 1995, Crouch Sr., lottando strenuamente contro il controllo mentale, riuscì a fuggire approfittando di una disattenzione di Minus.[31] Animato dalla volontà di avvertire Silente e rivelargli tutto, sia del ritorno di Voldemort che la verità sull’identità del finto Moody, cercò di raggiungere Hogwarts, ma Voldemort, furioso per l’accaduto, ordinò immediatamente a Crouch Jr., di fermare il padre a ogni costo. L’uomo riuscì nella missione, uccidendo il padre prima che potesse parlare.

Minus, invece, colpevole di negligenza, evitò per un soffio di essere dato in pasto a Nagini. Ma non fu risparmiato dal castigo: Voldemort lo punì con la Maledizione Cruciatus, infliggendogli un castigo esemplare.[31]

Il ritorno del Signore Oscuro[]

«E poi mi chiedo: ma come hanno potuto credere che non sarei risorto? Loro, che conoscevano le misure che ho preso, tempo fa, per proteggermi dalla morte dei mortali? Loro, che avevano visto le prove dell’immensità del mio potere, ai tempi in cui ero più grande di ogni altro mago vivente?»
— Voldemort esprime il proprio disappunto ai suoi Mangiamorte[src]
Minus prepara Voldemort per la sua rinascita

Minus prepara Voldemort per la sua rinascita.

Il 24 giugno 1995, durante la prova finale del Torneo Tremaghi, Harry Potter, spinto da un senso di lealtà e spirito sportivo, propose a Cedric Diggory di tagliare il traguardo insieme a lui, condividendo la vittoria. Ma non appena le loro mani toccarono la Coppa, che era in realtà una Passaporta, furono entrambi trasportati in un cimitero abbandonato a Little Hangleton, dove li attendevano Voldemort e Codaliscia.

Su ordine del Signore Oscuro, Minus lanciò l'Anatema che Uccide contro Cedric, uccidendolo sul colpo. Poi immobilizzò Harry, imbavagliandolo e legandolo stretto alla lapide della tomba dei Riddle, trasformandolo in un sacrificio vivente per il rituale oscuro che stava per compiersi.[31]

Rinascita di Voldemort

La rinascita di Voldemort

Con gesti rapidi e spietati, Codaliscia depose il corpo deforme e quasi embrionale di Voldemort in un grande calderone già colmo di una pozione quasi completata. Quindi aggiunse i primi due ingredienti: uno dei quali era la propria mano, che amputò senza esitazione per offrirla al proprio padrone. La pozione reagì immediatamente, passando da un inquietante blu velenoso a un rosso ardente. Infine, prelevò il sangue di Harry, l’ultimo elemento necessario per il rituale, e lo versò nella miscela.[31] Non appena l’ultimo ingrediente toccò il liquido, la pozione esplose in un bianco accecante, sprigionando scintille e sollevando un vapore denso e lattiginoso che si librò in volute dal calderone. Il rituale era compiuto. Lord Voldemort rinacque con un corpo nuovo, emergendo nudo e pallido dalla nebbia. Chiamò Codaliscia, ordinandogli di rivestirlo con una veste nera. Poi rimase immobile per un istante, osservando le proprie mani, sfiorandosi il volto e assaporando la sensazione del corpo ritrovato con una calma quasi solenne. Infine, ordinò al servo di mostrargli il braccio e, con un tocco della bacchetta, attivò il Marchio Nero, richiamando a sé i suoi Mangiamorte.

La convocazione dei Mangiamorte[]

«Ricordo solo di aver costretto infinitamente me stesso, istante dopo istante, senza mai dormire, a esistere... Presi dimora in un luogo remoto, in una foresta, e aspettai... certo uno dei miei fedeli Mangiamorte avrebbe cercato di ritrovarmi... uno di loro sarebbe venuto a compiere la magia a me impossibile, a restituirmi un corpo... ma attesi invano...»
— Voldemort rimprovera i suoi Mangiamorte per non averlo cercato[src]
Voldemort e i Mangiamorte e Little Hangleton

Voldemort rimprovera i Mangiamorte per la loro mancanza di fiducia nel suo ritorno

Coloro che si erano dimostrati più fedeli a lui – fatta eccezione per quelli che avevano scelto volontariamente Azkaban pur di non tradirlo – risposero al richiamo. Apparvero nel cimitero uno dopo l’altro e si disposero in cerchio attorno al padrone rinato. Voldemort li accolse con freddezza, osservandoli in silenzio prima di rimproverarli duramente per aver osato credere che fosse morto. Ora che era tornato, disse loro, avrebbe pretesto molto di più da ognuno di loro.

Il Signore Oscuro raccontò ai suoi Mangiamorte ciò che era accaduto dopo la sua caduta: parlò della notte in cui fu sconfitto per la prima volta, degli anni trascorsi nascosto nell’ombra, privo di corpo, del tentativo fallito di impossessarsi della Pietra Filosofale attraverso il professor Raptor e, infine, della lealtà incrollabile di Peter Minus, l’unico che era riuscito a ritrovarlo e aveva dato inizio al piano per riportarlo in vita. Come ricompensa per la sua dedizione, Voldemort gli donò una nuova mano d’argento, lucente e letale.[31]

Il duello di Little Hangleton[]

«Ti è stato insegnato come ci si sfida a duello, Harry Potter? Ora ci inchiniamo, Harry. Andiamo, bisogna osservare le regole nel dettaglio... Silente sarebbe lieto che facessi sfoggio delle tue buone maniere... inchinati alla morte, Harry... Ho detto inchinati. Molto bene. E ora affrontami, da uomo a uomo... diritto e fiero, così come morì tuo padre...»
— Voldemort si prepara a duellare contro Harry Potter[src]
Prior-incantatio

Il duello tra Harry e Voldemort.

Voldemort rivolse allora tutta la sua attenzione a Harry, e iniziò a deriderlo e umiliarlo apertamente davanti ai suoi Mangiamorte. Dopo averlo insultato e minacciato, ordinò che fosse liberato dai legacci: voleva costringerlo a duellare, certo di avere il sopravvento su di lui. Quando Harry si rifiutò di seguire le formalità di un duello tra maghi, Voldemort lo costrinse a inchinarsi con la Maledizione Imperius. Quindi, cominciò a torturarlo con la Maledizione Cruciatus, infliggendogli un dolore straziante. Provò ancora una volta a soggiogarlo con l’Imperius, ma questa volta Harry riuscì a resistere. Quando Voldemort fu pronto concludere la farsa e a uccidere Harry una volta per tutte, lanciò l’Avada Kedavra proprio nello stesso istante in cui Harry, d’istinto, urlava Expelliarmus. I due incantesimi si scontrarono e le loro bacchette, che condividevano un nucleo gemello, entrarono in connessione. Si innescò un effetto rarissimo: Prior Incantatio.[31]

Prior Incantatio

Voldemort duella con Harry, producendo i suoi ultimi incantesimi come risultato del Prior Incantatio.

La bacchetta di Voldemort fu costretta a rigettare, in ordine inverso, gli ultimi incantesimi che aveva lanciato e così, dalla punta, cominciarono a emergere le ombre spettrali delle sue vittime più recenti: per primo Cedric Diggory, poi Frank Bryce, Bertha Jorkins, e infine Lily e James Potter. Si disposero davanti a Harry, incoraggiandolo, proteggendolo e distraendo Voldemort abbastanza a lungo da offrirgli una possibilità di fuga. Con uno slancio disperato, Harry afferrò il corpo di Cedric e raggiunse la Coppa Tremaghi – ancora una Passaporta. Un istante dopo, fu risucchiato via, lasciando Voldemort furioso e impotente mentre vedeva sfumare l’occasione di uccidere Harry una volta per tutte e impedire che il suo ritorno venisse rivelato al mondo.

Una volta riapparso a Hogwarts, sconvolto e ferito, Harry diede immediatamente l’allarme, mettendo in moto una catena di eventi che avrebbero ostacolato, almeno per un po’, i piani del Signore Oscuro per riconquistare il potere nel mondo magico.[31] Poco dopo, fu Albus Silente a smascherare Barty Crouch Jr., ancora sotto le spoglie di Alastor Moody. Ma prima che il Mangiamorte potesse essere processato davanti al Wizengamot, un Dissennatore – inviato dal Ministero stesso – gli inflisse il Bacio, privandolo dell’anima e rendendolo inservibile come testimone.[31]

Così, l’unica prova del ritorno di Voldemort rimase la parola di Harry, che però il Ministero della Magia si affrettò a mettere in discussione. Nel frattempo, il Signore Oscuro poté rafforzarsi nell’ombra,[29] radunando nuovi alleati tra i maghi oscuri e stringendo nuove alleanze con creature pericolose come i giganti. Infine, riuscì anche a impossessarsi della profezia completa che legava il suo destino a quello di Harry Potter.

Seconda Guerra dei Maghi (1995-1998)[]

Corsa alla profezia[]

Voldemort: "Hai fatto bene a riferirmelo. Molto bene... Ho sprecato mesi in piani infruttuosi, a quanto pare... ma non importa... da questo momento ricominciamo da capo. Hai la gratitudine di Lord Voldemort, Rookwood..."
Augustus Rookwood: "Mio Signore... sì, mio Signore."
Voldemort: "Avrò bisogno del tuo aiuto. Di tutte le informazioni che potrai darmi."
Augustus Rookwood: "Certo, mio Signore, certo... qualunque cosa..."
Voldemort: "Molto bene... puoi andare. Mandami Avery"
— Voldemort parla con Augustus Rookwood del suo desiderio di rubare la profezia.[src]
Gazzetta del Profeta

Articolo del Gazzetta del Profeta che dimostra il tentativo del Ministero di diffamare Harry Potter e chiunque gli credesse.

Nel 1995, Albus Silente ricostituì l'Ordine della Fenice, stabilendo il quartier generale nella casa di famiglia di Sirius Black, al numero 12 di Grimmauld Place. Nel frattempo, a Hogwarts, Harry, Ron e Hermione diedero vita a un'organizzazione simile: l'Esercito di Silente, creato per contrastare l'ingerenza del Ministero della Magia nella scuola, esercitata attraverso l'opprimente presenza di Dolores Umbridge, nuovo Inquisitore Supremo.[29]

A causa del rifiuto del Ministero di riconoscere il ritorno di Lord Voldemort e della campagna diffamatoria orchestrata dalla Gazzetta del Profeta contro Silente e Harry, l’opinione pubblica rimase ignara della minaccia crescente. Questo permise al Signore Oscuro di agire nell’ombra, portando avanti i propri piani senza ostacoli. Fu in questo periodo che Voldemort si recò ad Azkaban per liberare alcuni dei suoi Mangiamorte più fedeli, tra cui Bellatrix Lestrange. L’impresa gli riuscì con facilità, poiché molti Dissennatori avevano ormai giurato fedeltà a lui. I Maghi Oscuri liberati tornarono al suo servizio senza esitazione.[29]

Il primo tentativo di Voldemort di impossessarsi della profezia custodita nell’Ufficio Misteri fu attraverso Lucius Malfoy, che assoggettò Sturgis Podmore – membro dell’Ordine della Fenice – con la Maledizione Imperius e lo mandò a recuperarla. Tuttavia, Podmore non riuscì nemmeno ad accedere all’Ufficio.

Il secondo tentativo coinvolse un Indicibile di nome Broderick Bode. Anche lui venne soggiogato con l’Imperius e incaricato di prelevare la profezia, ma durante il tentativo riportò gravi ferite e fu ricoverato permanentemente al San Mungo, nell’ala per i danni irreversibili da incantesimo. Da questi fallimenti, Voldemort comprese che l’unico modo per ottenere la profezia era far sì che a prenderla fosse uno degli individui menzionati in essa. Non potendo rischiare di entrare di persona al Ministero, sfruttò il legame mentale che lo univa a Harry, inducendolo con l’inganno a recarsi lì al posto suo.[29]

Battaglia dell'Ufficio Misteri[]

Articolo principale: Battaglia dell'Ufficio Misteri
«Non vuoi uccidermi, Silente? Sei superiore a tanta brutalità, vero?»
— Voldemort duella con Silente[src]
Voldemort tortura Sirius Black

La falsa visione di Harry in cui Voldemort tortura Sirius Black

Quando Harry ebbe una visione in cui Sirius Black appariva prigioniero all’intero dell’Ufficio Misteri, decise di correre in suo aiuto senza esitazione, accompagnato da alcuni membri dell’Esercito di Silente: Hermione, Ron, Ginny, Neville e Luna Lovegood. Tuttavia, una volta giunto al Ministero, scoprì che Sirius non era mai stato catturato. La visione era stata soltanto un inganno abilmente orchestrato da Voldemort per attirarlo in trappola.

Nonostante ciò, Harry riuscì a recuperare la sua profezia da uno degli scaffali. Fu proprio in quel momento che comparvero i Mangiamorte, decisi impadronirsi della sfera. Ne seguì uno scontro violento, una battaglia feroce tra i giovani studenti e i seguaci del Signore Oscuro. Durante il combattimento, la profezia andò distrutta.[29]

Duello Silente Voldemort

Voldemort duella contro Silente.

L’imprevisto costrinse Voldemort a intervenire personalmente. Apparve nel cuore del Ministero e tentò di uccidere Harry, deciso a non lasciare nulla al caso. Tuttavia, il suo attacco fu interrotto dall’arrivo tempestivo di Silente. Tra i due maghi più potenti del loro tempo scoppiò allora un duello straordinario: Voldemort scatenava la sua magia con furia devastante, ma Silente, con incredibile freddezza e padronanza, respingeva ogni incantesimo, tenendolo costantemente sotto pressione senza mai colpire per uccidere. Il Signore Oscuro riuscì a respingere ogni tentativo di essere catturato e, ad un certo punto, arrivò persino a rischiare di uccidere il suo ex insegnante. Ma alla fine fu intrappolato all’interno di una sfera d’acqua, dalla quale fu costretto a Smaterializzarsi per fuggire.

Harry posseduto da Voldemort

Harry viene posseduto da Voldemort

Privato della possibilità di vincere con la forza, Voldemort tentò allora un’ultima mossa disperata: si insinuò nella mente di Harry, nella speranza che Silente, per fermarlo, fosse disposto a sacrificare il ragazzo. Ma il cuore di Harry, colmo di dolore per la perdita del suo padrino, si rivelò più forte. Fu proprio quel dolore, quell’amore, a scacciare il Signore Oscuro dalla sua mente. Così, con la profezia ormai distrutta, il tentativo di assassinare Harry fallito e la sconfitta subita per mano di Silente, Voldemort non ebbe altra scelta che ritirarsi, portando con sé Bellatrix Lestrange. Ma la sua fuga non fu abbastanza rapida: il Ministro della Magia, Cornelius Caramell, giunse pochi istanti prima insieme ad altri funzionari e assistette con i propri occhi al ritorno del Signore Oscuro. Dopo un anno passato nell’ombra, l'esistenza di Voldemort venne finalmente svelata. Molti dei Mangiamorte coinvolti nello scontro, tra cui Lucius Malfoy, vennero catturati dall’Ordine della Fenice e incarcerati ad Azkaban.[29]

In seguito, lontano da occhi indiscreti, Voldemort intraprese una relazione segreta con Bellatrix Lestrange. Da quell’unione nacque una figlia, Delphini, che fu affidata alle cure della famiglia Rowle, da sempre fedele al Signore Oscuro.[23]

Guerra aperta[]

«Sono stato incauto, e pure ostacolato da fortuna e caso, che sabotano sempre i piani male architettati. Ma ora ho imparato. Capisco quelle cose che prima non capivo. Devo essere io a uccidere Harry Potter, e io sarò»
— Voldemort riflette sui successi di Harry Potter e sui propri fallimenti[src]
Articolo della gazzetta del profeta sul ritorno di Voldemort

Articolo della Gazzetta del Profeta sul ritorno di Voldemort

Con la necessità di agire nell’ombra ormai venuta meno, per Voldemort ebbe ufficialmente inizio la Seconda Guerra dei Maghi. I Dissennatori abbandonarono Azkaban per schierarsi apertamente con lui, attratti dalla libertà e dalla possibilità di esercitare il loro potere senza restrizioni. Ne conseguì un’escalation di attacchi: l’esercito di Voldemort seminò il caos nel mondo Babbano, uccidendo civili in massa. Alcuni eventi classificati dai media babbani come disastri naturali – tempeste improvvise, uragani devastanti – erano in realtà massacri compiuti dai giganti, anch’essi reclutati da Voldemort tra le sue fila.

Fu in questo periodo che il Signore Oscuro affrontò e uccise in duello Amelia Bones, all'epoca direttrice dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. La strega, una delle più abili della sua epoca, riuscì a opporre una strenua resistenza prima di soccombere.[24]

Nel frattempo, gli attacchi dei Dissennatori divennero quotidiani, e i loro effetti si manifestarono nel mondo babbano sotto forma di una diffusa depressione e di un clima plumbeo e incessantemente cupo. Ma Voldemort non si fermò qui. Tentò di ricattare il Ministro della Magia, Cornelius Caramell e, al suo rifiuto, reagì con una mossa spietata: ordinò la distruzione del Ponte di Brockdale, provocando la caduta di almeno dodici automobili nel fiume sottostante.

Nel luglio del 1996, il Signore Oscuro decise di introdurre una spia all’interno di Hogwarts e, per farlo, arruolò tra i Mangiamorte Draco Malfoy, figlio di Lucius. Convinto che Draco non sarebbe mai stato in grado di affrontare il compito assegnatogli, gli ordinò di uccidere Albus Silente: un incarico impossibile, concepito come punizione per gli insuccessi del padre. Il fallimento avrebbe comportato per Draco conseguenze terribili.

Nonostante ciò, Draco riuscì a far entrare un gruppo di Mangiamorte nel castello servendosi di una coppia di Armadi Svanitori – uno collocato nella Stanza delle Necessità, l’altro nel retrobottega di Magie Sinister. La notte che seguì fu segnata da uno degli eventi più tragici nella storia della scuola: la Battaglia della Torre d’Astronomia.[24] Il piano di Voldemort si compì, ma non per mano di Draco. Fu infatti Severus Piton a lanciare l’Avada Kedavra che pose fine alla vita di Silente. Il giovane Malfoy, pur sotto minaccia, non trovò il coraggio di uccidere. Dopo l'assassinio, i Mangiamorte fuggirono, ma l’assalto al castello aveva ormai infranto ogni illusione di sicurezza: nemmeno Hogwarts era più un luogo inviolabile.[24]

Riunione dei Mangiamorte a Villa Malfoy

Riunione dei Mangiamorte a Villa Malfoy

Euforico per la morte di Silente, Voldemort prese possesso di Villa Malfoy, trasformandola nel nuovo quartier generale dei Mangiamorte. Nell’estate del 1997, fece catturare la professoressa Charity Burbage – docente di Babbanologia a Hogwarts e fervente sostenitrice dell’uguaglianza tra Maghi e Babbani – e la uccise davanti a tutti i suoi seguaci durante una riunione. Il suo corpo venne poi dato in pasto a Nagini come monito e simbolo del disprezzo verso ogni ideale di tolleranza e integrazione.

Nello stesso periodo, Voldemort ordinò anche il rapimento di Garrick Olivander, il celebre fabbricante di bacchette, e lo rinchiuse nelle celle della villa deciso a ottenere risposte sull’unico evento che continuava a tormentarlo: lo scontro avvenuto nel cimitero di Little Hangleton, in cui la sua bacchetta non era riuscita a sopraffare quella di Harry Potter. Fu allora che Olivander gli rivelò la verità: le due bacchette condividevano lo stesso nucleo, una piuma della fenice Fanny, e per questo non avrebbero mai potuto affrontarsi adeguatamente. La spiegazione fu per Voldemort un sollievo. Fino a quel momento, infatti, aveva temuto che Harry fosse riuscito a sfuggirgli per via di una superiore abilità magica, un’idea per lui insopportabile. Ora, sapendo che si trattava di un legame tra bacchette e non di una debolezza personale, poteva ricalibrare i suoi piani.

Voldemort uccide la professoressa Burbage

Voldemort uccide la professoressa Burbage durante la riunione a Villa Malfoy

Forte di questa nuova consapevolezza, Voldemort decise di seguire il consiglio dello stesso Ollivander: usare la bacchetta di un altro mago. Così, per umiliare ulteriormente la famiglia Malfoy e riaffermare la propria autorità, si impossessò della bacchetta di Lucius. Fu un gesto calcolato, un modo per ridurre ancora una volta i Malfoy al ruolo di servitori impotenti, umiliandoli nel cuore stesso della loro dimora e ricordando a tutti che nessuno, nemmeno i più antichi alleati, era al sicuro dal suo dominio.

A quel punto, Voldemort era quasi pronto a muovere contro il Ministero della Magia. Tuttavia, non intendeva colpire alla cieca. Era deciso a muoversi con precisione chirurgica. Prima di sferrare l’attacco finale, volle assicurarsi che il Ministro in carica, Rufus Scrimgeour, fosse completamente circondato, senza vie di fuga né alleati pronti a intervenire. Solo allora, quando ogni possibilità di resistenza fosse stata annientata, avrebbe lanciato l’assalto definitivo.[27]

Battaglia dei Sette Potter[]

Articolo principale: Battaglia dei Sette Potter
«Lo percepì prima di vederlo. Sbirciò di lato e fissò gli occhi rossi, certo che fossero l’ultima cosa che avrebbe visto: Voldemort pronto a scagliare contro di lui un’altra maledizione...»
— Voldemort cerca di uccidere Harry Potter durante la Battaglia dei Sette Potter[src]
Battaglia dei sette Potter

La bacchetta di Harry Potter agisce di propria volontà contro Voldemort durante la battaglia, distruggendo la bacchetta presa in prestito

Il 27 luglio 1997, quando Harry lasciò per l’ultima volta il numero 4 di Privet Drive, Voldemort e i suoi Mangiamorte si precipitarono sul posto per tendere un’imboscata all’Ordine della Fenice. Ne seguì una battaglia feroce, durante la quale il Signore Oscuro uccise Alastor “Malocchio” Moody.

Quando poi cercò di colpire Harry, accadde qualcosa di straordinario: la bacchetta del ragazzo agì di propria iniziativa, scagliando contro l’avversario una fiamma dorata che distrusse la bacchetta di Lucius Malfoy – quella che Voldemort stava usando in quel momento. Colto alla sprovvista, il Signore Oscuro non fece in tempo a contrattaccare e Harry riuscì a mettersi in salvo sotto la protezione magica della casa di Ted e Andromeda Tonks, mentre Voldemort, furioso, fu costretto alla ritirata.[27]

Rientrato a Villa Malfoy colmo di rabbia e frustrazione, il Signore Oscuro si sfogò su Garrick Olivander. Insieme a Peter Minus, lo affrontò con durezza, accusandolo di averlo intenzionalmente ingannato sulle leggi delle bacchette. Per punirlo, gli inflisse la Maledizione Cruciatus.

Voldemort tortura Olivander

Voldemort tortura Olivander

Tuttavia, nonostante il dolore, Olivander ribadì di non aver mai sentito parlare, in tutta la storia dell'arte delle bacchette, di un fenomeno simile a quello avvenuto tra le bacchette di Harry e Voldemort. Fu allora che il Signore Oscuro decise di cambiare approccio: ordinò a Olivander di raccontagli tutto ciò che sapeva sulla leggendaria Bacchetta di Sambuco, un antico artefatto che, secondo la leggenda, avrebbe garantito al suo padrone una potenza assoluta e imbattibile.[27]

Conquista del Ministero[]

«Il Ministero è caduto. Scrimgeour è morto. Stanno arrivando»
— Kingsley Shacklebolt avvisa l'Ordine della Fenice[src]
Caduta del Ministero - Umbridge, Yaxley, Pius O'Tusoe

I funzionari e il ministro fantoccio insediati da Voldemort per gestire il Ministero e imporre il nuovo regime.

Poco dopo, il Ministero della Magia venne compromesso e cadde definitivamente sotto il controllo di Voldemort. Il Ministro in carica, Rufus Scrimgeour, fu catturato, torturato nel tentativo di ottenere informazioni su Harry Potter e infine assassinato. Ufficialmente, venne diffusa la menzogna che si fosse improvvisamente ritirato dall'incarico. La notizia giunse all’Ordine della Fenice durante il ricevimento di nozze di Bill Weasley e Fleur Delacour, celebrato alla Tana, grazie al Patronus inviato da Kingsley Shacklebolt.

Con la morte di Scrimgeour e la caduta del Ministero, Voldemort instaurò un vero e proprio regime totalitario, il cui potere era esercitato attraverso il terrore e la repressione. Pius O'Tusoe, soggiogato con la Maledizione Imperius, venne dichiarato Ministro della Magia, mentre Corban Yaxley, Mangiamorte di lunga data, assunse il controllo dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Una delle prime misure del nuovo regime fu l’istituzione della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani, incaricata di identificare, arrestare e deportare ad Azkaban tutti i maghi e le streghe nati da genitori non magici. Harry Potter venne immediatamente dichiarato Indesiderabile Numero Uno e sulla sua testa fu posta una taglia, perché ufficialmente ricercato in merito alla morte di Albus Silente. Nel frattempo, Severus Piton fu nominato nuovo Preside di Hogwarts, mentre i fratelli Mangiamorte Amycus e Alecto Carrow presero rispettivamente le cattedre di Arti Oscure - un tempo Difesa contro le Arti Oscure - e Babbanologia, trasformando l’istruzione in uno strumento di propaganda e terrore e imponendo un clima di terrore tra gli studenti.[27]

Per consolidare ulteriormente il proprio potere e rendere più difficile la resistenza, Voldemort impose un Tabù sul proprio nome: chiunque osasse pronunciarlo ad alta voce veniva immediatamente rintracciato dai Mangiamorte. Questa strategia si rivelò particolarmente efficace, poiché solo coloro che lo sfidavano apertamente — come i membri dell’Ordine della Fenice — continuavano a usare il suo vero nome. Inoltre, Voldemort decise di non assumere apertamente la carica di Ministro della Magia, preferendo agire nell’ombra per alimentare il clima di paura, incertezza e disorientamento che gli garantiva il controllo assoluto sul mondo magico.

Ricerca della Bacchetta di Sambuco[]

«Uccidimi, allora! Tu non vincerai, non puoi vincere! Quella bacchetta non sarà mai, mai tua!»
— Grindelwald affronta Voldemort[src]
Voldemort uccide Gregorovitch

Voldemort interroga Gregorovitch pochi istanti prima di ucciderlo.

Mentre i suoi servitori portavano avanti i suoi oscuri piani in Gran Bretagna, Voldemort lasciò il paese deciso a rintracciare il rinomato fabbricante di bacchette Mykew Gregorovitch e a impadronirsi della leggendaria Bacchetta di Sambuco. Il viaggio fu lastricato di sangue: chiunque osasse ostacolarlo veniva brutalmente eliminato, senza pietà né esitazione. Alla fine, Voldemort rintracciò Gregorovitch, ma l'incontro si rivelò ben lontano dalle sue aspettative. Il fabbricante, infatti, gli confessò che la bacchetta gli era stata rubata tempo addietro. Determinato però a scoprire la verità, Voldemort violò la mente dell’uomo con la Legilimanzia, strappandogli il ricordo di un giovane dai capelli biondi che si appropriava della bacchetta per poi darsi alla fuga. Furioso, esigette di conoscere l’identità del ladro, ma Gregorovitch, ignaro di chi fosse il ragazzo, non seppe rispondere. Così, senza alcuna esitazione, Voldemort lo uccise sul colpo.[27]

Voldemort interroga Grindelwald

Voldemort interroga Grindelwald.

La notte della Vigilia di Natale del 1997, fu Nagini a richiamare il proprio padrone a Godric’s Hollow. Lì si trovavano Harry Potter e Hermione Granger, giunti al cimitero per rendere omaggio ai genitori di Harry e indagare sulla possibilità che Bathilda Bagshot custodisse la Spada di Grifondoro. L’arrivo di Voldemort, tuttavia, fu inutile: i due ragazzi, grazie al loro coraggio e alla prontezza, riuscirono a fuggire appena in tempo, lasciandolo preda di un furioso fallimento. Ma la visita non si rivelò del tutto vana. Nella casa fatiscente di Bathilda, Voldemort trovò una fotografia: ritraeva proprio quel giovane biondo che aveva visto nel ricordo di Gregorovitch. Non era altri che Gellert Grindelwald, il mago oscuro che Silente aveva sconfitto nel 1945.[27]

Nel marzo del 1998, deciso a conoscere la verità a ogni costo, Voldemort si recò in Austria e s’introdusse nella fortezza di Nurmengard, dove Grindelwald era prigioniero da decenni. Lo affrontò nella sua cella, deciso a estorcergli il segreto dell’ubicazione della Bacchetta di Sambuco. Ma Grindelwald, ormai ridotto a un’ombra dell’uomo che era stato, non mostrò il minimo timore: anzi, lo accolse con uno sguardo calmo, quasi sereno, come chi attende da tempo la fine. Accecato dall’ira e dall’impotenza, il Signore Oscuro lo uccise senza ottenere nulla.

DH1 Voldemort con la bacchetta di Sambuco

Voldemort testa il potere della Bacchetta di Sambuco dopo averla rubata dalla tomba di Silente.

Fu allora che Bellatrix Lestrange lo convocò con il Marchio Nero. Un’ora prima, Harry Potter aveva involontariamente infranto il Tabù, e lui, Ron Weasley e Hermione Granger erano caduti nelle mani di un gruppo di Ghermidori guidati da Fenrir Greyback. I tre erano stati condotti a Villa Malfoy. Voldemort lasciò l’Austria con un solo pensiero: concludere la caccia e disfarsi di Harry Potter una volta per tutte. Ma ancora una volta il fato si prese gioco di lui. Dobby, l’elfo domestico, riuscì infatti a liberare i prigionieri un attimo prima del suo arrivo. La furia del Signore Oscuro si abbatté allora su Bellatrix e sulla famiglia Malfoy, che punì senza pietà, infliggendo loro la Maledizione Cruciatus e vietando che lasciassero la villa.

Fu poco dopo, mentre rifletteva sulle proprie scoperte, che Voldemort comprese la verità: era stato Silente, l’uomo che aveva sconfitto Grindelwald, a conquistare la Bacchetta di Sambuco. E così, senza indugio, si diresse a Hogwarts. Là, dopo essersi consultato con Severus Piton, violò la tomba del defunto preside e strappò dalle mani del cadavere l’oggetto del suo desiderio: l’invincibile Bacchetta di Sambuco.[27]

Scoperta della ricerca degli Horcrux[]

«Ripetilo! Ripetilo! Impostori? Che impostori? Credevo che alla Gringott sapeste come smascherare gli impostori. Chi erano? E cos’hanno preso? Dimmelo. Che cos’hanno portato via?»
— Voldemort interroga un Goblin della Gringotts, scoprendo della caccia agli Horcrux di Harry[src]
Voldemort usa l'Anatema che uccide

Voldemort, dopo aver appreso che uno dei suoi Horcrux è stato rubato, uccide i portatori della cattiva notizia in un impeto di rabbia.

Il 1 maggio 1998, Voldemort venne informato da alcuni goblin della Gringott che Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger avevano saccheggiato la camera blindata dei Lestrange. La notizia lo gettò nel panico. Quando poi apprese che tra gli oggetti rubati vi era una piccola coppa dorata, fu sopraffatto da una furia incontrollabile: in un impeto di rabbia selvaggia, massacrò brutalmente coloro che gli avevano portato la notizia. In quell’istante comprese ciò che fino ad allora non aveva osato neanche immaginare: Harry stava cercando, e distruggendo, i suoi Horcrux. Ciò che lo tormentava maggiormente, tuttavia, era l’incapacità di comprendere come il ragazzo fosse venuto a conoscenza di un segreto che lui stesso non aveva mai svelato a nessuno.

In realtà, era stato Albus Silente il primo a ipotizzare la creazione degli Horcrux e, una volta ottenuta la certezza della loro esistenza, a raccontare le sue scoperte a Harry, consentendogli così di proseguire la caccia. Fu lo stesso Voldemort, senza rendersene conto, a svelare un tassello decisivo: nell’agitazione febbrile di quei momenti, passò mentalmente in rassegna i luoghi in cui aveva nascosto i propri Horcrux, ignorando però che Harry era in grado di penetrare nella sua mente. In tal modo rivelò, suo malgrado, ciò che il ragazzo già sospettava da tempo: l’ultimo Horcrux era nascosto a Hogwarts. Questo spinse Harry, Ron ed Hermione a fare ritorno al castello.

Nel frattempo, accecato dall’ira e dal terrore, Voldemort si precipitò a controllare la baracca dei Gaunt e la caverna, solo per scoprire, con orrore, che gli Horcrux custoditi in quei luoghi erano scomparsi, prova inconfutabile del fatto che erano stati scoperti e distrutti.[27]

Battaglia di Hogwarts[]

Articolo principale: Battaglia di Hogwarts
«So che vi state preparando a combattere. I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago. Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte.»
— L'ultimatum di Voldemort prima dell'ultima battaglia[src]
Voldemort e il suo esercito di Mangiamorte

Voldemort e il suo esercito iniziano l'assedio al castello di Hogwarts

Voldemort fece quindi ritorno a Hogwarts, dove gli abitanti del castello avevano già scacciato i Mangiamorte che vi insegnavano e avevano iniziato a organizzarsi per resistere al suo assalto. Radunò allora il suo intero esercito: Mangiamorte, Ghermidori, Lupi Mannari, Giganti e Dissennatori si disposero ai suoi ordini, pronti a calare sul castello. Con un solo comando, scatenò poi le sue forze contro i membri dell’Ordine della Fenice, i professori e gli studenti che si erano asserragliati nel castello. Ebbe così inizio la Battaglia di Hogwarts.

Articolo principale: Omicidio di Severus Piton
Nagini uccide Severus Piton

Voldemort ordina a Nagini di uccidere Piton nella Stamberga Strillante

Voldemort non prese parte alle fasi iniziali della battaglia: rimase infatti nella Stamberga Strillante, convinto che un suo intervento diretto non fosse necessario in quel momento. Da lì, osservò gli eventi e si interrogò sul motivo per cui la Bacchetta di Sambuco non si comportasse in modo diverso rispetto alla sua vecchia bacchetta. Dopo lunghe e febbrili riflessioni, giunse alla conclusione che l’artefatto non avrebbe mai potuto manifestare appieno il proprio leggendario potere finchè non lo avesse riconosciuto come suo legittimo padrone. Fu così che, convinto che questo gesto avrebbe risolto il problema e trasferito il dominio della bacchetta a sé, ordinò a Nagini di uccidere Severus Piton. Se, infatti, era stato Piton a uccidere Silente – come Voldemort credeva – allora era lui il legittimo possessore della bacchetta, e solo la sua morte avrebbe garantito il passaggio del dominio alla sua mano.[27] Non è chiaro perché Voldemort non abbia tentato di rintracciare Sibilla Cooman in quel frangente; è possibile che, ormai sicuro di essere il padrone della bacchetta, ritenesse irrilevante qualunque profezia lo riguardasse, errore che si sarebbe rivelato fatale.

Harry si sacrifica davanti a Voldemort

Harry si lascia volontariamente colpire da Voldemort con la Maledizione Mortale

In seguito, Voldemort dichiarò una tregua di un’ora, offrendo la pace e la fine delle uccisioni in cambio della consegna di Harry. Ignorava che il ragazzo portasse dentro di sé un frammento della sua stessa anima, il settimo Horcrux, la cicatrice sulla fronte formatasi la notte in cui aveva tentato di ucciderlo da neonato. Così, quando Harry si presentò a lui nella Foresta Proibita, Voldemort lanciò immediatamente l’Avada Kedavra, che però distrusse soltanto l’Horcrux e lasciò in vita Harry, rendendo la cicatrice un segno ormai privo di potere.

Ciò che Voldemort non avrebbe mai potuto immaginare, infatti, era che tre anni prima, usando il sangue di Harry per ricrearsi un corpo, si era inconsapevolmente legato alla protezione lasciata da Lily Potter, ancorando così il ragazzo al mondo dei vivi proprio attraverso di lui. Quando la Maledizione Mortale colpì Harry, entrambi persero conoscenza per un breve momento, e l’anima straziata di Voldemort apparve nel limbo, dove Harry ebbe un ultimo colloquio con Silente.[27]

L'ultimo scontro[]

«Visto? Harry Potter è morto! Lo capite adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri!»
— Voldemort esulta per la “morte” di Harry Potter[src]

Incerto su quanto fosse appena accaduto, Voldemort ordinò a Narcissa Malfoy di verificare se Harry fosse davvero morto. La donna si chinò su di lui e, dopo aver constatato che respirava ancora, mentì, dichiarandolo privo di vita e scatenando l’esultanza dei Mangiamorte. Forte della presunta vittoria, Voldemort proclamò che ormai nessun uomo avrebbe mai più potuto minacciarlo. Umiliò il corpo inerte del ragazzo lanciandogli la Maledizione Cruciatus, quindi costrinse Hagrid, catturato e sconvolto, a trasportare Harry fino a Hogwarts affinché tutti potessero assistere alla sua sconfitta. Voldemort non si accorse che Narcissa aveva mentito per poter raggiungere il castello e trovare il figlio.

Neville uccide Nagini

Neville uccide Nagini e priva Voldemort della sua immortalità.

Mentre lui e il suo esercito avanzavano verso Hogwarts, Voldemort affermò che Harry era stato ucciso nel tentativo di fuggire. Tuttavia, anziché arrendersi, Neville Paciock si scagliò contro di lui con coraggio. Dopo che il giovane rifiutò l’invito a unirsi alle sue fila, Voldemort lo immobilizzò con un Incantesimo di Pietrificazione, gli calò il Cappello Parlante sul capo e lo incendiò per fare di lui un esempio, dichiarando che da quel momento Serpeverde sarebbe stata l’unica Casa riconosciuta a Hogwarts. Ma proprio in quell’istante giunsero i rinforzi a sostegno dei difensori del castello. Neville riuscì a liberarsi dall’incantesimo, estrasse la Spada di Grifondoro dal Cappello e con un colpo deciso decapitò Nagini, distruggendo così l’ultimo Horcrux rimasto. Accecato dalla furia, Voldemort tentò di ucciderlo, ma Harry, celato sotto il Mantello dell’Invisibilità, si frappose tra loro lanciando un Incantesimo di Protezione.[27]

Voldemort Protego

Voldemort si introduce con la forza a Hogwarts

Nella seconda fase della Battaglia di Hogwarts, Voldemort cercò di colpire chiunque gli si parasse davanti, mentre i suoi seguaci, ormai indeboliti, sfondavano le difese per penetrare nel castello. All’interno della Sala Grande, l’esercito del Signore Oscuro venne progressivamente annientato. Voldemort affrontò contemporaneamente Horace Lumacorno, Kingsley Shacklebolt e Minerva McGranitt, riuscendo infine a scagliarli lontano con un potente incantesimo. Quando vide Bellatrix Lestrange cadere sotto i colpi di Molly Weasley, Voldemort, fuori di sé, rivolse la bacchetta contro quest’ultima. Fu allora che Harry intervenne: protesse Molly con un Incantesimo Scudo e rivelò a tutti di essere ancora vivo. A quel punto, i due maghi si fronteggiarono, soli, al centro della Sala Grande.[27]

La giusta punizione[]

«Ma che importanza ha? Anche se tu avessi ragione, Potter, non farebbe alcuna differenza per te e per me. Non hai più la bacchetta di fenice: il nostro sarà un duello di pura abilità... e dopo che avrò ucciso te, potrò occuparmi di Draco Malfoy...»
— Voldemort minaccia Harry durante i suoi ultimi istanti di vita[src]

In quel momento, Harry prese la parola e dichiarò che, offrendosi volontariamente alla morte per mano di Voldemort, aveva protetto tutti coloro che amava all’interno di Hogwarts con la medesima antica magia che sua madre aveva evocato morendo per lui. Spiegò al Signore Oscuro che possedeva un tipo di magia che lui non avrebbe mai potuto comprendere né dominare, e che aveva un’arma infinitamente più potente della Bacchetta di Sambuco. Lo mise in guardia sul destino che lo attendeva se si fosse ostinato a rifiutare il rimorso e a non provare pentimento per tutto il dolore e la distruzione che aveva causato.

Voldemort sconfitto

La sconfitta definitiva di Voldemort.

Lo provocò chiamandolo col suo nome di nascita e rivelò dinanzi a tutti che Severus Piton era sempre rimasto fedele a Silente, che la morte del preside era stata parte di un piano condiviso e che Piton non era mai stato il vero padrone della Bacchetta di Sambuco. Il vero padrone della bacchetta era, infatti, Draco Malfoy, che, disarmando Silente sulla Torre di Astronomia, ne aveva conquistato il dominio.[27] Voldemort, colto inizialmente alla sprovvista, si ricompose rapidamente, sicuro che la vittoria fosse ancora a portata di mano. Era convinto che Harry non potesse rappresentare una vera minaccia, dal momento che non impugnava la propria bacchetta originaria. Con un sorriso crudele, dichiarò che lo avrebbe ucciso e poi si sarebbe sbarazzato di Draco per ottenere finalmente il pieno controllo della Bacchetta di Sambuco.

Voldemort's death

La morte di Voldemort nel film.

Ma Harry lo smentì: gli rivelò che aveva già disarmato Draco, e che, di conseguenza, la Bacchetta di Sambuco gli apparteneva di diritto. Voldemort rifiutò di credere alle sue parole e scagliò contro di lui la Maledizione Mortale. Harry rispose con l’Expelliarmus, l’incantesimo che gli era ormai divenuto simbolo. La Bacchetta di Sambuco, fedele al suo vero padrone, si rifiutò di ucciderlo: l’incantesimo di Voldemort si infranse contro la magia di Harry e, rimbalzando, colpì lo stesso Signore Oscuro, ponendo così fine alla sua vita e al suo regno di terrore una volta per tutte.[27]

Post mortem[]

Harry Potter: «Che cos’è quello, professore?»
Albus Silente: «Qualcosa che né tu né io possiamo aiutare»
— La descrizione dell'anima devastata di Voldemort[src]
Anima di Voldemort

L'anima martoriata di Voldemort che rimarrà intrappolata per sempre nel Limbo.

Dopo la sua morte, il corpo di Voldemort venne rimosso dalla Sala Grande e trasportato in un’altra stanza, lontano dagli occhi di coloro che avevano assistito alla battaglia. Ciò che in seguito accadde ai suoi resti rimane avvolto nel mistero, ma si può presumere che il cadavere sia stato infine smaltito senza onori. La sua anima straziata e mutilata, invece, fu condannata a un destino ben più terribile: intrappolata per l’eternità in un limbo senza pace, incapace di ascendere a una vita ultraterrena come sarebbe stato per un’anima integra. Per poter varcare la soglia dell’aldilà, infatti, l’anima deve rimanere intera e inviolata, e quella di Voldemort era ormai irrimediabilmente lacerata. Privato di ogni possibilità di redenzione, egli non poté né andare oltre né tornare nel mondo dei vivi sotto forma di fantasma.[32]

Con la certezza della sua fine, il mondo magico parve finalmente liberarsi della paura che per anni aveva impedito persino di pronunciarne il nome. Il nome Voldemort divenne un ricordo oscuro, privo del potere che aveva tenuto in scacco generazioni di maghi e streghe. E così, colui che aveva temuto la morte sopra ogni altra cosa con ossessione disperata, conobbe un destino ben più orrendo: non l’annientamento, ma una condanna eterna a un’esistenza spezzata, prigioniero della propria rovina.

Aspetto fisico[]

«L’uomo magro uscì dal calderone, fissando Harry… e Harry a sua volta fissò il viso che da tre anni infestava i suoi incubi. Più bianco di un teschio, con grandi, lividi occhi rossi, il naso piatto come quello di un serpente, due fessure per narici…»
— Descrizione di Voldemort dopo la sua rinascita[src]
Tom-Riddle

L'aspetto originale di Voldemort.

Durante l’infanzia e la prima giovinezza, Tom Marvolo Riddle era un ragazzo alto e straordinariamente bello. La sua pelle era chiara, i capelli neri come l’ebano e gli occhi scuri e penetranti. Quando Harry lo vide attraverso i ricordi custoditi nel Pensatoio, osservò che il volto del giovane non lasciava trasparire alcuna traccia della rozza stirpe dei Gaunt: era la copia vivente di suo padre, un ritratto in miniatura dell’uomo babbano che lo aveva generato: “alto per i suoi undici anni, pallido e coi capelli scuri”.[19][17] La bellezza di Riddle non fece che accrescersi man mano che diventava adulto, e lui seppe sfruttarla con abilità, incantando con modi affabili e sguardi magnetici molti dei professori di Hogwarts, che spesso si lasciavano ingannare dal suo fascino.

Quando viveva all’Orfanotrofio Wool, Riddle indossava la semplice tunica grigia comune a tutti i bambini ospiti della casa. Con l’ingresso a Hogwarts, la sostituì con l’uniforme della scuola, a cui in seguito aggiunse con orgoglio i distintivi di Prefetto e Caposcuola. Anni dopo, durante il periodo trascorso a lavorare da Magie Sinister, avrebbe indossato un semplice completo nero.[24] Malgrado la maschera di gentilezza e cortesia, tuttavia, nei momenti di esaltazione – come quando scoprì la propria natura di mago o quando ottenne la conferma che creare più Horcrux era possibile – il suo sorriso perdeva ogni parvenza di fascino e lo faceva apparire meno umano.[24]

VoldemortDMP1

L'aspetto mostruoso ottenuto da Voldemort abusando delle Arti Oscure.

Con il progressivo uso delle Arti Oscure, l’avvenenza che un tempo gli aveva aperto tante porte cominciò lentamente a sfiorire. I lineamenti si fecero via via più cerei, la pelle assunse una tonalità pallida e smorta, sempre più simile a quella di un rettile, mentre il bianco degli occhi si tinse di perenni venature rossastre.[24] Dopo aver recuperato un corpo fisico, le sue sembianze si deformarono ulteriormente. Nell’ultima forma che assunse, Voldemort era scheletrico e spettrale, con la pelle bianca come il gesso, occhi scarlatti con fessure verticali, simili a quelle di un serpente, al posto delle pupille. Il volto, diafano e privo di vita, richiamava alla mente l’immagine di un teschio; le narici ridotte a due fessure ricordavano un muso ofidico e le mani, sproporzionate, presentavano dita lunghe e sottili come zampe di ragno.[31]

Non aveva più traccia né di capelli né di labbra.[27] Indossava quasi sempre un ampio mantello nero con cappuccio e raffinate vesti scure, i piedi nudi. La sua voce era alta e gelida, spesso descritta come sibilante, come se serpeggiasse nell’aria insieme alle sue parole. La mostruosa trasformazione che lo aveva reso simile a una creatura mostruosa era con ogni probabilità la conseguenza dei numerosi Horcrux che aveva creato: ogni frammentazione della sua anima lo aveva allontanato sempre più dall’umanità. Albus Silente ipotizzò inoltre che quel volto orribile potesse essere il frutto di altre oscure e pericolose metamorfosi magiche.[24]

Personalità[]

«La sua conoscenza è rimasta terribilmente lacunosa, Harry! Ciò che Voldemort non ritiene importante, non si dà la pena di comprenderlo. Di elfi domestici e storie per bambini, di amore, fedeltà e innocenza Voldemort non sa e non capisce niente. Niente. Che tutti hanno un potere che va oltre il suo, oltre la portata di qualunque magia, è una verità che non ha mai afferrato.»
Albus Silente a proposito dei limiti principali di Voldemort[src]

Per natura, Lord Voldemort rappresentava l’incarnazione assoluta del male puro: un uomo che bramava costantemente orrore, conflitti e spargimenti di sangue, e che si lasciava alle spalle nient’altro che oscurità e sofferenza ovunque andasse. Era considerato da molti «il mago più malvagio di tutti i tempi»,[33][29] un essere la cui malvagità superava di gran lunga quella di qualunque altro mago oscuro o criminale comune. Albus Silente stesso affermò che Voldemort si era spinto oltre il «male corrente»[20] nell’entità e atrocità dei suoi crimini, mentre Hagrid sosteneva che, se è vero che tutti i Maghi Oscuri «prendono la via del male», Voldemort era andato oltre «il peggio del peggio».[34] In effetti, Tom Riddle si trasformò rapidamente in un megalomane assetato di potere, il più terribile e crudele fra tutti i maghi oscuri conosciuti, ritenuto da chiunque infinitamente più malvagio persino di Gellert Grindelwald.[35]

Lily murder 1981

Voldemort uccide Lily Potter senza il benché minimo rimorso

Voldemort era incapace – e del tutto restio – a provare il benché minimo rimorso o la più vaga empatia per le innumerevoli atrocità di cui si era macchiato. Un contrasto netto rispetto a Grindelwald: un estremista dai propositi inizialmente idealistici, che, pur avendo compiuto crimini tremendi, giunse infine a mostrare un sincero pentimento e che, persino prima della sua caduta, sapeva provare pietà per coloro che venivano perseguitati per la loro magia e, sebbene in misura minima, una sorta di affetto per i propri seguaci. Tutte qualità che Voldemort non possedette mai. Anzi, la sua misantropia si manifestò sin dall’infanzia, fra piccoli furti e episodi inquietanti ai danni degli altri orfani.[17] Silente raccontò che già da ragazzo Riddle mostrava un innato sprezzo per le regole. Da adulto, si dedicò alle forme più oscure della magia, senza riconoscere alcun valore alla vita altrui. Più di ogni altra cosa, amava seminare morte e distruzione, come se solo così potesse giustificare il proprio nichilismo. Fu un assassino implacabile e prolifico: i morti per sua mano furono talmente tanti da permettergli perfino di creare un esercito di Inferi.

Dotato di un’intelligenza straordinaria – come dimostravano sia il suo eccezionale rendimento a Hogwarts che le sue imprese magiche – Riddle non nutrì mai interesse per nulla che non potesse rivelarsi utile ai propri scopi. Questa visione ristretta, unita alla sua incapacità di cogliere il quadro d’insieme, rappresentò il suo più grande limite e la causa dei suoi ripetuti fallimenti, fino alla rovina definitiva. Da studente e nei primi anni della sua vita adulta, Riddle si presentò sempre come un giovane brillante, educato e animato da un sincero entusiasmo per lo studio. Era un maestro della manipolazione: sapeva usare il proprio fascino per indurre gli altri a compiacere i suoi desideri e per dare un’immagine di sé che non corrispondeva alla realtà, tanto da essere visto come un ragazzo “povero in canna ma brillante, orfano ma coraggioso, Prefetto e studente modello”.[7] Questa reputazione gli valse prima la fiducia dei suoi insegnanti e, più tardi, quella dei clienti del negozio Magie Sinister. Ma dietro quella facciata si celava un abilissimo ingannatore: Silente raccontò che durante gli anni a Hogwarts si verificarono diversi «spiacevoli incidenti» che nessuno riuscì mai a collegare direttamente a lui. Giovanissimo, Riddle riuscì a incantare tutti a Hogwarts, tranne Silente, e si circondò di un gruppo di compagni destinati a diventare il primo nucleo di Mangiamorte. Un comportamento del tutto opposto a quello tenuto nell’orfanotrofio, dove terrorizzava i coetanei abbastanza apertamente da farsi odiare da bambini e adulti, ma con la furbizia necessaria per evitare di essere punito.

Dopo la sua prima caduta, molti – fra cui Hagrid, Silente e la nonna di Neville Paciock – erano convinti che non fosse stato davvero sconfitto e che un giorno sarebbe tornato, poiché in lui non restava sufficiente umanità da consentirgli di poter morire sul serio. Altri invece – come Cornelius Caramell e gran parte del mondo magico – preferirono illudersi che fosse morto, rifugiandosi in una falsa illusione di sicurezza fino a quando l’evidenza non si impose con forza davanti ai loro occhi. A partire dall’infanzia, e per il resto della sua esistenza, Voldemort si distinse per la sua crudeltà, spietatezza e per il suo sadismo, dimostrandosi incapace di provare compassione per chiunque: nemici o seguaci che fossero. Secondo Silente, la sua misantropia era così radicata da non fargli provare alcun desiderio né bisogno di amicizia o compagnia umana. L’unica creatura verso la quale mostrò una qualche forma di attaccamento fu Nagini, il suo serpente, forse proprio perché, in quanto animale, non rappresentava l’umanità che tanto disprezzava.

Voldemort non credeva neanche al concetto stesso di bene e male. Come spiegò a Harry davanti allo Specchio delle Brame, ciò che per lui contava era solo il potere e la distinzione fra chi lo possedeva e chi invece era “troppo debole per ricercarlo”.[30] Analizzava ogni cosa in termini di dominio e forza magica, rifiutandosi di vedere valore in tutto ciò che non contribuiva direttamente alla sua ascesa. Questa cecità lo portò a sottovalutare magie uniche come quella degli elfi domestici, e per questo a subire gravi sconfitte proprio a causa loro: Kreacher, che riuscì a fuggire dalla caverna grazie al sacrificio del suo padrone, Regulus Black; e Dobby, che penetrò senza difficoltà a Villa Malfoy – poiché Voldemort non aveva ritenuto necessario proteggerla dagli elfi – e permise a Harry di sfuggirgli per un soffio.[27]

A testimonianza del suo misantropico disprezzo per ogni legame, Voldemort sentiva anche un bisogno patologico di indipendenza, e prediligeva operare in segretezza e solitudine ogni volta che gli era possibile, evitando ogni relazione che potesse, ai suoi occhi, indebolirlo. Silente osservò che, persino se avesse ottenuto l’Elisir di Lunga Vita, Voldemort avrebbe finito col trovarlo intollerabile, poiché lo avrebbe reso dipendente da qualcosa di esterno a sé. Preferì dunque creare gli Horcrux, estensioni magiche della propria essenza. Narcisista e sociopatico, si riferiva spesso a sé stesso in terza persona come «Lord Voldemort», e disprezzava tutto ciò che fosse comune. Lo infastidiva persino l’idea che qualcuno potesse avere il suo stesso nome di battesimo, Tom, e si considerava unico e superiore grazie ai suoi poteri magici, alla sua rara capacità di parlare Serpentese e alla sua nobile discendenza come Erede di Serpeverde. Ironia della sorte, nel tentativo di garantirsi un destino immortale e glorioso, non fu diverso da qualunque tiranno destinato, prima o poi, a temere coloro che aveva oppresso. Si diceva che, se mai Voldemort avesse guardato nello Specchio delle Brame, vi avrebbe visto solo se stesso: onnipotente ed eterno.[36]

«Voldemort non va a bussare alla porta delle persone, Harry. Le inganna, le strega e le ricatta. È abituato ad agire in segreto.»
— Sirius Black a proposito dell'abilità di Voldemort di agire con discrezione.[src]

Nonostante il suo insopprimibile desiderio d’indipendenza, non si può dire che Voldemort rifiutasse del tutto l’aiuto altrui, soprattutto quando costretto da circostanze disperate. Quando perse il proprio corpo fisico nella casa dei Potter, ripose le sue ultime speranze nei suoi fedeli Mangiamorte, confidando che lo avrebbero trovato e aiutato a riacquistare una forma corporea. Giunse persino a temere che lo avessero abbandonato tutti. Quando, infine, Peter Minus ebbe il coraggio – o la codardia – di tornare al suo fianco, Voldemort si affidò a lui perché preparasse la pozione necessaria a mantenere in vita il suo corpo deforme e provvisorio e perché lo trasportasse ovunque fosse necessario. Nel lungo periodo compreso fra la sua prima sconfitta e la rinascita, giunse a servirsi persino di Quirinus Raptor, sfruttando il giovane mago per cercare di impossessarsi della Pietra Filosofale e usando il suo corpo come strumento per ristabilire un fragile legame col mondo materiale. E sebbene Voldemort disprezzasse l’idea di ricorrere all’Elisir di Lunga Vita per ottenere l'immortalità, non avrebbe esitato a berne qualche goccia se ciò gli avesse consentito di forgiare un nuovo corpo.

Al di fuori di questi momenti di estrema necessità, Voldemort si serviva comunque dei Mangiamorte e delle creature del suo esercito per portare avanti i suoi piai. Era ben consapevole che non avrebbe mai potuto conquistare il Ministero della Magia da solo – o con un misero manipolo di Mangiamorte – né desiderava occuparsi di persona di faccende che riteneva troppo insignificanti per meritare il suo diretto coinvolgimento. Giunto al culmine del proprio dominio, affidò dunque il Ministero conquistato alle sue armate, mentre lui si dedicava a questioni che reputava più importanti. Persino due dei suoi preziosi Horcrux furono consegnati ai suoi luogotenenti più fidati: Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy. Li scelse non per un autentico legame di fiducia, ma perché sapeva che possedevano le risorse e le capacità necessarie a garantire agli oggetti un’adeguata protezione. Naturalmente, si guardò bene dal rivelare loro la vera natura di quegli artefatti sacrileghi. In definitiva, il desiderio di Voldemort di assoluta solitudine e indipendenza non implicava che dovesse fare tutto con le proprie mani, ma piuttosto che sapesse sfruttare chiunque lo circondasse fino in fondo, senza mai stabilire alcun legame. Era sempre pronto a disfarsi di persone e strumenti una volta esaurita la loro utilità.

Voldemort e Harry

Voldemort tortura Harry Potter

Voldemort nutriva pochissimo attaccamento verso tutto ciò che non contribuiva a esaltare la sua fama o la sua esistenza. I suoi seguaci non erano altro che pedine sacrificabili, utili solo a eseguire i suoi ordini o a mettere al suo servizio la loro forza e abilità. Persino la sua bacchetta – quasi dotata di una volontà propria e che lo aveva servito fedelmente per oltre sessant’anni – venne accantonata senza rimpianti quando scoprì l’esistenza della ben più potente Bacchetta di Sambuco. L’unico motivo per cui attribuiva tanto valore agli Horcrux era semplice: essi non erano altro che estensioni di sé stesso, strumenti che gli garantivano quell’indipendenza a cui teneva sopra ogni altra cosa. Per questo motivo riteneva degni di ospitare frammenti della sua anima soltanto oggetti di straordinario prestigio o importanza. Era solito definire i suoi seguaci “amici” e i Mangiamorte persino una “famiglia”, ma non li trattò mai come farebbe chiunque con i propri amici o parenti. Esigeva da loro fedeltà assoluta e obbedienza cieca, punendoli con crudeltà in caso di errore e vendicandosi sui loro cari. Non esitava a torturarli o eliminarli al minimo segno di fallimento o insubordinazione. L’assassinio a sangue freddo di Severus Piton – perpetrato unicamente per assicurarsi il dominio sulla Bacchetta di Sambuco, nonostante ritenesse l’uomo uno dei suoi più validi e preziosi alleati – e il tentativo spietato di costringere Draco Malfoy a uccidere Silente come punizione per le colpe del padre sono solo alcuni degli esempi più lampanti del suo disprezzo per l’umanità e della sua totale incapacità di attribuire valore a chiunque all’infuori di sé.

Eppure, Voldemort sapeva anche premiare chi gli era utile. Lo dimostrò nel caso di Peter Minus: pur rimproverandolo per aver fatto ritorno spinto più dalla paura che da un’autentica lealtà, gli donò comunque una mano d’argento in segno di riconoscimento per i servigi resi nei mesi precedenti. Era la prova che, dietro la sua malvagità, si celava anche una fredda e spietata forma di pragmatismo.

«Se solo fosse riuscito a comprendere il preciso, enorme potere di quel sacrificio, forse non avrebbe osato toccare il tuo sangue... ma se l'avesse compreso, non sarebbe Lord Voldemort e forse non avrebbe mai ucciso.»
— Albus Silente parla dell'incapacità di Voldemort di comprendere l'amore e quindi della protezione che Harry ha ricevuto grazie al sacrificio di sua madre.[src]

Il fatto che Voldemort sia stato concepito attraverso un “amore” forzato – presumibilmente indotto da una Pozione d’Amore, secondo l’ipotesi di Silente, o dalla Maledizione Imperius, come invece suggerito da Harry – è strettamente connesso alla sua totale incapacità di comprendere il concetto stesso di amore. La madre di Voldemort, Merope Gaunt, una strega fragile e disperata, avrebbe usato un incantesimo o un filtro per legare a sé Tom Riddle Senior, un Babbano che mai avrebbe ricambiato spontaneamente i suoi sentimenti. Tom Riddle nacque quindi da un’unione priva d’affetto, frutto di una costrizione, di un inganno. La sua fu un’origine segnata, fin dal principio, dall’assenza di amore: un simbolo eloquente della sterilità affettiva da cui sarebbe poi germogliato l’uomo noto come Voldemort. Eppure, tutto avrebbe potuto essere diverso se Merope avesse scelto di vivere, di crescere il figlio con amore. L’incanto sotto cui Tom Riddle Senior concepì il figlio è fondamentale, poiché rappresenta una forma di coercizione, e forse non esiste un modo più tragico e compromesso di venire al mondo che attraverso un legame forzato, privo di consenso.[37]

Lord Voldemort HPDH2

Voldemort interroga brutalmente e sadicamente Gregorovitch prima di ucciderlo, anche se il fabbricante di bacchette non esita a rispondere

L’arroganza di Voldemort fu, in ultima analisi, la causa principale della sua rovina. Soffriva di una forma estrema di tanatofobia – la paura patologica della morte – che considerava una vergognosa e umiliante debolezza umana. Per lui, morire equivaleva a essere sconfitto, a perdere il proprio potere, e rappresentava quindi l’umiliazione più assoluta. Se si fosse trovato di fronte a un Molliccio, questo avrebbe assunto la forma del suo stesso cadavere: prova inequivocabile del terrore che provava dinanzi all’idea della propria fine.[38] Ed è proprio qui che si annida la differenza più sostanziale tra lui e Harry: Harry, in quanto vero Padrone della Morte, seppe accettare la propria mortalità, e fu proprio questa consapevolezza a renderlo, alla fine, più forte del suo avversario.[39] Voldemort, al contrario, era talmente ossessionato dall’idea di sfuggire alla morte che giunse a dividere la propria anima in sette parti, creando un numero di Horcrux senza precedenti nella storia della magia.

Silente era convinto che, proprio per questa paura viscerale, Voldemort non avrebbe mai usato la Pietra della Resurrezione, nemmeno conoscendone i poteri.[22] Eppure, nonostante il terrore che provava, Voldemort non esitò a profanare tombe pur di perseguire i propri scopi, come fece prima con quella di suo padre e in seguito con quella di Albus Silente..

Voldemort era inoltre dotato di una natura fortemente ossessivo-compulsiva. Ogni volta che Harry si ritrovava involontariamente connesso alla sua mente, vi scorgeva immagini ripetitive, ricorrenti, che testimoniavano la sua totale incapacità di distaccarsi da un pensiero una volta che questo si era radicato nella sua coscienza. Durante il suo quinto anno, Harry si ritrovò per notti intere a percorrere nei sogni il corridoio chiuso dell’Ufficio Misteri, guidato dalla mente ossessionata di Voldemort. E più avanti, durante la Seconda Guerra dei Maghi, poté seguire passo dopo passo l’ossessione crescente del Signore Oscuro per il “ladro dalla faccia allegra” – Gellert Grindelwald – e per la Bacchetta di Sambuco. Fu proprio grazie alla compulsiva e continua verifica mentale che Voldemort compiva sui propri Horcrux che Harry riuscì a scoprire l’ubicazione dell’ultimo mancante: il Diadema di Corvonero, nascosto all’interno di Hogwarts.

«Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà!»
— Albus Silente a proposito di Voldemort[src]

Le principali ossessioni di Voldemort erano l’immortalità e il desiderio che le persone si uccidessero a vicenda senza sosta, spalancando le porte a un paradiso apocalittico fondato sul caos e sulla morte. Queste ossessioni alimentavano i suoi incessanti tentativi di uccidere Harry Potter e la sua febbrile ricerca della Bacchetta di Sambuco. Persino le sue abitudini quotidiane riflettevano queste manie: aveva un’inclinazione simile a quella di una gazza ladra, accumulava piccoli oggetti, li custodiva, li collezionava con un fervore maniacale. Da bambino, Tom Riddle rubava oggetti agli altri orfani, conservandoli gelosamente, un’abitudine che, crescendo, si trasformò nell’idea degli Horcrux. In un certo senso, era come se quei piccoli oggetti fossero trofei dei suoi atti di dominio. Questo comportamento si intensificava dopo episodi particolarmente crudeli: come l’incidente nella Caverna, o la creazione di Horcrux subito dopo aver tolto la vita a qualcuno.

Silente, nel limbo, disse a Harry che l’ossessione di Voldemort per la Bacchetta di Sambuco era paragonabile solo a quella che nutriva per Harry stesso. Il Signore Oscuro, infatti, non si fermò mai davanti a nulla pur di tentare di uccidere il ragazzo che aveva cercato di sconfiggere fin dalla sua infanzia, e non esitò a usare le persone a lui care per raggiungerlo: un frammento della sua anima costrinse Ginny Weasley a scrivere con il sangue il suo ultimo messaggio, annunciando la morte della ragazza nella Camera dei Segreti. Anni più tardi, attraverso la Legilimanzia, trasmise a Harry false visioni in cui Sirius Black appariva prigioniero all’Ufficio Misteri. Anche la ricerca della Bacchetta di Sambuco non era altro che un’estensione dell’ossessione di Voldemort di uccidere Harry, ossessione che a sua volta nasceva dal suo terrore della morte e dal bisogno di assicurarsi l’immortalità – obiettivo che percepiva minacciato dall’esistenza stessa di Harry Potter.

Ironia della sorte, fu proprio questa fissazione a voler eliminare personalmente Harry, una mania che si faceva più intensa a ogni fallimento, a condurlo infine alla rovina. Silente osservò come Voldemort non fosse diverso da qualunque altro tiranno, divorato dalla paura paranoica che qualcuno potesse insorgere contro di lui, senza accorgersi che erano proprio le sue stesse azioni ossessive a generare quella minaccia. Questa tendenza al sospetto, in realtà, affondava le radici nella sua infanzia, quando era convinto che Silente fosse venuto a prenderlo per rinchiuderlo in un manicomio. E così, in un ulteriore, amaro paradosso, Voldemort fallì nel suo tentativo di elevarsi a essere unico e invincibile, cadendo vittima dello stesso difetto che accomuna ogni altro despota della storia.

In pochi, durante l’infanzia di Tom Riddle, riuscirono a cogliere segnali inquietanti nel suo comportamento, ma Albus Silente intuì fin dal loro primo incontro le problematiche psicologiche che albergavano in lui e le oscure possibilità che ne sarebbero potute scaturire. Silente possedeva un’innata comprensione delle insicurezze estreme di quel ragazzo. Eppure, crescendo, Tom Riddle continuò a presentarsi come un giovane affascinante, benvoluto, apparentemente intento a perseguire obiettivi più modesti di quelli che le sue capacità avrebbero potuto sostenere. Utilizzò il periodo trascorso presso Magie Sinister per approfondire le proprie conoscenze sulle Arti Oscure e per rintracciare e collezionare oggetti magici di grande potere. Solo pochi individui avvertirono un senso di inquietudine di fronte a quella sua ascesa silenziosa: Hepzibah Smith, che vide i suoi occhi accendersi di un rosso famelico quando posò lo sguardo sui suoi cimeli più preziosi, e ancora una volta Albus Silente, che rifiutò di offrirgli un posto da insegnante a Hogwarts, intuendo che Riddle avrebbe sfruttato la sua posizione per reclutare studenti e tessere le proprie trame oscure.

«Sua madre morì nel tentativo di salvarlo... e senza volerlo gli fornì una protezione che, lo ammetto, non avevo previsto... [...] Avevo fatto male i miei conti, amici miei...»
— Voldemort spiega che la distruzione del suo corpo è stata colpa sua[src]

Uno dei pochi difetti che Voldemort non possedeva, nonostante il suo egocentrismo, era quello di considerarsi infallibile. Più di una volta, infatti, riconobbe i propri errori e, con la stessa schiettezza e il medesimo fascino che in passato gli avevano procurato tanti seguaci, seppe trasformare le proprie sconfitte in strumenti di potere, condividendo apertamente informazioni scomode con i suoi Mangiamorte per mostrare come, grazie all’ingegno, potesse trarre forza persino dai propri sbagli. Al suo ritorno, Voldemort dimostrò una certa forma di umiltà calcolata: non annunciò la sua rinascita a nessuno se non ai suoi sostenitori, consapevole di non avere ancora la forza necessaria per affrontare il Ministero. Inoltre, mostrò clemenza verso i suoi seguaci, nonostante non lo avessero cercato durante la sua caduta, comprendendo che non poteva permettersi di inimicarseli prima di aver recuperato appieno la sua potenza. Eppure, come osservò Harry, Voldemort non era realmente capace di imparare dai propri errori, soprattutto quando si trattava di aspetti che non considerava degni di valore, come l’amore.

Nonostante di solito mantenesse un atteggiamento calmo, controllato e sofisticato, Voldemort era capace di accessi di rabbia violenti e devastanti. Spesso la sua ira aveva il sopravvento, come accadde durante il duello con Harry Potter a Little Hangleton, quando scagliò maledizioni con furia cieca, o quando ruggì d’ira affrontando Albus Silente durante la Battaglia dell'Ufficio Misteri. In questi momenti di collera incontrollata, l’istinto lo portava a lanciare Maledizioni senza Perdono contro chiunque gli capitasse a tiro. La sua esplosione di rabbia più nota avvenne quando scoprì che la Gringott era stata violata e che, in particolare, era stata saccheggiata la sua camera blindata: in quell’occasione massacrò tutti i superstiti per pura collera, un’azione che rifletteva ancora una volta la sua paura della morte. In preda al panico e alla furia, divenne talmente imprudente da dimenticare di proteggere la propria mente mentre controllava mentalmente i nascondigli dei suoi Horcrux, permettendo così al suo acerrimo nemico di scoprire dove si trovava l’ultimo rimasto. Quando l’ira lo sopraffaceva, Voldemort diventava imprevedibile: poteva mantenere un’algida calma o esplodere in una furia psicotica, e in questi momenti non esitava a uccidere persino i suoi seguaci più leali. Pretendeva rispetto assoluto dai Mangiamorte, ma non nutriva alcun vero affetto per loro. Salvò Bellatrix Lestrange dopo il duello con Silente e urlò di rabbia tentando di vendicarla quando fu uccisa da Molly Weasley, ma è probabile che la sua furia fosse dovuta più alla perdita di una serva potente e talentuosa, nonché madre di sua figlia Delphini, che non a un autentico rimpianto per Bellatrix in quanto persona. Bellatrix stessa lo amava ossessivamente (riflettendo in parte l’infatuazione che la madre di Voldemort aveva nutrito verso suo padre), ma Voldemort non ricambiò mai quei sentimenti: incapace di comprendere o desiderare l’amore, si limitò a intrattenere con lei un rapporto puramente fisico, da cui nacque Delphini.

La sua prima caduta fu causata proprio dal suo più grande limite: ignorare ciò che non era in grado di comprendere. Non si rese conto che tentare di uccidere qualcuno subito dopo aver assassinato chi si era sacrificato per proteggerla, avrebbe innescato un potere capace di far rimbalzare la maledizione stessa, poiché la forza dell’amore era capace di superare persino la magia più oscura e distruttiva.

Durante la Seconda Guerra dei Maghi, Voldemort diede prova sia della sua capacità di seminare discordia e sfiducia, sia della sua indole violenta. Negli ultimi giorni della sua vita, commise un errore dietro l’altro: alienò i propri seguaci con una strage indiscriminata dopo la rapina alla Gringott, svelò involontariamente a Harry l’ubicazione dell’ultimo Horcrux a causa di un controllo compulsivo e dettato dal terrore, ignorando che il legame tra le loro anime avrebbe reso i suoi pensieri leggibili, non riuscì a cogliere i segnali che avrebbero dovuto avvisarlo della sua imminente sconfitta, e non si accorse né del doppio gioco di Piton, né dell’ultimo piano di Silente.

Nella sua follia, Voldemort possedeva una noncuranza del pericolo che lo rendeva quasi invulnerabile alla paura e all’intimidazione. Seppur disposto a uccidere vigliaccamente neonati indifesi e pur temendo profondamente la morte, era perfettamente in grado di affrontare ogni altra minaccia. Quando, ancora adolescente, entrò nella casa di Orfin Gaunt per affrontare lo zio folle, persino Harry, osservando l’evento nel Pensatoio di Silente, non poté fare a meno di ammirare la totale assenza di paura di Riddle. Orfin, ubriaco, violento e armato di coltello, mostrò una ferocia disumana di fronte al giovane Riddle, ma nulla di ciò scosse Voldemort, la cui stessa natura omicida e disumana lo rese imperturbabile. Voldemort ebbe persino l’audacia di affrontare in duello Albus Silente, l’unico mago che, si diceva, avesse mai temuto davvero.

Voldemort era anche un bugiardo patologico e un ipocrita, fin dall’infanzia. Si divertiva a tormentare gli altri bambini dell’orfanotrofio e, durante gli anni a Hogwarts, aprì la Camera dei Segreti causando la morte di una studentessa. In entrambi i casi, quando Silente lo affrontò, negò ogni responsabilità o coinvolgimento. Mentì anche a Lumacorno circa le ragioni per cui desiderava informazioni sugli Horcrux. Un ulteriore esempio della sua ipocrisia fu quando si autodefinì «Signore misericordioso», millantando rispetto per i propri nemici, mentre in realtà considerava ogni persona che uccideva «senza nome né valore» (avendone uccisi talmente tanti da non distinguerli più come individui) e pronunciava con freddezza frasi come «più ne abbattono, meglio è» riferendosi al numero di morti durante le battaglie contro il suo esercito. Nonostante questo – o forse proprio a causa di questo – provava un odio viscerale verso chiunque osasse mentirgli o cercasse di nascondergli la verità. Da bambino, pretendeva che Silente gli dicesse la verità con un’insistenza tale da inquietare profondamente l’allora professore. Una volta padroneggiata la Legilimanzia, fu in grado di capire facilmente se qualcuno gli stesse mentendo e non esitava a minacciare chiunque tentasse di farlo, come quando ringhiò a Minus per aver negato di temere il corpo orrendo del suo Signore o quando disse a Frank Bryce: «Non mentire a Lord Voldemort.»[31] Dopo la presunta morte di Harry durante la Battaglia finale, annunciò a Hogwarts che il ragazzo era morto vigliaccamente mentre cercava di fuggire per salvare la propria vita, pur sapendo perfettamente che Harry era andato volontariamente incontro alla morte nella speranza di proteggere i propri amici. Le rare volte in cui si atteneva ai fatti, lo faceva esclusivamente per calcolo, come quando assicurò a Lumacorno che non avrebbe parlato con altri degli Horcrux. Negava persino le sue origini, disprezzando la propria metà babbana e rifiutando la sua natura di Mezzosangue.

«Modestia a parte, Harry, ho sempre avuto il dono di affascinare le persone di cui avevo bisogno.»
— Voldemort spiega la sua capacità di manipolare le persone per il proprio tornaconto[src]

Voldemort era estremamente egoista, al punto da non curarsi minimamente di ciò che accadeva agli altri, purché riuscisse a ottenere ciò che desiderava o evitare di essere scoperto per i propri crimini. Lo dimostrano i numerosi episodi in cui incolpò Hagrid, suo zio Morfin e l’elfa domestica Hokey per i delitti che aveva commesso con le proprie mani. Non si preoccupava mai delle conseguenze delle proprie azioni, a meno che queste non potessero avvantaggiarlo o danneggiarlo in modo concreto. Un esempio lampante del suo egocentrismo è l’assassinio di Severus Piton, che, per quanto Voldemort ne sapesse, era stato forse il suo servitore più fedele e utile, eliminato senza esitazione al solo scopo di sbloccare il pieno potere della Bacchetta di Sambuco. Persino quando parve accogliere la supplica di Piton di risparmiare la vita a Lily Evans, la uccise comunque, convinto che immobilizzarla sarebbe stato ciò che Piton desiderava, ma che fosse molto più “prudente“ giustiziarla senza altra motivazione se non il gusto di farlo.

Un episodio insolito che riguardava Voldemort, scoperto da Harry tramite un involontario collegamento mentale, avvenne la notte in cui uccise Lily e James Potter. Mentre percorreva un viale di Godric’s Hollow diretto verso la casa dei Potter per assassinare il piccolo Harry, in un atto di pietà tanto inconsueto quanto inspiegabile, decise di risparmiare la vita a un bambino babbano che, vedendolo, gli aveva fatto i complimenti per il suo costume di Halloween, ignaro che non si trattasse di un travestimento, ma di un mago in vesti nere dal volto pallido e serpentiforme. Ucciderlo, decretò Voldemort, era "inutile". Le ragioni precise di quella scelta non furono mai chiare, anche se si può ipotizzare che Voldemort avesse scelto di non usare la magia prima di raggiungere la casa dei Potter per evitare di essere individuato da eventuali spie. Un’altra possibilità è che, semplicemente, non ritenesse il bambino degno del proprio tempo o delle proprie energie.[27]

Nonostante la sua indifferenza verso chiunque, talvolta Voldemort sembrava provare un certo rispetto, o persino una forma di ammirazione, per il coraggio e l’abilità, anche quando questi tratti si manifestavano nei suoi nemici. Dopo il suo ritorno nel 1995, disse a Harry che suo padre era morto «diritto e fiero». In precedenza, già alla fine del primo anno di Harry a Hogwarts, aveva definito i Potter «coraggiosi», riconoscendo che James Potter «aveva ingaggiato un’intrepida lotta». Durante la Battaglia di Hogwarts, apprezzò lo “spirito e l’ardimento” di Neville Paciock, al punto da proporgli di diventare un Mangiamorte. Sebbene non provasse alcun affetto per i propri seguaci, Voldemort apprezzava la lealtà. Quando apprese che i Lestrange avevano preferito finire ad Azkaban piuttosto che tradirlo, ne fu talmente colpito da promettere loro ricompense che avrebbero superato ogni loro sogno. Allo stesso modo, quando Harry sembrò impiegare troppo tempo prima di farsi avanti per offrirsi in sacrificio e salvare Hogwarts, Voldemort espresse un certo disappunto, credendo che Harry avesse abbandonato la scuola per salvarsi la vita, dato che aveva sperato che il suo ultimatum spingesse il ragazzo a consegnarsi spontaneamente alla morte.

In alcune occasioni, parve persino che Voldemort avesse un codice d’onore, sebbene fosse sempre in linea con la sua ipocrisia e il suo pragmatismo. Un esempio fu il duello con Harry nel cimitero: quando Harry tentò di fuggire, Voldemort mancò deliberatamente il bersaglio con l’Avada Kedavra e lo rimproverò per avergli voltato le spalle, insistendo sul fatto che si rifiutava di ucciderlo mentre era girato e pretendendo che lo affrontasse faccia a faccia, perché desiderava guardarlo negli occhi mentre moriva. Quando si verificò il Priori Incantatio, ordinò ripetutamente ai Mangiamorte di non interferire, nemmeno per aiutarlo. In verità, agiva in questo modo non per senso dell’onore, ma perché era ossessionato dall’idea di uccidere personalmente Harry e, soprattutto, voleva essere certo di vedere la luce spegnersi nei suoi occhi.

Duello Silente Voldemort

Duello tra Voldemort e Silente, entrambi maghi eccezionalmente potenti

Nonostante la sua misantropia, Voldemort finse di credere nella purezza del sangue, utilizzando questa menzogna come strumento per ingannare i suoi seguaci e ottenere una fiducia che non meritava in alcun modo, sapendo quanto fosse impopolare l’idea di innalzare un folle, a malapena umano, al dominio assoluto del mondo. Non ebbe alcuno scrupolo, infatti, a cercare di reclutare Lily Evans fra le sue fila, proprio perché la sua adesione alla “purezza del sangue” era pura finzione. Poco dopo aver riconquistato un corpo fisico, raccontò a Harry della sua famiglia babbana, salvo poi rinnegarne il ricordo e proclamare il ritorno della sua «vera famiglia». Negli ultimi anni della sua vita, sostenne che i Nati Babbani non fossero altro che Babbani che avevano rubato la magia ai veri maghi e streghe, anziché ereditarla legittimamente, e che per questo meritassero di essere puniti severamente. Ma non vi era alcuna convinzione sincera dietro queste affermazioni: era soltanto un espediente volto a ottenere l’approvazione dei suoi seguaci. Arrivò persino a uccidere senza pietà Charity Burbage per aver sostenuto la causa dei Nati Babbani.

Tipico di un misantropo squilibrato, accolse tra le proprie file anche il lupo mannaro Fenrir Greyback, pur non considerandolo mai un vero Mangiamorte: una chiara ipocrisia se si considerava che Voldemort stesso era un Mezzosangue. Durante il suo anno di dominio, consentì ai Mezzosangue di continuare a frequentare Hogwarts, sebbene con minore considerazione. Era talmente disgustato dalle proprie origini babbane da negarle con ostinazione, lasciando falsi indizi sulla propria purezza e vantando con orgoglio la discendenza da Salazar Serpeverde.

Le origini di Voldemort erano umilissime, persino per gli standard dei Babbani: crebbe in un orfanotrofio, figlio di Merope Gaunt – discendente dell’ultimo ramo decadente, malato e incestuoso della famiglia Serpeverde – e di Tom Riddle Senior, un giovane proveniente da una ricca e arrogante famiglia babbana che fu costretto da una pozione a sposare Merope e a concepire un figlio con lei. Queste umili origini avrebbero dovuto renderlo un improbabile simbolo dei valori suprematisti dei Purosangue, ma grazie al suo potere, alla capacità di tracciare la propria discendenza direttamente a Salazar Serpeverde e alla sua apparente disponibilità a sostenere la loro causa, riuscì a conquistare il loro sostegno, imponendosi progressivamente su di loro con un terrore così profondo da renderne incrollabile la lealtà.

Voldemort trovò utile circondarsi di seguaci provenienti dall’aristocrazia magica legata alla Casa di Serpeverde, da poveri scontenti con antiche origini nobili ormai decadute, a elementi criminali. In loro presenza, parlava come uno di loro (con sincerità assai limitata), tenendo discorsi sulla purezza del sangue, sull’inferiorità dei Babbani e sul giusto ordine della società magica. In un’occasione, arrivò persino a torturare e uccidere Charity Burbage, considerata una traditrice del proprio sangue, unicamente per il compiacimento dei suoi seguaci. Ma Voldemort non perseguiva davvero la loro causa: permise loro di instaurare un regime suprematista al Ministero della Magia unicamente per i propri fini, per controllare il governo, ricompensare la lealtà dei suoi seguaci e garantirsi la loro continua obbedienza. I suoi veri interessi erano rivolti solo al consolidamento del proprio dominio e alla soppressione di ogni opposizione: le preoccupazioni dei Purosangue non lo interessavano affatto. L’alleanza tra Voldemort e i Mangiamorte era il frutto naturale della sua discendenza, del suo passato a Serpeverde e delle promesse fatte per guadagnarsi la loro fiducia, ma sia chiaro: Voldemort li stava solo usando.

Pur sostenendo che le proprie azioni fossero mosse dalla «nobile causa» di purificare la razza magica, è evidente che Voldemort attribuisse a questa causa un’importanza inferiore rispetto alla sua ossessione per l’immortalità e il dominio assoluto. Durante gli anni a Hogwarts, usò il Basilisco di Serpeverde per attaccare gli studenti Nati Babbani e finì per uccidere Mirtilla Malcontenta, ma non si prese mai il merito di quei crimini, consapevole che lo avrebbero messo nei guai con le autorità magiche. Incolpò Rubeus Hagrid, così da salvarsi e impedire la chiusura di Hogwarts, un obiettivo che, all’epoca, considerava prioritario. Rendendosi conto che riaprire la Camera dei Segreti sarebbe stato rischioso con Silente a sorvegliarlo, creò il diario Horcrux con l’intento futuro di ripetere quelle gesta tramite qualcun altro. Solo dopo aver assunto l’identità di Lord Voldemort cominciò a proclamarsi apertamente Erede di Serpeverde, quando ormai pochi avrebbero potuto collegarlo a Tom Riddle e agli eventi della Camera dei Segreti. Tutto ciò dimostra che, sebbene non credesse realmente nella supremazia dei Purosangue (se non per infiltrarsi nei loro circoli elitari), nutriva comunque un profondo disprezzo verso chi riteneva inferiore a sé. Era infinitamente più preoccupato di eliminare qualsiasi minaccia al proprio piano di dominio piuttosto che di preservare la purezza del sangue, come dimostrano i suoi sforzi per distruggere Albus Silente, Harry Potter, l’Ordine della Fenice e chiunque si opponesse al suo potere. Arrivò persino a lanciare un Tabù sul proprio nome, sapendo che solo chi osava opporsi a lui avrebbe avuto il coraggio di pronunciarlo.

Voldemort soffriva di un delirio di onnipotenza. Fin da giovane, si era convinto di essere unico e diverso da tutti e lo disse apertamente a Silente, affermando di aver sempre saputo di essere speciale. Si riferiva spesso a sé stesso in terza persona per rafforzare la propria importanza e dichiarò a Frank Bryce di essere «molto, molto più di un uomo». Nei suoi pensieri più intimi, si percepiva come «il più importante e prezioso», rivelando l’entità del suo delirio. In definitiva, tutta la sua filosofia si riduceva alla convinzione che le persone dovessero semplicemente uccidersi a vicenda, come dimostra la sua affermazione sull’assenza del bene e il male: per lui, il mondo era un’enorme arena in cui dominare o soccombere. La maggior parte delle sue scelte e azioni erano un tentativo di compensare la propria follia, il vuoto interiore, il nichilismo, la misantropia e, soprattutto, la tanatofobia che lo divorava.

Inoltre, a causa della sua estrema malvagità e della mancanza di un’anima umana intatta, Voldemort era totalmente incapace di evocare un Patronus,[40] l’incantesimo protettivo più potente e benevolo che un mago potesse generare, poiché privo dell’energia positiva necessaria per manifestarlo.

Capacità magiche e abilità[]

«Sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso mago Oscuro di tutti i tempi?»
— Albus Silente a proposito di Lord Voldemort[src]

Lord Voldemort fu il più potente, abile e pericoloso Mago Oscuro di tutti i tempi. Rientrava a pieno titolo tra i più grandi maghi mai vissuti, spesso considerato il secondo mago più potente della storia, superato unicamente da Albus Silente. Voldemort dimostrò un talento straordinario già durante gli anni a Hogwarts, al punto che lo stesso Silente affermò che Tom Riddle era stato lo studente più brillante che la scuola avesse mai avuto fra le sue mura. Da adulto, Voldemort divenne un mago di potenza immensa e di abilità praticamente ineguagliabile, ammirato e temuto persino dai maghi e dalle streghe più potenti del suo tempo. Unendo questa potenza a una smisurata megalomania, Voldemort veniva considerato non solo il mago oscuro più potente, ma anche il più pericoloso di tutti,[11] l’unico in grado di superare persino Gellert Grindelwald.

«Tu credi di conoscere più magie di me? Di me, di Lord Voldemort, che ha compiuto magie che Silente stesso non si era nemmeno sognato?»
— La visione egocentrica di Voldemort, secondo cui la magia equivale al potere, nei suoi ultimi istanti di vita[src]
  • Maestria magica: anche da bambino, Voldemort ha dimostrato di essere un prodigio nella magia, poiché era in grado di utilizzare e controllare la magia, senza nemmeno sapere di possederla: aveva il potere di muovere oggetti con la mente, di comunicare con e controllare gli animali e persino di infliggere danni a coloro che gli facevano cose brutte, cosa che lasciò stupito persino Silente. Da adulto, il potere di Voldemort era così grande che riuscì a terrorizzare tutta la Gran Bretagna e a fare tante vittime da guadagnarsi rapidamente la reputazione di mago oscuro più pericoloso della storia, superando persino Gellert Grindelwald. Ha compiuto imprese di magia ritenute impossibili, tanto che proprio come durante l'ascesa di Grindelwald, molti pensavano che solo Silente potesse batterlo. In effetti, Silente era l'unico mago che Voldemort avesse mai temuto. Nonostante ciò, durante il loro duello nell'atrio del Ministero, Voldemort si dimostrò capace di resistere a Silente, anche se alla fine fu costretto a fuggire. Possedendo una quantità incredibilmente profonda di conoscenza e comprensione della magia, Voldemort si era spinto dove mai nessuno prima di lui aveva tnetato. Perfino lo stesso Silente riconobbe che la conoscenza della magia di Voldemort era forse più ampia di quella di qualsiasi mago vivente. Questo grado di immenso potere magico e abilità mortale, unito alla sua palese mancanza di morale, lo rendevano davvero un avversario estremamente pericoloso. Solo Silente e Alastor Moody erano in grado di lanciare incantesimi di difesa in grado di tenere a bada Voldemort. Inoltre, sebbene applicasse raramente questo talento, Voldemort era altrettanto capace nel proteggere magicamente luoghi specifici quanto lo era nel rompere le protezioni magiche, poiché creò molte potenti difese attorno ad alcuni dei suoi Horcrux.
  • Controllo della magia infantile: anche prima che gli venisse detto che era un mago, o che avesse qualche conoscenza della magia o del mondo magico , il giovane Voldemort mostrava un eccezionale grado di controllo sulla magia. Persino Silente commentò che i suoi poteri erano sorprendentemente ben sviluppati per la sua età e che il suo livello di controllo su di essi lo aveva messo a disagio.
  • Arti Oscure: Voldemort era eccezionalmente abile nelle Arti Oscure, ed era ampiamente considerato il più potente praticante delle Arti Oscure che il mondo avesse mai conosciuto. Aveva una conoscenza magistrale delle magie più arcane e complesse di quel tipo di magia. Voldemort uccise abbastanza persone da creare un intero esercito di Inferi. Era particolarmente abile nell'uso di tutte e tre le Maledizioni Senza Perdono. Nonostante fosse indebolito, Voldemort era ancora in grado di lanciare la Maledizione Cruciatus da annullare un Incantesimo di Memoria lanciato da Bartemius Crouch un mago molto potente e una Maledizione Imperius abbastanza forte da controllare quest'ultimo per metà di un anno. Aveva una particolare affinità con la Maledizione Mortale. Voldemort era anche in grado di creare incantesimi oscuri estremamente potente: mise una maledizione sulla posizione di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure facendo in modo che nessuno potesse mantenere quel posto per più di un anno, e un altro sull'Anello di Orvoloson Gaunt, per proteggerlo dopo averlo trasformato in un Horcrux in modo che uccidesse chiunque lo toccasse. La maledizione era così forte che persino Silente riuscì a contenerla solo per un po' di tempo e Piton, un mago di eccezionale talento, fu in grado di sopprimere la maledizione solo per un anno. Voldemort era anche in grado di lanciare un incantesimo estremamente potente in grado di penetrare le difese altrettanto potenti intorno a Hogwarts. Voldemort era anche molto esperto nell'uso delle pozioni, essendo stato in grado di istruire Peter Minus a preparare la pozione che gli ridiede un corpo.
  • Duello: Voldemort era un duellante di quasi impareggiabile abilità, con Silente che era l'unico mago alla sua altezza in questo campo. Le sue abilità erano così grandi che era in grado di tenere testa contemporaneamente a tre ottimi duellanti come Minerva McGranitt, Kingsley Shacklebolt e Horace Lumacorno sopraffacendoli grazie a uno scoppio d'ira. Lo stile di duello di Voldemort era, ironicamente, molto simile a quello di Silente nella sua imprevedibilità: poteva cambiarlo in un batter d'occhio ed era estremamente aggressivo. Le abilità di duello di Voldemort erano abbastanza grandi da permettergli di tenere testa alla Bacchetta di Sambuco in possesso di Albus Silente (che però non stava combattendo per uccidere), anche se alla fine fu sopraffatto e fuggì.
  • Pozioni: Voldemort era eccezionalmente esperto in pozioni, poiché era a conoscenza di un'avanzata pozione di Rigenerazione oscura che poteva rendergli il potere e la forma corporea, e guidò con successo Minus nella sua preparazione. Potrebbe anche aver inventato pozioni, come quella che usò per proteggere il medaglione Horcrux.
  • Alchimia: Voldemort era esperto nell'antica dell'alchimia, al punto da essere sicuro che se fosse riuscito a rubare la Pietra Filosofale, sarebbe stato in grado di usarla per riottenere un corpo. Silente sembrava anche credere che Voldemort sarebbe stato certamente in grado di creare una sua Pietra Filosofale, ma scelse di non farlo perché avrebbe trovato intollerabile la dipendenza dalla pietra e dall'Elisir di Lunga Vita che ne avrebbe distillato.
  • Incantesimi: Voldemort era estremamente abile con gli incantesimi, poiché era in grado di lanciare un incantesimo di disillusione così potente da diventare invisibile ai suoi stessi occhi. Poteva far levitare senza sforzo oggetti, appellarli da lontano, abbattere porte e rompere serrature. Era capace di impiantare falsi ricordi e di lanciare senza sforzo un potente Sortilegio Scudo. Prima della battaglia di Hogwarts, amplificò la propria voce in modo che tutta Hogwarts potesse sentirlo pronunciare il suo ultimatum. Ha anche eseguito un Incantesimo Silenziatore straordinariamente potente sui difensori di Hogwarts durante la seconda metà della battaglia per metterli a tacere tutti.
  • Materializzazione: Voldemort era eccezionalmente abile nella Materializzazione e poteva materializzarsi con estrema precisione anche quando stava combattendo, e la usava per schivare ed eludere gli incantesimi durante i duelli con Silente. Voldemort era anche in grado di materializzarsi senza far rumore, qualcosa che solo lui e Silente erano ritenuti in grado di fare.
  • Occlumanzia e Legilimanzia: Voldemort era eccezionalmente abile e dotato nell'uso dell'Occlumanzia e della Legilimanzia, essendo in grado di proteggere efficacemente la propria mente e penetrare in quelle degli altri. Piton affermò che fosse il Legilimens più esperto che il mondo avesse mai visto, ma è possibile che esagerasse per ingraziarsi Bellatrix Lestrange. In ogni modo Voldemort era spaventosamente abile nella Legilimanzia potendo scavare e scrutare in profondità nelle menti degli altri senza bisogno di pronunciare l'incantesimo o usare la sua bacchetta, potendo influenzare le menti che aveva invaso. È stato anche in grado di usare la Legilimanzia per possedere brevemente Harry, anche se aveva già riacquistato un corpo fisico, cosa che ha causato a Harry così tanto dolore che ha persino desiderato la morte. Voldemort riusciva quasi sempre a capire quando qualcuno mentiva, ma a volte falliva. Pochissime persone erano abbastanza abili in Occlumanzia da proteggersi da lui: Severus Piton, Albus Silente e Gellert Grindelwald e forse anche Narcissa Malfoy erano gli unici conosciuti in grado di bloccare la Legilimenza di Voldemort usando l'Occlumanzia. Inoltre, Harry Potter, nonostante il suo legame con la mente di Voldemort, scoprì che poteva bloccare le intrusioni di Voldemort nella sua mente provando amore, poiché il contatto diretto con la mente di Harry mentre provava amore era terribilmente doloroso per Voldemort. Usando la sua maestria nell'Occlumanzia, Voldemort è stato in grado di bloccare la sua connessione con Harry, impedendogli di vedere cosa stesse facendo, anche se le sue difese potereno essere superate dal ragazzo quando Voldemort era abbastanza arrabbiato. Silente temeva anche che Voldemort potesse usare la Legilimanzia su Draco Malfoy per scoprire qualsiasi potenziale confronto sulla missione del giovane nonostante Draco avesse imparato l'Occulumanza, suggerendo che le abilità di Voldemort erano in grado di penetrare l'Occlumanzia se il bersaglio non era abbastanza forte.

"Voldemort volava come fumo nel vento, senza una scopa o un Thestral".

  • Serpentese: Voldemort era un Rettilofono, un'abilità che ereditò dal suo avo Salazar Serpeverde che gli permetteva di comunicare con i serpenti e controllarli in una certa misura.
  • Immortalità : Voldemort è l'unico mago noto ad aver creato più di un Horcrux e tramite essi ottenne l'immortalità, essendo immune anche alla Maledizione Mortale. Tuttavia la sua immortalità era legata agli Horcrux e quando furono tutti distrutti, tornò ad essere mortale.
  • Trasfigurazione: Voldemort ha mostrato abilità straordinarie in questo ramo della magia. Trasfigurò facilmente la corda di fuoco di Silente in un serpente nero durante la Battaglia dell'Ufficio Misteri ed era anche abile nell'evocazione , poiché poteva creare oggetti d'argento di incredibile durata, come si è visto quando ha prodotto uno scudo d'argento abbastanza forte da respingere la maledizione di Silente, che era estremamente potente. Poteva persino creare arti artificiali e ne diede uno a Peter Minus.
  • Difesa contro le Arti Oscure: nonostante fosse molto più interessato a usare la magia oscura che a imparare a difendersi da essa, era estremamente abile nel farlo, tanto che Armando Dippet disse che probabilmente lo avrebbe preso come insegnante, di tale materia quando avesse avuto l'età giusta. Si può presumere che la sua conoscenza delle Arti Oscure lo abbia reso consapevole di molti incantesimi difensivi avanzati di cui pochi erano a conoscenza, poiché affermava che avrebbe potuto insegnare agli studenti magie che non avrebbero potuto imparare da nessun altro se fosse stato Professore di Difesa Contro le Arti Oscure.
  • Creazione di incantesimi: Voldemort era anche estremamente abile nell'inventare incantesimi propri incantesimi magici , come evidenziato dall'incantesimo Morsmordre, una delle sue invenzioni. È probabile che alcuni degli incantesimi oscuri usati per nascondere e proteggere i suoi Horcrux siano stati creati da lui poiché persino Silente aveva difficoltà a superarli.
  • Magia senza bacchetta e non verbale: Voldemort era anche immensamente abile sia nella magia senza bacchetta che in quella non verbale, tanto da essere in grado di usarle entrambe senza sforzo. Poteva spostare gli oggetti in questo modo, e disarmare Harry con un semplice gesto del braccio durante la Battaglia dell'Ufficio Misteri. Era in grado di lanciare perfino le Maledizioni Senza Perdono alla loro piena potenza senza parlare, ma non senza bacchetta.
  • Versatilità con la bacchetta: Voldemort ha dimostrato di essere capace di usare bacchette diverse dalla sua senza alcuna difficoltà. Ha usato la bacchetta di suo zio Orfin per uccidere suo padre e i nonni paterni da adolescente e nel 1997 usò la bacchetta di Lucius Malfoy per un po'. Anche se non poté mai usare la piena potenza della Bacchetta di Sambuco era in grado di mantenere il suo solito livello di abilità con essa.
  • Intimidazione: Voldemort, a causa della sua capacità praticamente ineguagliabile di commettere atti atroci, era estremamente intimidatorio, abbastanza da spaventare i delinquenti di basso livello e farli lavorare per lui per pura paura di come avrebbe reagito al loro rifiuto. Era in grado di intimidire rapidamente i famosi fabbricanti di bacchette Garrick Olivander e Mykew Gregorovitch che si sottomisero immediatamente alle sue richieste. Tra i pochissimi individui che non temevano Voldemort c'erano Albus Silente, Gellert Grindelwald, Remus Lupin e Sirius Black. Perfino la sua cerchia ristretta lo temeva. In effetti, la profonda esperienza di Voldemort nelle tattiche intimidatorie gli ha permesso di instillare una grande paura nei cuori dei maghi al punto che quasi tutti temevano di pronunciare ad alta voce il suo nome e spesso i Mollicci apparivano anche come Voldemort poiché rappresentava la peggiore paura di molti membri della specie magica.
  • Intelligenza: Voldemort non era solo un grande mago, ma possedeva anche un intelletto geniale, poiché era considerato lo studente più brillante che avesse mai frequentato Hogwarts da Silente (sebbene lui stesso dovesse essere alla pari o superiore). Il suo intelletto è dimostrato dalla sua astuzia strategica. Ha anche dimostrato di essere un abile ricercatore, avendo scoperto con successo la sua ascendenza grazie al suo secondo nome e l'ubicazione della Camera dei Segreti.
  • Carisma: anche in giovane età, Voldemort ha mostrato un talento straordinario per la manipolazione, riuscendo a guadagnandosi la fiducia di ogni insegnante di Hogwarts, escluso Albus Silent. Si circondò anche di un gruppo di amici che sarebbero diventati i primi Mangiamorte, anche se Voldemort non provava affetto per nessuno di loro. Era considerato affascinante dalla maggior parte delle persone che lo incontravano ed era in grado di ispirare gli altri a seguirlo. Da adulto, le sue abilità nella manipolazione crebbero ulteriormente, convincendo con successo molti maghi e streghe a unirsi alla sua causa, sebbene Sirius Black notasse che Voldemort usava anche trucchi, maledizioni e ricatti per convincere le persone a unirsi a lui. Anche quando il suo corpo fisico e i suoi poteri magici furono gravemente indeboliti, Voldemort fu in grado di usare il suo carisma per manipolare Quirinus Raptor affinché lo servisse, quando Raptor originariamente voleva il contrario.
  • Recitazione: oltre alle sue formidabili abilità magiche e alla vasta conoscenza della magia, da adolescente, Tom ha dimostrato di essere un ottimo attore in grado di nascondere la sua vera natura a quasi tutti a Hogwarts tranne Silente.
  • Leadership: anche da studente, Riddle era già un leader molto abile, poiché era in grado di guidare i precursori dei Mangiamorte e a sfuggire alla sorveglianza dello staff di Hogwarts, essendo responsabile di diversi spiacevoli incidenti che non furono mai collegati a lui e ai suoi amici, dimostrando. Man mano che cresceva e acquisiva maggiore esperienza affinò ulteriormente le sue capacità di leadership, che però passarono cambiò dal controllo carismatico al comando tirannico e completamente spietato, anche se non per questo meno efficace, dei suoi Mangiamorte. dimostrato durante la Prima e la Seconda Guerra dei Maghi.
  • Venditore: un talento largamente trascurato di Voldemort era la sua abilità nell'intermediare le vendite come commesso di Magie Sinister. Questo talento e gli ha permesso di scoprire il Medaglione di Serpeverde e la Coppa di Tassorosso in possesso di Hepizbah Smith.
  • Abilità didattiche: Quando Voldemort tentò di fare domanda per una posizione come insegnante a Hogwarts, espresse piena fiducia nella capacità di insegnare agli studenti cose che non avrebbero potuto imparare da nessun altro mago. In effetti anche se non ottenne il lavoro, dimostrò di essere un ottimo mentore; tra le sue imprese conosciute ci sono l'addestramento personale di Bellatrix Lestrange nelle Arti Oscure, l'insegnamento a Peter Minus su come preparare pozioni oscure avanzate e l'insegnamento del volo senza supporto a Severus Piton. In generale, i Mangiamorte sapevano come eseguire alcuni incantesimi di sua creazione, principalmente Morsmordre.
  • Attitudine fisica: Voldemort era in ottime condizioni fisiche nonostante il suo aspetto scheletrico, con la sua forza e agilità che superiori a quelle di Harry Potter.

Relazioni[]

Famiglia[]

Genitori, zio, nonni[]

«La vedi quella casa sulla collina, Potter? Mio padre viveva lassù. Mia madre, una strega che abitava in questo villaggio, s’innamorò di lui. Ma lui la abbandonò quando lei gli rivelò chi era… non piaceva la magia, a mio padre… La lasciò e tornò dai suoi genitori Babbani prima che io nascessi, Potter, e lei morì dandomi alla luce, e così fui allevato in un orfanotrofio Babbano… ma promisi di ritrovarlo… mi vendicai di lui, di quello sciocco che mi aveva dato il suo nome… Tom Riddle…»

Tom nacque e crebbe in un orfanotrofio Babbano , senza conoscere nessun membro della sua famiglia. Sua madre, Merope Gaunt, morì poco dopo il parto, senza tentare di salvarsi con mezzi magici o di altro tipo. I sentimenti di suo padre nei suoi confronti sono sconosciuti, poiché è fuggito da Merope, allora incinta, dopo che lei smise di drogarlo con una pozione d'amore, non si diede mai la pena di sapere cosa fosse successo a loro figlio. I due si incontrarono un'unica volta nel 1943, quando Riddle uccise suo padre e i suoi nonni paterni. Riddle era disgustato dai suoi parenti Babbani e assunse lo pseudonimo di "Lord Voldemort" in parte per il desiderio di sbarazzarsi dello "sporco nome da Babbano di suo padre". Tom Riddle Jr credeva che suo padre avesse abbandonato lui e sua madre perché non gli piaceva la magia, quindi è presumibile che non sapesse che sua madre lo avesse privato della volontà con un filtro d'amore, ma se anche avesse saputo che suo padre era stato costretto a sposare sua madre e ad avere un figlio con lei, difficilmente avrebbe provato a capirne le ragioni.

Famiglia Gaunt.

Tutti i familiari di Voldemort: suo padre, sua madre, suo nonno e suo zio.

Tom non rimase impressionato quando conobbe il suo zio squilibrato Orfin che viveva nello squallore più totale e lo incastrò per omicidio rubandogli l'unica cosa di valore che avesse mai posseduto.

Tom da bambino, mostrava disprezzo per sua madre e pensava che Merope dovesse essere stata una Babbana non essendo stata in grado di sopravvivere al parto. In seguito, Riddle mostrò una rabbia visibile, quando Hepzibah Smith calunniò inconsapevolmente sua madre, indicando che scoprire che aveva ereditato la magia da lei potrebbe averlo portato a rispettarne un minimo la memoria.

Riddle parve deluso quando Orfin gli comunicò la morte di Orvoloson, segno che desiderava conoscerlo.

Salazar Serpeverde[]

Salazar-Slytherin

Salazar Serpeverde antenato di Voldemort e unica persona che sembrava rispettare.

Salazar Serpeverde era l'unico parente di cui Voldemort era orgoglioso e l'unica persona in assoluto che sembrava rispettare. Ostentava in ogni occasione possibile, la sua parentela con lui definendosi orgogliosamente l'Erede di Serpeverde", che diceva di considerare il suo 'nobile antenato'.

Delphini[]

Non si sa cosa provasse Voldemort per sua figlia Delphini poiché morì mentre lei era ancora una neonata. Tuttavia, nella linea temporale alternativa creata per errore da Scorpius e Albus, Voldemort aveva apparentemente messo Delphini a capo del Ministero.

È quindi probabile che se Voldemort fosse vissuto, l'avrebbe considerata una serva eccezionalmente fedele, una specie di braccio destro. Le avrebbe anche concesso un simbolo personale e un nome suo "L'Augurey". Non si sapeva perché volesse un figlio, poiché non sentiva il bisogno d'amore e non voleva legarsi emotivamente a nessuno.

E' possibile che il concepimento di Delphini sia stato accidentale o che Voldemort volesse premiare Bellatrix per la sua lealtà concedendole l'onore di far proseguire la stirpe di Salazar Serpeverde, o che sperasse di avere un'altra serva potente e fedele come Bellatrix.

Delphni dal canto suo era curiosa riguardo ai suoi genitori e voleva avere la possibilità di conoscerli. Ha fatto di tutto per incontrare e salvare suo padre, fino al punto di intromettersi nel tempo per creare un futuro in cui vivesse, il che dimostra che aveva un po' di affetto per lui, ma è probabile che Voldemort l'avrebbe vista solo come una serva utile, dato che era del tutto incapace di amare.

Bellatrix Lestrange[]

«Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!»- Bellatrix dichiara la sua lealtà a Voldemort.

Bellatrix-Lestrange

Bellatrix Lestrange una delle serve più fedeli di Voldemort e madre di sua figlia.

Bellatrix Lestrange era tra i Mangiamorte più leali e fidati di Voldemort e lui si fidava di lei al punto di affidarle uno dei suoi Horcrux, anche se non le disse cos'era. Era fanaticamente fedele al suo padrone poiché, dopo la sua prima sconfitta nel 1981, fu tra i pochissimi suoi servitori che cercarono di rintracciarlo e durante il suo processo, dichiarò con orgoglio che sarebbe rimasta la sua serva più leale e che sarebbe sicuramente tornato. Considerava Azkaban un luogo dove lo doveva aspettare, piuttosto che una prigione.

La sua ossessione si estendeva al fatto di essere innamorata e attratta sessualmente da lui. In almeno un'occasione, durante un incontro dei suoi Mangiamorte, arrossì e i suoi occhi si riempirono di lacrime quando lui la elogiò.

«I Lestrange dovrebbero trovarsi qui» disse piano Voldemort. «Ma sono sepolti vivi ad Azkaban. Sono stati fedeli. Sono finiti ad Azkaban piuttosto che rinnegarmi… quando le porte di Azkaban verranno spalancate, i Lestrange riceveranno onori oltre l’immaginabile».

Riddle sembrava considerarla meglio rispetto alla maggior parte degli altri suoi servitori. Potrebbe aver avuto un affetto almeno superficiale per lei, poiché la chiamava "Bella" come avrebbero fatto i membri della sua famiglia. Sembrava essere lusingato dalla sua incrollabile devozione e una delle prime cose che disse ai suoi Mangiamorte quando rinacque fu che avrebbe ricompensato lei, suo marito e suo cognato. Alla conclusione della Battaglia dell'Ufficio Misteri, la portò con sé quando fuggì e fu l'unica Mangiamorte che si prese la briga di aiutare, anche se questo potrebbe essere dovuto più alla sua vicinanza fisica che al rispetto che provava per lei. Quando fu uccisa da Molly Weasley durante la battaglia di Hogwarts, era furioso e intendeva vendicare la sua morte.

Bellatrix era indignata da chiunque mostrasse la minima mancanza di rispetto al suo padrone. A causa della sua natura egoista ed egocentrica, probabilmente Voldemort sarà stato compiaciuto dall'amore ossessivo di Bellatrix per lui. Potrebbe anche aver scelto Bellatrix come madre della sua progenie a causa del suo potere e del suo essere una Purosangue.

Albus Silente[]

«Non vuoi uccidermi, Silente?» gridò Voldemort, gli occhi scarlatti socchiusi appena visibili oltre il bordo dello scudo. «Sei superiore a tanta brutalità, vero?»

«Sappiamo entrambi che ci sono altri modi per distruggere un uomo, Tom» replicò tranquillo Silente, e avanzò verso di lui come se non avesse paura alcuna, come se nulla fosse successo a interrompere la sua passeggiata nell’Atrium. «Ammetto che non mi darebbe soddisfazione toglierti soltanto la vita…»

«Niente è peggio della morte, Silente!» ringhiò Voldemort.

«Ti sbagli» replicò Silente, continuando ad avvicinarsi e parlando in tono leggero, come se stessero facendo due chiacchiere davanti a un bicchiere. Vedendolo camminare così indifeso, privo di scudo, Harry ebbe timore; avrebbe voluto gridare un avvertimento, ma il suo guardiano senza testa continuava a tenerlo contro la parete, bloccando ogni suo tentativo di liberarsi. «In verità, l’incapacità di capire che esistono cose assai peggiori della morte è sempre stata la tua più grande debolezza…»

Silente-personaggio-preferito-jk-rowling

Albus Silente il suo ex-insegnante, nemico e unico mago che Voldemort abbia mai temuto.

Tom Riddle incontrò Albus Silente all'età di undici anni, quando venne a reclutarlo per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Sebbene inizialmente sospettoso nei confronti di Silente, rimase almeno un po' impressionato dalla dimostrazione di magia di Silente. Tom fu felice di scoprire di essere un mago, poiché ciò confermò i sospetti che aveva da tempo riguardo al fatto di essere "speciale". Il ragazzo però impressionò negativamente Silente quando ammise di poter ferire le persone. Anche se Tom divenne uno studente estremamente popolare tra i suoi colleghi, Silente rimase diffidente nei suoi confronti e lo tenne d'occhio scrupolosamente.

Riddle tornò a Hogwarts anni dopo essersi diplomato per richiedere la posizione di professore di Difesa contro le Arti Oscure a Silente, che era diventato il preside della scuola. Sospettando che le vere intenzioni di Voldemort fossero molto più sinistre di quanto lasciasse intendere, Silente rifiutò di assumerlo.

Voldemort disprezzava Silente, non solo a causa del fatto che quest'ultimo era forse il suo nemico più pericoloso, ma anche perché la fede di Silente nel potere dell'amore era qualcosa che confondeva e disgustava Voldemort. Si pensava che Silente fosse l'unica persona che Voldemort avesse mai temuto e una delle poche persone che Voldemort non era in grado di intimidire, poiché Silente era l'unico mago i cui poteri e abilità potevano rivaleggiare con quelli di Voldemort. Silente persisteva nel riferirsi a lui come "Voldemort" con gli altri e nel rivolgersi a lui come "Tom" nelle conversazioni private, un sottile ma fermo rifiuto di permettere a Voldemort di dettare i termini della loro relazione. Silente guidò gli sforzi bellici contro e diede un contributo essenziale alla sua sconfitta e avrebbe istruito Harry Potter, colui che sostanzialmente avrebbe preso il suo posto come leader anti-Voldemort, dopo la sua morte.

Harry Potter[]

Harry Potter (HBP promo) 1

Harry Potter il nemico mortale di Voldemort e colui che lo annientò.

<<Mi occuperò personalmente del ragazzo. Sono stati commessi troppi errori con Harry Potter. Io stesso ne ho commessi. Se Potter è vivo, dipende più dai miei errori che dalle sue vittorie. Sono stato incauto, e pure ostacolato da fortuna e caso, i due sabotatori di tutti i piani men che bene architettati. Ma ora ho imparato. Capisco quelle cose che prima non capivo. Devo essere io a uccidere Harry Potter, e io sarò».

Harry Potter divenne il nemico mortale di Voldemort dopo che il Signore Oscuro udì parte di una profezia che prediceva la nascita di un individuo destinato a distruggerlo; due bambini soddisfacevano i criteri, ma per la semplice ragione che Harry era un mezzosangue come lui, Voldemort lo considerava una minaccia maggiore di Neville Paciock. Prendendo di mira Harry, Voldemort involontariamente lo contrassegnò come suo pari, portando così alla sua stessa distruzione.

La profezia affermava che "Il Prescelto" avrebbe avuto un potere che mancava al Signore Oscuro. Quel potere è l'amore e Silente si rese conto che erano le abilità di Harry, combinate con la sua capacità di amare, gli avrebbero dato il potere di sconfiggere Voldemort. A differenza di Harry, che era mentalmente, emotivamente e spiritualmente intatto e i cui amici lo sostenevano per lealtà e amore, Voldemort era psicologicamente, ed emotivamente distrutto, provava solo arroganza, odio, avidità, gelosia e controllava i suoi seguaci attraverso la paura, l'intimidazione e la coercizione. Harry fu turbato nel notare molte somiglianze tra loro: erano entrambi orfani e pensavano a Hogwarts come alla loro prima vera casa, ed entrambi somigliavano fisicamente ai loro padri, e in una certa misura l'uno all'altro. Tuttavia, Silente insisteva sul fatto che differivano in un modo assolutamente cruciale: Harry aveva la capacità di amare, mentre Voldemort no.

Sebbene Harry trovasse difficile capire che qualcosa di così semplice come l'amore fosse tanto utile contro Voldemort, capì che, ancora una volta, si trattava anche di scelte: le azioni di Voldemort nei confronti di Harry erano basate sulla profezia, ma Harry avrebbe scelto di combattere Voldemort anche senza di essa e ciò lo tenne contro il Lato Oscuro.

Voldemort divenne ossessionato da Harry dopo aver fallito nell'ucciderlo e cercò vendetta su Harry per dimostrare di essere il mago più temuto e potente di tutti i tempi. L'odio e il desiderio di vendetta di Voldemort erano così forti che l'Horcrux contenuto nel suo diario voleva distruggere più Harry che i Nati Babbani. Voldemort considerava Harry debole rispetto a lui e sottovalutò il modo in cui il potere dell'amore lo aiutava. Dopo aver posseduto la mente di Harry, le emozioni che provava per i suoi amici e la sua famiglia furono così opprimenti e inquietanti per Voldemort che lo scacciarono. Di conseguenza, non tentò mai più di possedere Harry.

Quando i due si affrontarono per l'ultima volta, Harry esortò Voldemort a provare rimorso - l'unico mezzo conosciuto per riparare un'anima fratturata - ma Voldemort reagì con sdegno. Harry continuò informando Voldemort che nonostante brandisse la Bacchetta di Sambuco, non ne era il padrone, ma lo era lui. Nella sua furia, Voldemort fece un ultimo tentativo di attentare alla vita di Harry, ma la Bacchetta di Sambuco era fedele a lui, e la Maledizione Mortale che aveva scagliato si ritorse ancora una volta su Voldemort e senza i suoi Horcrux a sostenerlo, questa volta la maledizione pose fine alla sua vita. Ironicamente Voldemort e Harry erano parenti alla lontana, dato che tutti e due discendevano dai Peverell.

Nagini[]

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Nagini il serpente Horcrux di Voldemort.

Voldemort aveva una relazione speciale con Nagini, il suo serpente domestico che era anche uno dei suoi Horcrux. Nagini era l'unico essere vivente a cui Voldemort sembrava tenere sinceramente; tuttavia, poiché Nagini era uno dei suoi Horcrux, è molto più probabile che si preoccupasse della parte della sua anima dentro di lei piuttosto che di Nagini stessa. Tuttavia, Silente ipotizzò che Voldemort tenesse a Nagini più che a qualsiasi altra creatura vivente e che il suo affetto per lei non avesse nulla a che fare con la parte della sua anima che aveva riposto dentro di lei; infatti Silente pensava che fosse stato a causa dei suoi sentimenti per il serpente che aveva trasformato Nagini in un Horcrux. Voldemort spesso le accarezzava la testa, la portava al collo e usava persino parole amorevoli quando le parlava. Chiese immediatamente il silenzio ai Mangiamorte quando notò che Nagini si stava irritando per i loro scherni e le loro urla.

Nagini non attirò mai l'ira del suo padrone, anche quando non riuscì a tenere Harry Potter a Godric's Hollow, in modo che Voldemort lo finisse sebbene lui generalmente non reagisse bene al fallimento. Nagini obbedì ad ogni ordine del suo padrone, e i due erano in grado di comunicare tra loro mentalmente. Albus Silente notò che Voldemort aveva un insolito controllo su di lei, anche per un Rettilofono.

Barty Crouch Jr.[]

<<Mi chiese se ero pronto a rischiare tutto per lui. Ero pronto. Era il mio sogno, la mia più grande ambizione, servirlo, dimostrargli la mia abilità. Mi disse che aveva bisogno di infiltrare a Hogwarts un suo servo fedele>>.

Barty Crouch Junior

Barty Crouch Jr. uno dei servi più fedeli di Voldemort.

Barty Crouch Jr. era uno dei servi più fedeli di Voldemort. Quando Voldemort venne a sapere, che era vivo e tenuto segregato in casa sua, andò a liberarlo insieme a Peter Minus.

Crouch vedeva Lord Voldemort come una sorta di figura paterna ed era fanaticamente devoto al Signore Oscuro. Era disposto a sacrificarsi e a dare assolutamente tutto per servire Voldemort. Credeva anche che se avesse ucciso Harry Potter, sarebbe diventato più di un figlio per Voldemort. In sostanza, la lealtà di Barty fu eguagliata solo da quella di Bellatrix Lestrange.

Tuttavia, la lealtà di Crouch lo ha portato a sapere molte cose su Lord Voldemort che persino altri fedelissimi, come Bellatrix, non sapevano come che Voldemort aveva un padre deludente, da cui ha preso il nome e che ha ucciso. Queste similitudini hanno contribuito ad alimentare la lealtà di Barty. Potrebbe benissimo essere che Voldemort abbia raccontato a Barty queste somiglianze tra i due e le abbia usate come un modo per convincerlo a unirsi a lui. Ciò potrebbe implicare che Barty avesse saputo dello status di Mezzosangue del suo padrone ma che non gli importasse, ma in effetti è molto più probabile che Riddle gli abbia solo detto che suo padre lo aveva abbandonato senza mai ammettere che fosse un Babbano.

Voldemort sembra aver riconosciuto il valore di Barty, cosa che suo padre non era riuscito a fare, e lo definì apertamente il suo servo più fedele. Tuttavia, nonostante ciò non gli importava niente di lui come persona. Non si sa come abbia reagito Voldemort quando ha saputo che Crouch era stato scoperto e baciato da un Dissennatore, anche se è probabile che gli sia dispiaciuto parecchio aver perso un servitore tanto fedele e capace, specie in un momento in cui ne aveva ancora pochi.

Severus Piton[]

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Severus Piton suo ex-servitore, nemico e vittima.

«Forse la conosci già? Sei un uomo intelligente, dopotutto, Severus. Sei stato un servitore bravo e fedele, e mi dolgo di ciò che deve accadere. La Bacchetta di Sambuco non può servirmi in modo adeguato, Severus, perché non sono io il suo vero padrone. La Bacchetta di Sambuco appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario. Tu hai ucciso Albus Silente. Finché tu vivi, Severus, la Bacchetta di Sambuco non può essere davvero mia. Non può essere altrimenti. Devo dominare la Bacchetta, Severus. Se domino la Bacchetta, finalmente dominerò Potter».

Severus Piton divenne un Mangiamorte nella Prima Guerra dei Maghi, all'inizio era estremamente fedele a Voldemort finché non si rese conto che il Signore Oscuro aveva pianificato di uccidere Lily Evans di cui era follemente innamorato. Piton si appellò ad Albus Silente, diventando una spia per l'Ordine della Fenice in cambio di una protezione speciale per Lily.

Dopo che Peter Minus tradì i Potter, Lily morì e Voldemort scomparve; tuttavia, anche se Piton non fu in grado di salvare Lily, il suo amore per lei permise a suo figlio, Harry, di sopravvivere dato che era stato Piton a chiedere al Signore Oscuro di risparmiarle la vita. Fu per questo che Voldemort diede a Lily la possibilità di scappare, rendendo così la sua morte un sacrificio volontario. Il fatto che Voldemort fosse disposto a risparmiare Lily su richiesta di Severus, implica che rispettasse le sue abilità e la sua fedeltà abbastanza da fargli questa concessione. Dopo la morte dei Potter, la lealtà di Piton non vacillò e giurò di proteggere Harry dal Signore Oscuro, onorando il sacrificio di Lily.

Quando Voldemort rinacque e chiamò a sé i suoi Mangiamorte, Piton andò da lui solo due ore dopo. Il Signore Oscuro era sospettoso e temeva che Piton fosse passato dalla parte di Silente, e in effetti era così e su ordine di quest'ultimo Severus affermò che era tornato dopo per poter spiare il Preside. Il Signore Oscuro interrogò ampiamente Piton e trovò tutte le sue risposte soddisfacenti; Piton venne quindi riaccolto nella sua cerchia ristretta.

La fiducia di Voldemort in Piton fu ulteriormente consolidata quando quest'ultimo uccise Albus Silente, così Piton divenne il consigliere più fidato del Signore Oscuro e gli fu assegnata la posizione di Preside di Hogwarts dopo la caduta del Ministero della Magia . All'insaputa di Voldemort, Piton continuò a indebolirlo il più possibile, seguendo le istruzioni di Silente che aveva organizzato il proprio assassinio.

Quando Minerva McGranitt iniziò a coordinare le difese del Castello di Hogwarts per l'imminente battaglia contro Voldemort, Piton fuggì e subito dopo fu convocato alla Stamberga Strillante da Riddle. Piton vide che il Signore Oscuro aveva lanciato una protezione speciale attorno a Nagini, e tentò di lasciare la Baracca per dare a Harry un messaggio di Silente (poiché Silente aveva spiegato a Piton che una volta che Voldemort avesse avuto paura per la vita del serpente, avrebbe dovuto dire a Harry che era il settimo Horcrux di Voldemort , e quindi doveva morire) con la scusa che avrebbe trovato Harry e si sarebbe assicurato che fosse ucciso da Voldemort. Voldemort tuttavia ordinò a Nagini di uccidere Piton, perché lo credeva il vero padrone della Bacchetta di Sambuco e sebbene affermasse che gli dispiacesse, non mostrò nessuna tristezza per la morte di Piton.

Nel suo duello finale contro Voldemort, Harry rivelò a tutti che Piton era stato fedele a Silente da quando Voldemort aveva preso di mira i Potter. Piuttosto che essere sorpreso o arrabbiato, Voldemort reagì con indifferenza a queste rivelazioni. E' possibile che Voldemort si fidasse di Piton a causa delle similitudini fra loro (entrambi avevano una madre strega e un padre Babbano, entrambi odiavano il loro genitore Babbano e si erano aggrappati alla loro ascendenza magica, entrambi erano affascinati dalle Arti Oscure ed erano cresciuti in povertà, entrambi si erano scelti un nuovo nome), ma alla fine furono le loro differenze a dividerli dato che Piton era in grado di provare amore e rimorso sincero per le sue azioni e fu proprio questo a portare alla sconfitta di Voldemort.

Peter Minus[]

«La tua devozione non è altro che codardia. Non saresti qui se avessi un altro posto dove andare>>- la scarsa (e giusta) opinione di Voldemort su Minus.

Peter-Pettigrew

Peter Minus il servo più codardo di Voldemort.

Peter Minus, fu il servitore più debole e codardo di Lord Voldemort; divenne un Mangiamorte durante la prima ascesa di quest'ultimo e divenne una spia dell'Ordine della Fenice per lui, ed in seguito tradì James e Lily Potter per salvarsi la vita. Dopo la prima sconfitta di Voldemort, Minus non fece alcun tentativo di trovare il suo padrone e lo cercò solo quando ebbe bisogno di lui per proteggersi da Sirius Black che aveva incastrato per i suoi crimini, e che evaso da Azkaban voleva vendetta.

Pur sapendo benissimo che dietro il ritorno di Minus c'era solo opportunismo, Voldemort lo riaccolse avendo un bisogno disperato di lui e in effetti Codaliscia gli fu di immensa utiltià: gli portò Bertha Jorkins, che disse loro dove trovare Bartemius Crouch Jr e preparò le pozioni necessarie a ridargli forma fisica arrivando a tagliarsi una mano per riportare il suo padrone alla massima potenza.

Malgrado ciò Voldemort aveva una scarsa opinione di Minus e mostrava solo totale disprezzo per il suo servitore, a cui in seguito affidò solo compiti umili. Malgrado ciò, costrinse Garrick Olivander a costruire una bacchetta per Minus, favore che non concesse a Lucius Malfoy. Nel 1998 Minus fu ucciso dalla mano d'argento che Voldemort gli aveva dato quando esitò nel strangolare Harry Potter, mostrando che Voldemort si era premunito contro un suo possibile tradimento.

Famiglia Malfoy[]

Famiglia Malfoy 11

I Malfoy, suoi ex-servitori.

«Lucius, mio viscido amico. Mi dicono che non hai ripudiato le vecchie abitudini, anche se davanti al mondo presenti un volto rispettabile. Sei ancora pronto a prendere il comando in una battuta di caccia al Babbano, suppongo. Eppure non hai mai cercato di trovarmi, Lucius… le tue imprese alla Coppa del Mondo di Quidditch sono state divertenti, oserei dire… ma le tue energie non sarebbero state meglio indirizzate nel trovare e nel sostenere il tuo padrone?»

Voldemort inizialmente si fidava di Lucius Malfoy come di Bellatrix, dato che arrivò ad affidargli un Horcrux, anche se non gli disse cosa fosse davvero, litandosi a dirgli che avrebbe fatto riaprire la Camera dei Segreti.

Lucius finse di essere stato sotto la Maledizione Imperius dopo la prima caduta del Signore Oscuro e mantenne una posizione di influenza all'interno del Ministero della Magia fino all'inizio della Seconda Guerra dei Maghi. Quando Voldemort rinacque, accolse Lucius nella sua cerchia ristretta, anche se rimproverò Malfoy per essere scappato dal Marchio Nero evocato alla Coppa del Mondo di Quidditch.

Lucius però perse in fretta il favore di Voldemort: non riuscì a recuperare la Profezia e soprattutto Voldemort scoprì che aveva introdotto il diario a Hogwarts di testa sua portando alla sua distruzione, inoltre si era fatto anche catturare dopo la battaglia dell'Ufficio Misteri. Deciso a punire tutti i fallimenti di Lucius, Voldemort diede a suo figlio Draco il compito quasi impossibile di uccidere Silente aspettandosi che anche lui avrebbe fallito, e così avrebbe avuto la scusa per punire anche lui e di conseguenza Lucius che all'epoca era al sicuro ad Azkaban. Anche se Draco riuscì più o meno a portare a termine la sua missione, Voldemort continuò a diffidare della lealtà dei Malfoy. Prese dimora a Villa Malfoy per un po', e sospettava che la famiglia non ne fosse affatto felice. Durante la sua permanenza, costrinse Draco a torturare altri Mangiamorte, umiliando lui e i suoi genitori.

Dopo che Harry Potter riuscì a fuggire da Villa Malfoy, Voldemort torturò Lucius e iniziò a trattarlo col più totale disprezzo. Malfoy si concentrò quindi sul salvare suo figlio durante la battaglia di Hogwarts, temendo solo per la vita di Draco e sembrò abbandonare ogni lealtà alla causa dei Mangiamorte. Voldemort snobbò le preoccupazioni di Lucius per Draco e lo derise dicendo che forse l'adolescente aveva scelto di allearsi con Harry Potter dato che non aveva lasciato la scuola con gli altri Serpeverde.

Dopo che Voldemort riuscì a lanciare la Maledizione Mortale su Harry ordinò a Narcissa Malfoy di confermare la morte del suo nemico. Il ragazzo però era vivo, e Narcissa, preoccupata per suo figlio, chiese notizie di Draco a Harry e dopo aver appreso che Draco era vivo e vegeto, mentì al Signore Oscuro, affermando che Harry era morto. Sapeva che lei e Lucius avrebbero potuto tornare a Hogwarts e riunirsi con il figlio solo se avessero preso parte a una festa per la vittoria. Questi eventi permisero ad Harry di affrontare Voldemort per l'ultima volta e di ucciderlo.

Nel 2020, Draco era diventato così disilluso dalla causa dei Mangiamorte a causa delle sue esperienze con Voldemort che aiutò il Trio a sconfiggere Delphini. Durante questo periodo della sua vita, Draco iniziò anche a riferirsi a Voldemort con il suo nome piuttosto che chiamandolo il "Signore Oscuro" come faceva da ragazzo, il che è un altro di segno di come avesse perso ogni rispetto per lui.

Armando Dippet[]

"Avevo sconsigliato ad Armando di dare una cattedra a Voldemort — non gli spiegai quello che ho spiegato a te, perché il professor Dippet era molto affezionato al ragazzo, ed era convinto della sua onestà"

Armando Dippet ritratto

Armando Dippet il suo ex-preside, che aveva una buona opinione di lui.

Mentre era studente a Hogwarts, Tom Riddle era un giovane educato e intelligente che incantò quasi tutti i membri dello staff compreso il preside Armando Dippet.

Armando non permise a Riddle di rimanere a Hogwarts durante le vacanze estive a causa dell'apertura della Camera dei Segreti in quel momento (ignaro che fosse stato Riddle ad aprirla), ma avrebbe fatto uno strappo alla regola se la situazione fosse stata più sicura. Quando Tom incastrò Rubeus Hagrid per il crimine, Armando prese le azioni del suo studente modello come eroismo senza metterle in discussione e gli assegnò un premio speciale per i servizi resi alla scuola. Quando Riddle stava per terminare gli studi, chiese al professor Dippet di rimanere a Hogwarts come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma Dippet rifiutò perché il era troppo inesperto, ma lo invitò a ripresentarsi dopo qualche anno se fosse stato ancora interessato.

Horace Lumacorno[]

HoraceLumacorno

Horace Lumacorno ex-insegnante e capo della Casa di Riddle e uno di quelli che lo ammiravano.

Il Professor Horace Lumacorno era il professore di Pozioni durante gli anni di Tom Riddle a Hogwarts ed era il direttore della sua Casa Serpeverde.

Horace fece entrare Riddle nel Lumaclub una "raccolta" degli studenti preferiti di Lumacorno, cioè quelli che avevano buoni contatti e che dimostravano di avere talento e sembravano avere il potenziale per avere successo. Ad un certo punto, Tom Riddle chiese a Lumacorno degli Horcrux e pensando che fosse curiosità accademica gli disse cosa avrebbe sostanzialmente comportato lacerare la propria anima. Sebbene la domanda scioccasse e inorridisse Lumacorno, non negò che fosse possibile crearne più di uno.

Con le informazioni ricevute da Lumacorno, Tom Riddle consolidò la sua decisione di creare sei Horcrux. Quando capì che era lui Voldemort, Lumacorno si vergognò moltissimo di aver sbagliato tanto nel giudicarlo e di avergli dato informazioni così pericolose.

Durante la battaglia di Hogwarts Lumacorno, portò rinforzi da Hogsmeade per assistere i difensori del castello nella lotta contro i Mangiamorte, e in seguito duellò direttamente contro Voldemort con Minerva McGranitt e Kingsley Shacklebolt.

Ginny Weasley[]

<<Sono stato paziente. Le ho risposto, sono stato comprensivo, sono stato gentile. E adesso lei mi adora. ‘Nessuno mi ha mai capito come te, Tom… Sono così felice di avere questo diario a cui confidarmi… è come avere un amico da portare sempre con me in tasca… Modestia a parte, Harry, ho sempre avuto il dono di affascinare le persone di cui avevo bisogno>>.

Ginny x

Ginny Weasley con il diario di Tom Riddle.

Sebbene Voldemort avesse perso il suo corpo fisico, riuscì ad avvicinarsi a Ginny Weasley che aveva una cotta enorme per Harry Potter, attraverso uno dei suoi Horcrux: il suo diario grazie a cui il frammento che comunicò con Ginny, simpatizzando con i suoi problemi e dandole consigli, che la rendevano emotivamente vulnerabile all'influenza di Riddle. Poiché questo frammento della sua anima aveva ancora il suo bell'aspetto sedicenne, prima fu in grado anche di ammaliare la piccola Weasley, facendo sentire una ragazza insicura. apprezzata da un ragazzo più grande, e bello che appariva interessato ai suoi problemi. Riddle usò Ginny per riaprire la Camera dei Segreti e liberare di nuovo il Basilisco al suo interno, ma dopo un po' Ginny iniziò a sospettare del diario e cercò di liberarsene buttandolo nel water, ma ovviamente un Horcrux non poteva essere distrutto così facilmente e finì nelle mani di Harry Potter. Ginny, preoccupata che il diario rivelasse ad Harry le cose che aveva scritto sui suoi sentimenti per lui recuperò il diario, così Riddle possedette Ginny un'ultima volta e la fece entrare nella Camera dei Segreti, con tutta l'intenzione di ucciderla e di usare la sua vita per ripristinare la propria. Harry, riuscì ad entrare nella Camera, a salvare Ginny, a uccidere il Basilisco e a distruggere il diario. Nonostante si fingesse gentile e comprensivo con lei, Riddle in realtà provava un grande disprezzo per Ginny, vedendola come sciocca e noiosa. Ironicamente Ginny si sarebbe imparentata con Voldemort sposando Harry.

Rubeus Hagrid[]

<<Be’, puoi immaginare da te com’è rimasto il vecchio Armando Dippet. Da una parte Tom Riddle, povero in canna ma brillante, orfano ma così coraggioso, Prefetto della scuola, studente modello; dall’altra quel gran pasticcione confusionario di Hagrid, che si metteva nei guai una settimana sì e una no, che tentava di allevare cuccioli di lupi mannari sotto il letto, che sgattaiolava nella foresta proibita per combattere i troll. Ma devo ammettere che persino io sono rimasto sorpreso della riuscita del mio piano. Pensavo che qualcuno si sarebbe reso conto che l’Erede di Serpeverde non poteva assolutamente essere Hagrid. C’erano voluti a me cinque anni interi per scoprire quel che c’era da sapere sulla Camera dei Segreti e trovarne l’ingresso… figuriamoci se Hagrid poteva avere il cervello o il potere per farlo!>>- il disprezzo di Tom Riddle per Hagrid.

Rubeus-hagrid-profile

Rubeus Hagrid un suo compagno di scuola che incastrò per un crimine commesso da lui e che in seguito divenne suo nemico.

Rubeus Hagrid e Tom Riddle erano entrambi studenti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts negli anni '40, con Hagrid che era tre anni più giovane di lui. Nel 1943, Riddle aprì la Camera dei Segreti, scatenando un Basilisco sugli studenti Nati Babbani. La maggior parte di essi rimase pietrificata, ma quando il Basilisco riuscì finalmente a ucciderne uno Hogwarts rischiò di chiudere, una conseguenza che Riddle scioccamente non aveva previsto, il che avrebbe significato per lui dover tornare all'orfanotrofio di per un tempo indefinito. Dopo aver realizzato che la scuola avrebbe potuto non essere chiusa se il colpevole fosse stato catturato, Riddle smise di attaccare gli studenti con il Basilisco, chiuse la Camera dei Segreti e incastrò Hagrid, che era noto per il suo amore per le creature pericolose e all'epoca stava allevando Aragog una giovane Acromantula. Riddle considerava Hagrid uno stupido combinaguai.

A causa delle false accuse di Riddle, Hagrid fu espulso da Hogwarts e la scuola poté rimanere aperta. Riddle non provò mai rimorso per aver incastrato Hagrid e avergli rovinato la vita. Da adulto, Hagrid si unì all'Ordine della Fenice e combatté contro Voldemort e i suoi Mangiamorte nella Prima Guerra dei Maghi. Nel 1981 , Hagrid fu devastato quando Voldemort uccise i suoi amici James e Lily Potter, ma condivise il sollievo del resto del mondo magico quando Voldemort perse i suoi poteri e scomparve dopo aver fallito nell'uccidere il giovane Harry Potter.

Sebbene molti credessero che Voldemort fosse morto, Hagrid, credeva che un giorno sarebbe tornato. Insieme alla stragrande maggioranza della comunità magica, non voleva pronunciare il nome di Voldemort, riferendosi generalmente a lui come "Tu-sai-chi".

Quando Voldemort stava cercando la Pietra Filosofale, approfittò dell'amore e della conoscenza di Hagrid per le creature magiche e attraverso Quirinus Raptor si fece dire come sfuggire a Fuffi.

Nel 1998 Hagrid combatté nella battaglia di Hogwarts e fu catturato dai Mangiamorte. Dopo che Harry si sacrificò, Voldemort ordinò ad Hagrid in lutto di portare il corpo "morto" del suo amico tra le sue braccia, dove sarebbe stato chiaramente visibile ai sostenitori di Harry. Quando Harry finalmente sconfisse il Signore Oscuro, Hagrid fu tra i primi a congratularsi con lui per il suo trionfo.

Quirinus Raptor[]

Quirinus Quirrell

Quirinus Raptor un fedele servo di Voldemort.

Quirinus Raptor incontrò il frammento dell'anima disincarnata di Lord Voldemort nella Foresta Nera dell'Albania, durante i suoi viaggi per il mondo. Raptor lo aveva cercato pensando di poterlo catturare e imparare da lui una magie potenti, ma con promesse di ricchezza, dominio e forse immortalità, Voldemort convinse Raptor a diventare suo fedele servitore e persino a condividere il suo corpo con lui. Raptor eseguì gli ordini di Voldemort con una sfumatura di paura, e a volte cercò, debolmente e inutilmente, di resistere alla possessione.

Su ordine di Voldemort, Raptor tornò a Londra nel 1991 e fece irruzione nella Gringott per procurarsi la Pietra Filosofale, solo per scoprire che era stata trasferita alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

I due cercarono di rubare la Pietra ma Harry li fermò, perché la protezione di sua madre causava un dolore atroce a Raptor-Voldemort, quando lo toccava. Per sfuggire al dolore, Voldemort separò la sua anima dal corpo di Raptor e fuggì, lasciando Raptor a morire. Tre anni dopo aver abbandonato Raptor alla sua morte, Voldemort disse ai suoi Mangiamorte che vedeva Raptor come un uomo sciocco e credulone il cui unico valore era la sua posizione a Hogwarts.

Hepzibah Smith[]

Hepzibah Smith

Hepzibah Smith una delle tante vittime di Voldemort.

Tom Riddle incontrò per la prima volta Hepzibah Smith quando lavorava da Magie Sinister. Essendo un giovane educato, bello e intelligente, divenne amico di Hepzibah, lusingandola e facendola sentire carina. Quando scoprì che Hepzibah possedeva due oggetti che desiderava per sé la uccise per impadronirsene. A Riddle non importava nulla della donna e usò il suo omicidio per tramutare la coppa della sua antenata in un Horcrux.

Gellert Grindelwald[]

 «Allora uccidimi, Voldemort, io accetto volentieri la morte! Ma la mia morte non ti darà quello che cerchi... ci sono tante cose che non capisci...»- Grindelwald deride Voldemort.

Gellert Grindelwald

Gellert Grindelwald una delle tante vittime di Voldemort, e uno dei pochi a non aver paura di lui.

Non è noto se Voldemort e Grindelwald si fossero mai incontrati prima del 1998, ma è molto improbaibile. Non si sa quali fossero le opinioni personali di Voldemort sulle atrocità di Grindelwald nei confronti dei Babbani o il sul suo tentativo di sottometterli, anche se è probabile che non gli importasse e non si sia ispirato a Grindelwald. per le sue tentate conquiste in seguito. Nonostante lo status di Grindelwald come uno dei maghi oscuri più potenti mai esistiti, Voldemort non sembrava avere alcun rispetto per lui e lo trattò semplicemente come un'altra persona da interrogare nella sua ricerca della Bacchetta di Sambuco. Grindelwald sembrava sapere tutto di lui e nonostante fosse completamente indifeso contro l'unico mago più malvagio di lui, non aveva nessuna paura di Voldemort, e gli rise in faccia resistendo alle sue torture e rifiutandosi di dirgli dove si trovasse la Bacchetta di Sambuco e lo schernì dicendogli che non sarebbe mai stato in grado di padroneggiarla. Alla fine le provocazioni di Grindelwald fecero perdere la testa a Voldemort che lo uccise. Tuttavia Gellert aveva pienamente ragione, e fu proprio l'incapacità di Riddle di dominare la bacchetta a portarlo alla morte, mostrando che come Silente, Grindelwald aveva compreso la psicologia e i punti deboli di Voldemort.

Etimologia[]

Voldemort[]

  • Sebbene J.K. Rowling non abbia mai spiegato del tutto le origini del nome "Voldemort", ci sono alcune possibili teorie. 'Mors', o 'mortum' è la parola latina per morte (che si è evoluta in molte lingue romanze come 'muerte' o 'morte', e la parola inglese 'murder' ha le sue origini nella stessa radice di 'mors'). Pertanto, il possibile significato della parola "Voldemort" può essere "rappresentante della morte" o "ambasciatore della morte". Tuttavia, l'etimologia più accurata di Voldemort sarebbe la frase francese "Vol de mort" che significa letteralmente "volo della morte" (considerando le follie omicide da lui commesse e la sua invenzione di un incantesimo per ottenere il volo senza supporto questa traduzione calza benissimo). È abbastanza plausibile che questa sia la vera etimologia del suo nome poiché la stessa Rowling parla francese e lo ha anche insegnato una volta. "Vol de mort" può anche significare letteralmente "furto della morte" in francese, il che può riferirs alla ricerca dell'immortalità da parte di Lord Voldemort, il che significherebbe che dovrebbe rubare la sua vita alla morte). L'espressione catalana 'vol de mort' significa anche 'volo della morte' o, poiché 'Vol' potrebbe anche derivare dalla radice latina 'volo' ("voglio, desidero, voglio"), può significare "desiderio di morte".
  • JK Rowling ha detto in un'intervista che la T di Voldemort è silenziosa.  Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la parola francese mort, che significa morte, ha una T muta. La T muta è stata mantenuta nelle prime edizioni degli audiolibri dei romanzi, ma è stata tolta dopo l'uscita dei film. Nel 2015, la Rowling ha nuovamente confermato in un'intervista che la sua pronuncia preferita del nome era con una "T" silenziosa, anche se ha notato "...ma sono abbastanza sicura di essere l'unica persona che lo pronuncia in quel modo".

Tom Orvoloson Riddle[]

  • Tom è diminutivo di Thomas Θωμᾶς, preso in prestito dall'aramaico תאומא taʔuma, che significa 'gemello'; affine all'ebraico תאום təʔōm.  Questa scelta può essere spiegata dal fatto che, per ottenere l'immortalità, Tom Riddle ha diviso e in un certo senso gemellato, la sua anima in pezzi diversi così da sopravvivere. Inoltre, τόμος (tomos) in greco antico significa "fetta" o "pezzo", il che potrebbe collegare il suo nome agli Horcrux. Un'ulteriore prova di tale connessione è il paragone della Rowling tra la creazione di un Horcrux e la scissione dell'atomo. La parola "atomo" deriva dalla stessa parola greca antica con l'aggiunta di un prefisso negativo, ἄτομος (átomos), che significa inseparabile.
  • Il nome del originale del nonno materno di Voldemort Marvolo fa pensare a meraviglioso, dal latino mirabilis: composto da mirari 'meravigliarsi', dalla radice dell'aggettivo mirus 'meraviglioso' e dal suffisso -bilis , che denota capacità. Il nome contiene anche la radice latina volo che significa 'desidero, voglio, voglio, ordino, suppongo, sostengo, essere disposto, significare, significare o denotare'. Un altro omofono, volo, significa anche "volo, corro o mi muovo rapidamente". Gaunt e suo nipote Tom possono essere visti come personaggi che vogliono raggiungere la grandezza molto rapidamente. Potrebbe anche derivare dal personaggio della Dodicesima Notte di Shakespeare, Malvolio (un nome scherzosamente umoristico che significa più o meno "desidero malvagiamente" o semplicemente "mal disposto"). Malvolio è un puritano che non sapeva divertirsi e cercava di impedire agli altri servi di divertirsi. È "malato di amor proprio" e sogna di ottenere il dominio, e pensa di essere migliore degli altri perché crede di essere "puro". La citazione "Alcuni nascono grandi, alcuni raggiungono la grandezza e ad altri la grandezza è imposta su" viene da qui. Alla fine della storia giura vendetta su tutti gli altri personaggi.
  • Riddle in inglese vuol dire "Indovinello", un enigma progettato per mettere alla prova l'ingegno di qualcuno nell'arrivare alla sua soluzione". Gli indovinelli venivano usati sia come un modo per sconcertare il pubblico sia per insegnare loro a comprendere il linguaggio poetico. Dato che il passato di Voldemort è stato "un enigma", è logico che venga chiamato così; inoltre, secondo quanto riferito, JK Rowling una volta vide la tomba di un certo "Tom Riddell", da cui deriva il nome. Voldemort ha creato il suo nome di battaglia anagrammando le lettere del suo nome di nascita completo, un altro tipo di enigma.

Curiosità[]

  • L'attore che interpreta Voldemort, Ralph Fiennes, è lo zio dell'attore che interpreta il giovane Tom Riddle, Hero Fiennes Tiffin, mentre da adolescente viene interpretato da Christian Coulson. Quando Voldemort viene visto bere sangue di Unicorno, viene interpretato da Theo Kypri, viene interpretato da Ian Hart mentre possiede Raptor, e Richard Bremmer lo interpreta nel flashback in cui uccide i Potter.
  • Nel fandom si dibatte spesso su chi fosse più potente tra Grindelwald e Voldemort. Sebbene nella serie si dica che Voldemort fosse più pericoloso ciò non implica che fosse anche più potente: Voldemort infatti uccideva per divertimento e per sfogarsi, mentre Grindalwald uccideva solo se aveva un giusto motivo, pertanto è probabile che sia per questo che è stato ritenuto più pericoloso non per un superiore livello di potenza.
  • E' molto probabile che le tendenze sociopatiche e violente di Voldemort siano state causate dal fatto che i suoi antenati si erano sposati spesso tra parenti e ciò aveva reso i membri della famiglia Gaunt instabili e violenti.
  • Considerando il modo crudele in cui l'avevano trattata suo padre e suo marito è strano che Merope abbia deciso di chiamare suo figlio come loro. Le spiegazioni possibili sono due: o malgrado tutto Merope nutriva ancora affetto nei loro confronti, o più probabilmente dato che non doveva aver avuto rapporti quasi con nessun'altro nella sua vita e che stava morendo quando scelse il nome del figlio, non gliene vennero in mente altri.
  • E' interessante notare che la relazione tra i genitori di Cormoran Strike il protagonista della saga poliziesca scritta dalla Rowling con lo pseudonimo di Robert Galbraith, è in qualche modo simile alla relazione tra i genitori di Voldemort: Leda Strike infatti era una supergroupie ossessionata dal famoso cantante Jonny Rokeby. Come Tom Riddle Senior, Rokeby non si è mai curato di Cormoran, anche se ha mandato a lui e alla madre assegni di mantenimento.
  • Il nome di nascita di Voldemort cambia in tutte le lingue, in modo da poter fare l'anagramma. A causa di ciò a volte cambiano anche il nome di suo nonno Orvoloson e a volte quello di suo padre Tom.
  • Nel doppiaggio fiammingo dei film, Voldemort è doppiato dall'attore Dirk Denoyelle, che dà la voce anche a Hagrid e Sirius Black. L'attore ha affermato di aver ottenuto la parte perché nessun altro era disposto a parlare sottovoce durante il doppiaggio del primo film. Dal quarto film, l'attore ha usato la sua voce normale quando interpreta Voldemort.
    • In LEGO Harry Potter: Anni 1-4, Voldemort è la forma del Molliccio predefinita per la maggior parte degli individui nel gioco, il cui Molliccio non è descritto nel canone. In questo gioco, nonostante il Molliccio di Voldemort canonicamente sia il suo cadavere, il Molliccio di Voldemort è Harry Potter. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che un cadavere è troppo inquietante per comparire in un videogioco per bambini. Probabilmente per la stessa ragione Albus Silente e Molly Weasley hanno Voldemort come Molliccio, invece dei cadaveri di Ariana Silente e delle persone amate da Molly.
    • Nei film il manico della bacchetta di Voldemort ricorda un osso.
    • Nella città di Edimburgo, nel Regno Unito, vicino all'Elephant Café dove si dice che Rowling abbia scritto parte di Harry Potter e la Pietra Filosofale, c'è un famoso cimitero chiamato Greyfriar's Kirkyard. Una delle lapidi dei sepolti fuori dalle mura del cimitero (perché suicidi o nemici della chiesa) appartiene a Tom Riddell. La Rowling ha affermato che camminava spesso nel Kirkyard, quindi questa potrebbe essere una possibile origine del nome.
    • Nell'adattamento cinematografico, Voldemort ha vene molto evidenti sulla parte superiore e posteriore del suo cranio calvo. A causa del disegno delle vene, questo fu interpretato erroneamente da alcuni spettatori come un motivo a forma di scaglia e una delle caratteristiche serpentine di Voldemort.
    • Presumibilmente Voldemort non ha mai scoperto che sua madre aveva usato la magia per costringere suo padre a sposarla, ma anche se lo avesse scoperto, difficilmente avrebbe capito le ragioni di Tom Riddle Sr.
    • Quando la Warner Brothers stava scegliendo il ruolo per l' adattamento cinematografico di Harry Potter e il Calice di Fuoco, circolavano voci secondo cui erano stati presi in considerazione sia Rowan Atkinson che John Malkovich. Entrambe le voci si sono rivelate false.
    • Nella versione danese dell'adattamento cinematografico di Harry Potter e l'Ordine della Fenice, Albus Silente chiama Voldemort Tom invece di Romeo, il suo nome danese. Questo è un errore degli autori della sceneggiatura danese.
    • Nel primo film, gli occhi di Voldemort sono rossi, come affermato nei libri. Tuttavia, nei successivi adattamenti cinematografici, Voldemort ha gli occhi azzurri, in modo che "mostrino più emozioni".
    • Quando BBC Newsbeat pubblicò un articolo intitolato "Perché la gente chiama l'uomo d'affari americano Donald Trump Voldemort" a causa del suo suggerimento di vietare a tutti i musulmani di entrare negli Stati Uniti d'America, JK Rowling twittò che Voldemort "non era neanche lontanamente così cattivo".
    • JK Rowling ha spiegato che Voldemort ha attaccato Harry invece di Neville perché si era identificato con il ragazzo in quanto Mezzosangue come lui, quindi ha deciso che doveva essere lui il rischio maggiore.
    • Tecnicamente Voldemort aveva 71 anni quando morì, ma dato che passò 13 anni in forma di spirito è plausibile che biologicamente quando morì avesse 54 anni.
    • Nell'adattamento cinematografico di Harry Potter e il Calice di Fuoco, viene mostrato con una lingua biforcuta simile a un serpente, ma nell'adattamento cinematografico di Harry Potter e l'Ordine della Fenice , la sua lingua è normale.
    • Voldemort è descritto nei libri come avente delle pupille simili a quelle di un gatto al posto degli occhi, cosa cambiata nel film. Tuttavia, dopo che emerge dal calderone in Harry Potter e il Calice di Fuoco si possono vedere brevemente.
    • Nelle illustrazioni di Mary GrandPré per la traduzione americana di Harry Potter ha la pelle verde e attributi simili a quelli di un rettile.
    • JK Rowling ha detto che è di importante significato simbolico il fatto che Voldemort, incapace di amare lui stesso, sia stato concepito in un atto di coercizione, invece che in uno di amore genuino.
    • Quando è stato chiesto se Voldemort avrebbe influenzato la comunità magica americana, JK Rowling ha risposto che avrebbe influenzato tutti, ma il suo piano era innanzitutto dominare l'Europa.
    • Quando ha lanciato la serie di Animali Fantastici la Rowling ha detto che nell'originale non si era visto come Voldemort aveva influenzato il mondo, ma solo la Gran Bretagna. Probabilmente era un indizio sul fatto che nella saga si esplora il mondo e si vedono gli effetti globali dell'ascesa al potere di Grindelwald.
    • Il fatto che dopo la sua morte, Voldemort finì nel limbo in cui Harry aveva parlato con l'anima di Silente e che sarebbe stato incapace di tornare nel mondo dei vivi come fantasma o di andare nell'aldilà è stato svelato dalla stessa autrice.
    • Nei film è più comune che i personaggi chiamino Voldemort per nome rispetto ai libri.
    • JK Rowling dichiarò che se Ginny Weasley fosse morta e Tom Riddle fosse scappato dal diario, Voldemort sarebbe diventato più forte.
    • JK Rowling ha descritto Voldemort come il mago oscuro più malvagio degli ultimi secoli, un prepotente che odia se stesso, uno psicopatico furioso e privo di empatia, un razzista assetato di potere, qualcuno che che preferisce che i suoi scagnozzi facciano il lavoro sporco per lui, e che se gli psicologi mettessero Voldemort in una stanza, lo immobilizzassero e gli portassero via la bacchetta, sarebbe classificato come uno psicopatico.
      • Uno psicoterapeuta ha anche ipotizzato che Voldemort potesse possedere un disturbo antisociale di personalità e/o un disturbo narcisistico di personalità, o forse anche il disturbo specifico dell'infanzia chiamato disturbo dell'attaccamento reattivo, da cui hanno origine le prime due diagnosi.
    • JK Rowling ha dichiarato che se la madre di Voldemort, Merope, avesse scelto di vivere per crescere suo figlio, lui si sarebbe rivelato una persona molto diversa, probabilmente migliore.
    • JK Rowling ha rivelato che l'ispirazione per le persone che si riferiscono a Voldemort come Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato proveniva dai gemelli Kray che terrorizzavano Londra e come pensava che fosse un'impressionante dimostrazione di forza, che puoi convincere qualcuno a non usare il tuo nome. Impressionante nel senso che dimostra quanto sia profondo il livello di paura che riesci a ispirare, non che sia qualcosa da ammirare.
    • In LEGO Harry Potter: Anni 1-4 , prima che Voldemort venga rianimato, è in una carrozzina e succhia un ciuccio. Inoltre, per il rituale, vengono presi gli occhiali di Harry al posto del suo sangue, sempre perché è un gioco per bambini.
    • Nell'adattamento cinematografico, Voldemort si disintegra quando viene sconfitto, mentre nel romanzo cade a terra. La modifica è stata dovuta agli eventi della morte di Osama bin Laden e si adatta agli attributi da spettro che i Mangiamorte hanno ricevuto nei film.
    • Tom Riddle è l'unico Caposcuola di Serpeverde noto.
    • Una rappresentazione di Voldemort alta 30 metri è stata inclusa come parte delle cerimonie di apertura delle Olimpiadi estive del 2012 a Londra, durante una presentazione che celebrava la letteratura inglese per bambini. È stato presentato come uno dei principali cattivi, prima di essere sconfitto da un esercito di Mary Poppins.
    • Nei libri, la voce di Voldemort è spesso descritta come fredda e acuta, ma Fiennes usa occasionalmente una voce profonda, in particolare quando Voldemort urla o lancia imprecazioni.
    • Voldemort era stato rifiutato due volte quando aveva fatto domanda per il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma tecnicamente ha avuto il posto mentre possedeva Raptor.
    • Nella storia si fa notare che il turbante che Raptor indossa ha un cattivo odore. Forse era dovuto alla presenza di Voldemort.
    • Voldemort è nato nell'anno della Tigre nel segno zodiacale cinese. Possiede qualità che sono spesso associate ai nati sotto questo segno: indipendenza, coraggio, ambizione, un atteggiamento aggressivo, la tendenza ad essere troppo sicuro di sé a volte, un carattere irascibile e la capacità di affascinare e sedurre gli altri.
    • Nella pratica della numerologia, la sua data di nascita gli indica il numero sette come "numero del percorso di vita". La sua personalità include tratti che si dice abbiano quelli con questo numero di vita: essere distaccato, preferire l'indipendenza, mancanza di preoccupazione per gli altri.
    • Quando un fan le chiese se a Voldemort piacessero le torte, la Rowling disse che non lo vede come un grande amante delle torte e che sospetta che avesse raggiunto un punto di disumanità in cui non aveva più bisogno di cibo.
    • Ironicamente, il nome di Voldemort sarebbe stato successivamente utilizzato per un sistema di archiviazione dati distribuito per valori-chiave, simile a Voldemort e ai suoi Horcrux.
    • In LEGO Batman - Il film, Voldemort appare come uno dei tanti cattivi intrappolati nella Zona Fantasma. Curiosamente, nella versione inglese non è doppiato da Ralph Fiennes, anche se lo è un altro personaggio importante del film Alfred Pennyworth.
    • Nel doppiaggio giapponese degli adattamenti cinematografici, Voldemort si riferisce a se stesso con il pronome ore-sama (俺様) piuttosto che con il casuale ore (俺) o con il neutro/semi-formale watashi (わたし). ore-sama (lett. "l'onorevole me") è considerato un modo molto narcisistico di riferirsi a se stessi e si adatta molto bene al personaggio.
    • Voldemort morì davanti a centinaia di persone, e ciò concesse a molti la capacità di vedere i Thestral.

I nomi nel mondo[]

  • Per poter mantenere l'anagramma che da vita al nome Voldemort il nome originale di Tom è stato cambiato nei vari paesi. Di seguito c'è una lista dei suoi nomi nelle varie lingie.
  • Inglese: TOM MARVOLO RIDDLE
  • Africano: ERIK MORTE DHOEWELS
  • Basco: TOM NARIVOLOZ RIDDLE
  • Bielorusso: ТОМ ВАЛЬДОР РЭДЛ
  • Bulgaro: ТОМ МЕРСВОЛУКО РИДДЪЛ
  • Catalano: TOD MORVOSC RODLEL
  • Cinese semplificato: 汤姆·马沃罗·里德尔/Tāngmǔ Mǎwòluō Lǐdé'ěr
  • Cinese tradizionale: 湯姆·馬佛魯·瑞斗/Tāngmǔ Mǎfúlǔ Ruìdòu
  • Croato: TOM MARVOLO RIDDLE
  • Ceco: TOM ROJVOL RADDLE
  • Danese: ROMEO G DETLEV JR
  • Olandese: MARTEN ASMODOM VILIJN
  • Estone: TOM MARVOLON RIDDLE
  • Faroese: TOM EVILDO REGER
  • Finlandese: TOM LOMEN VALEDRO
  • Francese: TOM ELVIS JEDUSOR
  • Tedesco: TOM VORLOST RIDDLE
  • Greco: ΑΝΤΟΝ ΜΟΡΒΟΛ ΧΕΡΤ
  • Ebraico: טום ואנדרולו רידל/TOM VANDROLO RIDDLE
  • Ungherese: TOM ROWLE DENEM
  • Islandese: TREVOR DELGOME
  • Indonesiano: TOM MARVOLO RIDDLE
  • Giapponese:トム・マールヴォロ・リドル/Tomu Māruvoro Ridoru
  • Coreano: 톰 마볼로 리들/Tom Mabollo Lideul
  • Lettone: TOMS SVERELDO MELSUDORS
  • Lituano: TOMAS MARVOLAS RIDLIS
  • Malese: TOM MARVOLO RIDDLE
  • Norvegese: TOM DREDOLO VENSTER
  • Polacco: TOM MARVOLO RIDDLE
  • Portoghese: TOM SERVOLO RIDDLE
  • Rumeno: TOMAS DORLENT CRUPLUD
  • Russo: ТОМ НАРВОЛО РЕДДЛ/TOM NARVOLO REDDL
  • Serbo: TOM MERVOLODOMOS RIDL
  • Slovacco: TOM MARVOLOSO RIDDLE
  • Sloveno: MARK NEELSTIN
  • Spagnolo: TOM SORVOLO RYDDLE
  • Svedese: TOM GUS MERVOLO DOLDER
  • Turco: TOM MARVOLDO RIDDLE
  • Ukrainian: ТОМ ЯРВОЛОД РЕДЛ/TOM YARVOLOD REDL

Apparizioni[]


Note[]

  1. 1,0 1,1 1,2 Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 10 (Casa Gaunt)
  2. 2,0 2,1 Harry Potter e i doni della morte, Capitolo 36 (La falla nel piano)
  3. 3,0 3,1 Harry Potter e la camera dei segreti, Capitolo 13 (Il diario segretissimo) - "«Sono mezzosangue, signore» disse Riddle. «Padre Babbano e madre strega»."
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 20 (La richiesta di Lord Voldemort)
  5. Harry Potter e la pietra filosofale, Capitolo 1 (Il bambino che è sopravvissuto)
  6. 6,0 6,1 6,2 Harry Potter e la pietra filosofale, Capitolo 5 (Diagon Alley)
  7. 7,0 7,1 7,2 7,3 7,4 7,5 7,6 Harry Potter e la camera dei segreti, Capitolo 17 (L'erede di Serpeverde)
  8. 8,0 8,1 8,2 8,3 8,4 8,5 8,6 Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 33 (I Mangiamorte)
  9. "The Leaky Cauldron and MuggleNet interview Joanne Kathleen Rowling: Part Two," The Leaky Cauldron, 16 luglio 2005
  10. Sappiamo che Harry Potter e la camera dei segreti avviene nel 1992-93. Cinquanta anni prima era il 1942-43. Quell'anno, Hagrid era la terzo anno e Riddle due anni più avanti, quindi al suo quinto anno. 15 anni prima il 1942 era il 1927. Tuttavia, Riddle nacque la vigilia di Capodanno, quindi nel 1926.
  11. 11,0 11,1 Lord Voldemort da Pottermore (via Internet Archive)
  12. Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 13 (Il Riddle segreto) - «Sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso mago Oscuro di tutti i tempi? No, non avevo idea che crescendo sarebbe diventato quello che è» rispose Silente.
  13. Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 2 (La cicatrice)
  14. Harry Potter e l'Ordine della Fenice, Capitolo 23 (Natale nel reparto riservato)
  15. Harry Potter e i doni della morte, Capitolo 27 (Il nascondiglio finale)
  16. 16,0 16,1 Harry Potter e la camera dei segreti, Capitolo 13 (Il diario segretissimo)
  17. 17,0 17,1 17,2 17,3 Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 13 (Il Riddle segreto)
  18. 18,0 18,1 18,2 Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 17 (Un ricordo lumacoso)
  19. 19,0 19,1 19,2 19,3 19,4 19,5 19,6 Harry Potter e la camera dei segreti
  20. 20,0 20,1 Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 23 (Gli Horcrux)
  21. Harry Potter e i doni della morte, Capitolo 8 (Il matrimonio)
  22. 22,0 22,1 Harry Potter e i doni della morte, Capitolo 35 (King's Cross)
  23. 23,0 23,1 Harry Potter e la maledizione dell'erede
  24. 24,00 24,01 24,02 24,03 24,04 24,05 24,06 24,07 24,08 24,09 24,10 24,11 24,12 24,13 24,14 24,15 24,16 24,17 24,18 24,19 24,20 24,21 24,22 24,23 24,24 Harry Potter e il principe mezzosangue
  25. Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 34 (Prior Incantatio)
  26. Harry Potter e il calice di fuoco, Capitolo 1 (Casa Riddle) - Nel capitolo d'apertura del libro, ambientato il 16 agosto 1994, si afferma che gli omicidi avvennero "cinquant’anni prima, all’alba di una bella giornata d’estate", il che colloca l'evento nel 1944. Tuttavia, in Harry Potter e il principe mezzosangue, Capitolo 17 (Un ricordo lumacoso), viene detto che accadde "nell'estate del sedicesimo compleanno" di Tom. Tom Riddle è nato il 31 dicembre 1926, quindi il suo sedicesimo anno d'età corrisponderebbe al 1942 , oppure - se s'intende l'estate in cui aveva sedici anni - al 1943. Prima della pubblicazione di Il Principe Mezzosangue, i fan (incluso l’Harry Potter Lexicon) avevano suggerito il 1943 come l’anno più coerente con gli indizi disponibili, e questa data è stata adottata anche negli adattamenti cinematografici.
  27. 27,00 27,01 27,02 27,03 27,04 27,05 27,06 27,07 27,08 27,09 27,10 27,11 27,12 27,13 27,14 27,15 27,16 27,17 27,18 Harry Potter e i doni della morte
  28. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Capitolo 18 (Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso) - Hepzibah Smith morì dieci anni prima dell'incontro tra Tom Riddle e Albus Silente. Secondo quanto affermato da Remus Lupin in Il prigioniero di Azkaban, Silente divenne preside di Hogwarts in un momento compreso tra il 1965 e il 1971. Tuttavia, sappiamo che la Prima Guerra Magica ebbe inizio nel 1970 e che, a quel punto, Silente aveva già incontrato Riddle: ciò restringe ulteriormente la finestra temporale, collocando la sua nomina a preside tra il 1965 e il 1970. Di conseguenza, se l’incontro tra Riddle e Silente avvenne entro il 1970 e la morte di Hepzibah risaliva a dieci anni prima, è possibile datare la scomparsa della donna tra il 1955 e il 1960.
  29. 29,00 29,01 29,02 29,03 29,04 29,05 29,06 29,07 29,08 29,09 29,10 Harry Potter e l'Ordine della Fenice
  30. 30,0 30,1 30,2 30,3 30,4 30,5 Harry Potter e la pietra filosofale
  31. 31,00 31,01 31,02 31,03 31,04 31,05 31,06 31,07 31,08 31,09 31,10 31,11 31,12 31,13 Harry Potter e il calice di fuoco
  32. J. K. Rowling and the Live Chat, Bloomsbury.com, 30 July 2007: "No, [Voldemort] non è un fantasma. È costretto a esistere in quella forma rattrappita che abbiamo visto a King's Cross."
  33. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
  34. Harry Potter e la pietra filosofale, Capitolo 4 (Il Custode delle Chiavi)
  35. Harry Potter e i doni della morte, Capitolo 18 (Vita e menzogne di Albus Silente)
  36. Anelli, Melissa and Emerson Spartz. 'The Leaky Cauldron and MuggleNet interview Joanne Kathleen Rowling: Part Two,' The Leaky Cauldron, 16 July 2005'. - "Cosa vedrebbe [Voldemort] se si trovasse davanti allo specchio delle Brame?" JKR: "Se stesso, onnipotente ed eterno. Questo è ciò che vuole."
  37. J. K. Rowling Web Chat Transcript. Recuperato il 15 agosto 2007. - "Quanto il fatto che Voldemort sia stato concepito con un filtro d'amore ha a che fare con la sua incapacità di comprendere l'amore, o è più simbolico?" J.K. Rowling: "È un modo simbolico per mostrare che è nato da un'unione senza amore - ma naturalmente tutto sarebbe stato diverso se Merope fosse riuscita a sopravvivere e a crescerlo da sola e ad amarlo. L'incantesimo sotto il quale Tom Riddle ha generato Voldemort è importante perché rivela coercizione, e non esistono modi peggiori di venire al mondo se non come risultato di un'unione di questo tipo."
  38. Anelli, Melissa and Emerson Spartz. 'The Leaky Cauldron and MuggleNet interview Joanne Kathleen Rowling: Part Two,' The Leaky Cauldron, 16 July 2005'. - “Se Voldemort vedesse un molliccio, che aspetto avrebbe?”. JKR: La paura di Voldemort è la morte, una morte ignobile. Per lui la morte stessa è ignobile. Pensa che sia una vergognosa debolezza umana, come ben sapete. La sua paura peggiore è la morte, ma come potrebbe indicarlo un molliccio? Non ne sono sicura. Ci ho pensato perché sapevo che me lo avreste chiesto. ES: Un cadavere? JKR: Questa è stata la mia conclusione, che avrebbe visto se stesso morto.
  39. J. K. Rowling Web Chat Transcript - "Cosa significa essere il Padrone della Morte?" J.K. Rowling: "Come spiega Silente, il vero Padrone della Morte accetta di dover morire e che ci sono cose ben peggiori nel mondo dei vivi. Non si tratta di ambire all'immortalità, ma di accettarla."
  40. Leaky Cauldron: J. K. Rowling Webchat 30 July 2007